|
L’adolescenza come luogo del conflitto per eccellenza, dentro se stessi
e, di conseguenza, verso l’esterno. Come momento di continua
(ri)mediazione tra i propri sogni, desideri, impressioni, necessita’
-gia’ di per se’ contrastanti- e quelle degli altri.
La scoperta del mondo dei grandi. Delusioni e incomprensioni, ma anche
il fascino di modelli che si vogliono imitare.
Eleonora Meier (1977,CH) e David Kuenzi (1974,NL) decidono di parlare
di tutto questo prendendo come riferimento (e campo d’azione) il mondo
fiction: del cinema, del reality TV, dello show. Invitano 49 ragazzi
aspiranti attori, o meglio ‘desiderosi di apparire sullo schermo’, a
prendere parte al loro lavoro. Affidano a ciascuno di essi una parte
-presa da film esistenti- e danno inizio alle riprese.
Il risultato e’ un lavoro che “gioca” con il desiderio urlante di
originalita’ e unicita’ proprio di questi adolescenti (l’unica cosa che
questi proprio non vogliono e’ essere normali!, cioe’ anonimi), e,
attraverso questo spostamento dal reale alla fiction, restituisce con
successo una immagine realistica di questa eta’.
Questi giovani attori, infatti, non riescono a ‘nascondere’ il loro
modo di essere e –nei dettagli delle espressioni, o delle battute fuori
testo- si rivelano per quello che sono: a meta’ tra bambini e adulti. |