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Biella, Fondazione Pistoletto
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 Alessandro Ludovico con Claudio Parrini
 
Net.art, il senso immateriale dell'arte

Alessandro Ludovico

Internet e' il medium immateriale per eccellenza, la scatola nera, lo scrigno che contiene paure e illusioni che si accendono con l'illuminazione dello schermo collegato e si sopiscono con il suo spegnimento. A dieci anni di distanza dalla diffusione del primo programma per navigare in modalita' grafica, la rete e' un pullulare di iniziative e opere d'arte elettroniche pensate per i suoi standard e per le sue peculiari modalita' di funzionamento. Questi lavori di 'net.art' formano una rete a se' stante, un possibile spaccato di appronfondite analisi e ardite previsioni sul senso e sulle possibilita' di un mezzo che a cavallo fra due millenni ha sconvolto la comunicazione degli esseri umani. Frullando tutti i media precedenti al suo interno, gli artisti della rete coniano nuovi linguaggi, contribuendo alla nascita di un fenomeno estetico, globale e interconnesso. Basti pensare a come internet ha rimetabolizzato le forme del libro (e-book), della televisione (net.tv), della radio (net.radio) e del cinema (net.film). Questi ultimi due neologismi sono stati coniati dagli stessi artisti della rete, definendo nuovi paradigmi in cui sono stati riformulati concettualmente tutti i rispettivi presupposti di base. Una ridefinizione che ha tenuto conto delle proprieta' del network e di una nuova fruizione attraverso modalita' digitali: tecnologie ancora limitate, ma potenzialmente dirompenti. Fin dai primi inconsapevoli esperimenti estetici e teorici, la sensazione piu' forte, diffusa dagli attori di questa trasformazione, e' stata quella di esplorare un altro mondo, con poche regole apparenti e moltissimi territori ancora da illuminare e analizzare. In quest'approccio, che vale ancora oggi, si fondono un misto di esaltazione derivata dallo sperimentare con materiali inediti, e una naturale incertezza su come affrontare lo sfuggevole territorio del cyberspace, materia teoricamente inafferrabile al pari di una complessa astrazione matematica. I rapporti tra forma, colore e le poetiche che vi stanno dietro, sono mutati dall'infinita manipolabilita' dei mezzi digitali, forti di una immaterialita' che li rende immuni alle stringenti leggi della fisica, e legati, invece, alle leggi del calcolo, solo teoricamente limitate. Avanguardia o fenomeno di passaggio che sia, la net art rende ineluttabili concetti contemporanei come la riproducibilita' infinita dell'opera d'arte e, quindi, la morte definitiva del concetto di 'originale', accompagnato dall'irrisolto dilemma sul diritto d'autore, in profonda crisi d'identita'. Il 'link', ossia il collegamento fra le diverse informazioni sembra racchiudere, poi, la metafora dell'intera rete, ribadendo in ogni momento che internet esiste in quanto connessione fra diverse entita', che ne formano la struttura e ne leggittimano l'esistenza. Una tale orizzontalita' cozza col mercato dell'arte contemporanea, ancora oggi in preda ad una precisa gerarchia di poteri e di nomi 'leggittimati'. Solo alcuni grandi musei, peraltro coraggiosi, hanno prestato attenzione al fenomeno dell'arte in rete, continuando pero' a ricalcare gli schemi classici di esaltazione dell'artista come 'deus ex machina', riverito dal pubblico e osannato dalla critica. La verita' e' che nella net art non esistono popstar, ma solo gruppi ben affiatati e singoli esuberanti che trovano la loro leggittimazione nel contesto opportuno. Proprio per questo intrinseco spirito di collaborazione, una delle spinte inevitabili della net art e' quella dell'affermazione di modelli sociali egalitari e liberi, attraverso pratiche di attivismo che affermino con forza la necessita' di riportare il diverso modello comunitario della rete anche fuori da essa. L'utopia di riuscire a trasformare il presente, una delle forze trainanti dell'arte di tutti i tempi, e' curiosamente lo stesso principio che ha guidato tecnici e teorici alla creazione e all'estensione della rete internet, con lo spirito di chi si sente parte integrante di un'elite in grado di plasmare il domani. Una delle indubbie fascinazioni della net art, infatti, e' certamente quella di costituire una nebulosa sfera di cristallo sul futuro stesso della rete, attraverso uno sforzo collettivo d'immaginazione compiuto da una comunita' mondiale di artisti in fervente attivita' e collaborazione. Dall'esplorazione di questo mondo in continuo fermento, Internet ne esce ridisegnata, distorta e riconfigurata attraverso una visionarieta' che con impressionante rapidita' e' capace di costruire nuovi segni, nuovi significati e nuove forme sulle sue strutture immateriali.

Alessandro Ludovico
Dal 1993 direttore di Neural, il magazine italiano dedicato alla cultura dei nuovi media. Ha pubblicato: nel 1992 'Virtual Reality Handbook', una guida alla realta' virtuale; nel 1995 'Internet Underground Guide', un'esplorazione sull'underground in rete con la prima raccolta musicale assemblata via e-mail, nel 2000 'Suoni Futuri Digitali' (Future Digital Sounds), una ricerca sulla produzione e fruizione digitale dei suoni. È uno dei membri fondatori delle mailing-list internazionali di 'Nettime', 'European Peripheral Magazine' e 'Mag.net'. Attualmente collabora con i mensili 'Inter.net', 'Internet News', con la RTSI (Italian Language Switzerland Radiotelevision) e con il magazine on-line 'My Tech-Mondadori.com', oltre che con Mute (UK) e Springerin (Austria).
Nel 2001 ha formato il gruppo n.a.m.e. (normal audio media environment) collettivo artistico che ha sviluppato il progetto di sound art 'Sonic Genoma'. Sempre nello stesso anno ha organizzato a Bari la conferenza 'Tecnologie di Liberazione'. Ha scritto un saggio per la mostra d'arte di computer virus 'I Love You' (Francoforte).
Dal 1997 conduce inoltre 'Neural Station' un programma radiofonico settimanale sulla musica elettronica e la cultura digitale. Quotidianamente aggiorna il sito web di Neural.

http://www.neural.it

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