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La scritta rappresenta il suono italiano della frase ''Qui io non posso entrare'' pronunciata in inglese. Il tutto è stato filtrato con un semplice effetto digitale che simula la pittura.
Esistono tre livelli di conflitto:
1_La mia dichiarazione rappresenta innanzitutto il mio autodivieto di entrare nella spazio espositivo, mentre allo stesso tempo l’opera verrà interamente prodotta in casa mia, da dove verrà inviata alla mostra. Ogni divieto presuppone una situazione conflittuale, una problematica.
2_Ho scelto di scrivere il suono italiano della frase inglese, perché l’inglese suona effettivamente meglio…ma anche in questo caso ho voluto sottolineare il conflitto linguistico che molti occidentali non anglosassoni devono affrontare: lo scontro tra il mantenimento e l’approfondimento della propria lingua madre, delle proprie origini, e la necessità di imparare la lingua inglese per poter muoversi nel mondo. Quindi l’ibrido linguistico testimonia un conflitto tra locale e globale, e in particolare tra occidente periferico e occidente centrale.
3_La simulazione di pittura crea un conflitto e una tensione tra la forma digitale e la forma pittorica tradizionale: da lontano l’occhio viene ingannato dalla simulazione pittorica e da molto vicino il pixel tradisce l’origine digitale dell’opera. Anche qui, se vogliamo, un conflitto tra locale-globale.
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