The Frieze 2013 Journal 3.4 "MULTIPLIED"

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Indice :

1 The Frieze 2013 Journal – 0.4

2 The Frieze 2013 Journal 1.1.4 - "Frieze London - La Piccola Italia"

3 The Frieze 2013 Journal 1.2.4 "Buonanotte dall'Africa"

4 The Frieze 2013 Journal 2.1.4 "La bellezza sta negli occhi di chi guarda"

5 The Frieze 2013 Journal 2.2.4 "Le freak, c'est chic!"

6 The Frieze 2013 Journal 2.3.4 "Friezey Friday"

7 The Frieze 2013 Journal 3.4 "MULTIPLIED"

8 The Frieze 2013 Journal 4.4 "La quiete dopo la tempesta"




Video: Juan Fontanive, "Ornithology" 2013, Riflemaker Gallery

Negli ampi spazi dell'85 di Old Brompton Road, rimarrà aperta fino a lunedì MULTIPLIED: l'art fair di Murray Macaulay, dedicata interamente all'arte della stampa.

Se a qualcuno venissero dubbi a proposito dell'impatto di questo mezzo artistico, vi basti sapere che tra le gallerie presenti ve ne sono alcune che hanno lavorato con artisti del calibro di Joseph Beuys, Nan June Paik, Piero Dorazio o Mimmo Rotella. Nel suo "piccolo", Multiplied sostiene più che bene la compresenza con Frieze, sia perché pur essendo un evento da estimatori, davvero chiunque può concedersi il piacere di acquistare un pezzo (alcune stampe partono da appena 60 sterline, cornice esclusa), sia per l'organizzazione dell'evento collaterale "Art in Action" - un allestimento in corso per tutta la durata della fiera, al piano di sotto - che invita i visitatori a considerare le tematiche d'agenzia dell'arte, tra impatto sociale e comunitario.

Le tre domande intorno alle quali si è creata la mostra a sei mani di The Artist Proof Studio (Johannesburg), Robert Blackburn Printmaking Workshop (New York) ed il londonprintstudio di John Phillips sono:

Può l'Arte...

Salvarti la vita?

Cambiare il tuo pensiero?

Abbattere le barriere?

Sabato pomeriggio, parlandone con lo straordinario John Phillips, la risposta è stata semplice: no!

L'arte da sola non ci salverà. Non cambierà le nostre idee e non farà vivere tutti come se fossero un tutto. L'arte non può cambiare noi o i nostri pregiudizi, in quanto viene necessariamente costruita su presupposti che creano barriere: la necessità di un livello di cultura élitario, l'appartenenza ad un determinato mondo, e via dicendo.

Però... l'arte può essere usata come mezzo, per fare tutto questo. Allora sì, che diventa invincibile.

E potentissima... come negli esempi portati da ciascuno dei tre studi, risultati di altrettanti workshop incentrati sull'argomento; le loro storie sono diverse e vanno dall'uragano Katrina, al tabù dell'HIV in Sudafrica (non un problema di salute, ma di politica, e sociale), al tenore di vita nelle case popolari inglesi degli anni Settanta.

Quello che conta, è che tutti condividono la stessa visione: quella della tipografia che diventa un luogo dove le differenze sono superate, ed è possibile far avvenire un vero e proprio cambiamento sociale, attraverso la collaborazione comune e la ricerca dell'eccellenza artistica.



Matilde Cerruti Quara