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"Figli" è l'idea di una fede, una volontà di appartenenza che supera la
coscienza. E' una sorta di congiunzione fisica e mentale con un'idea
concreta di perfezione. In questo caso è una squadra di calcio, un modo
per mantenere viva la propria storia.
Essere figli di un'idea rappresenta la coscienza di una collettività e
la predisposizione verso un'intenzione.
Attraverso una serie di intromissioni nei forum, discussioni e litigi
sono nate delle interviste, dei colloqui su carta, delle "confessioni",
da parte degli Ultrà sul perché si crede, si vive e si lotta per il
proprio ideale, per la propria squadra e sull'etica di questa.
Il video "figli" è composto da una sequenza di foto scattate dagli
spalti, durante le azioni, tra preoccupazione e concentrazione, ansia e
delusione, incitamento ed energia.
Il sonoro è la dichiarazione d'amore più sentita alla società sportiva
Lazio.
Il video è distante dalla presa di posizione rispetto agli atti
violenti, lo schieramento politico, l'atteggiamento più o meno
partecipato all'azione ma vuole essere una dichiarazione di
condizione, una messa in luce dall'interno di un'ideale vero che è
diventato stereotipo.
Scritto da un ultrà dopo i nostri scambi:
"Noi siamo ultrà. Non siamo gente come gli altri. Non amiamo mescolarci
con le masse, non vogliamo uniformarci. Siamo pronti a subire torti,
oppressioni e sguardi malevoli. Non tradiremo mai ciò in cui crediamo,
e continueremo a seguire la nostra linea per sempre. Senza l'appoggio
di nessuno, senza che nessuno ci dica bravi. Sempre così, con la
sciarpa al collo, in giro per l'Italia, inseguendo un sogno. Non siamo
eroi, ma amiamo quello che siamo e vogliamo difenderlo. E anche voi,
anche se dell'essere ultrà non ve ne frega niente, dateci retta. Se vi
mettono i piedi in testa, se vi sentite pronti a fare la vostra parte
per rendere più puro questo mondo, allora venite con noi. Fate come
facciamo noi, create un movimento, aggregatevi a qualcuno che la pensa
come voi, poco importa se nero, rosso o fucsia, e andate alla conquista
del mondo. Non possiamo garantirvi che la vostra vita sarà migliore,
questo no. Ma vi assicuriamo che almeno sarà vera."
''Sin da piccoli, al ritorno da scuola, il più grande desiderio era correre in strada, in cortile o nel campetto vicino casa per giocare a pallone.
Il più delle volte non era facile giocare, perché c'erano i ''grandi'' ma imperterriti, sino al tramonto, aspettavamo il nostro turno e così via, giorno dopo giorno.
Lì regnava la legge del più bravo, a cui ogni azione dovevi passare la palla, e se malauguratamente eri il peggiore, allora dovevi fare ilportiere.
Da grandi queste passioni sono finite, non si ha più tempo di fare nulla e si sta comodi a casa a guardare le partite in pay-tv.
Ma la vera passione, quella autentica, quella che fa veramente battere il cuore si può trovare solo lì, in quei campetti o in quei cortili dove l'importante non è vincere ma giocare''.
''Anche il calcio è una forma d'arte, credo che ogni sportivo ne faccia parte e ogni ultras tutte le domeniche ha il diritto di colorarvi i propri sogni, speranze in qualsiasi stadio si trovi la squadra del cuore. Credo anche che il calcio sia l'unico movimento che riconcilia diversi estratti sociali, età, pensieri politici e non solo.
E' una poesia dalla quale ciascuno può attingere le proprie emozioni, qualsiasi esse siano.
Un saluto alla vecchia Anconetana, al Collettivo 1987, ai C.U.B.A. e agli ultimi arrivati Cani Sciolti.
No al calcio moderno: - SKY + SPY.'' |