Frieze Masters
John Currin e Letizia Treves
John Currin parla di Velazquez - The Rockeby Venus
Si dice che la bellezza stia negli occhi di chi guarda.
Ma non si tratta solo di un luogo comune... o perlomeno, non secondo John Currin.
"Forse sarò l'unico, ma ho una passione sfrenata per i brutti quadri, e per gli artisti che non sanno disegnare".
A Frieze Masters, venerdì pomeriggio, la curatrice Letizia Treves (attualmente a capo del dipartimento di curatela della National Gallery, nonché curatrice della sezione di Italian Painting dal 1600 al 1800), ha tenuto una talk insieme al dibattutissimo artista americano, che si è adoperato nell'impresa di discutere le sue fonti d'ispirazione rinascimentale preferite. Dopo avere passato la nottata precedente alla National Gallery, Currin si è presentato con la sua piccola galleria personale, una serie di immagini volte a ricostruire la sua personalissima storia d'amore con le donne delle pitture ad olio rinascimentali, e con i loro (non sempre) celebri autori.
Noto e contestato per la provocatorietà e la satira delle sue figure femminili, l'artista ha discusso la provenienza dei suoi riferimenti erotici da El Greco e dal suo predilettissimo Dosso Dossi, passando per Sebastiano del Piombo e Velazquez, fino a Tintoretto, Van Dyck e Vermeer.
Affiancandoli ai grandi noti, Currin ha dichiarato la sua passione per i pittori rinascimentali meno conosciuti e parlato a lungo della sua ammirazione per coloro che all'epoca, seppure possedendo in teoria le capacità tecniche dell'accademia per disegnare in modo perfetto, si sono dilettati nello storpiare - per caso o per dis-maestria- i volti, le dimensioni degli arti o le proporzioni nei dipinti stessi. Senza contare le infinite simbologie erotiche o le referenze ante-litteram, come l'esplosione "nucleare" volta a rappresentare i pericoli al di fuori del regno di Dio, nel quadro di un artista del 1600.
Insomma, il concetto di "potevo farlo anch'io e forse anche meglio" esiste fino dal Rinascimento quando, a dire di Currin, i "suoi" artisti avevano già capito tutto: potevano farlo anche loro, ma volevano farlo peggio.
Tra battute e monologhi, l'artista ha tenuto incollata la sala alle poltrone per oltre un'ora - dichiarandosi infine soddisfatto per la sua ultima creazione: un piccolo dipinto fatto in velocità su un bicchiere da vino, che poi ha scoperto essere stato già proposto, ed in maniera esteticamente più piacevole, da un altro artista, in una famosa galleria.
Ma la notizia non lo ha scomposto, al contrario: lo ha reso molto felice per avere indovinato il prossimo trend del mondo dell'arte...
Matilde Cerruti Quara