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Un video è solo un video. Siamo consapevoli della sterilita' del mezzo video in se' stesso. Dopo la performance di Bin Laden alle Twin Tower, la video arte e' morta o almeno si sta scavando la fossa da sola! A noi interessano le situazioni, i luoghi: il video e' solo uno dei tanti mezzi che possiamo usare per agire. Come abbiamo gia' detto il nome del nostro gruppo e' sbagliato, probabilmente cambiera' in ogni occasione. Ultimamente siamo convinti di chiamarci Pizza Connection, in quanto vogliamo esportare il prodotto all'estero. Siamo dei cani sciolti e come tali rubiamo in giro, pisciamo fuori dalla tazza, ci appropriamo indebitamente di luoghi e loghi.
Guardiamo tutto. Non è possibile fare altrimenti. Da Al Jazeera a Gianni Motti, da Luther Blisset a quel paraculo di Maurizio Cattelan, da Porta a Porta a Mission Impossible, da Ehter Brook a Joseph Beuys, da Mel Gibson a William Gibson, da Hakim Bay a Turisti per caso.
Riteniamo lecito rubare idee e progetti, creare connessioni trasversali tra campi apparentemente distinti. Viviamo, come tutti, nel mondo del file-sharing del no-copyright del plagiarismo e della contestazione planetaria. Non esiste un arte politica, ma e' possibile utilizzare uno spazio adibito alla rappresentazione del reale, quale un museo, per fare politica. Nessun compromesso, come l'arte esige, ma nessuna astrazione.
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