Gate 2 : Generazione delle immagini


Milano, 1994 / 2002
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 Dalla mostra su New York a cura di Franklin Sirmans
 
Mexico City, New Delhi, La Habana, Bangkok, Paris, Istanbul, Barcelona, Melbourne, New York, Milano, Londra, Johannesburg

Atmosfere metropolitane - 1999/00

La Generazione delle Immagini, arrivata alla sesta edizione, è una serie di conferenze - e di eventi a essa collegati - che vogliono affrontare a Milano temi e problemi emergenti sulla scena artistica e culturale internazionale. Lo scopo di questa edizione di La Generazione delle Immagini, dal titolo Atmosfere Metropolitane, era, appunto, fornire una visione del panorama artistico di 12 diverse città del mondo - Città del Messico, Nuova Delhi, L'Avana, Bangkok, Parigi, Istanbul, Barcellona, Melbourne, New York, Londra, Milano, Johannesburg - lette attraverso gli occhi di altrettanti curatori che operano in quelle città. Come si può facilmente dedurre dall'elenco, l'idea è stata quella di alternare nuovi e vecchi centri, città del cosidetto primo e del terzo mondo, stabilità ed emergenze in un avvicendamento che potesse darci, in diretta, una visione della complessa situazione artistica mediante punti di vista distanti tra loro.

Alle conferenze, che ormai da anni sono ospitate alla Triennale di Milano, si è affiancata quest'anno una serie di mostre allestite all'Openspace (quella di Johannesburg anche nello spazio Venticorrenti sempre a Milano) che hanno cercato di mettere in contatto parole e discorsi, a volte astratti, con opere di artisti, in modo da incrociare esperienze e livelli di riflessione diversi. Questo volume cerca di raccogliere tutti gli spunti che mano a mano sono emersi all'interno delle conferenze e delle mostre. Mi rendo conto che se, da una parte, fare una 'ricognizione' della situazione artistica di un luogo può essere ritenuto un facile esercizio, poco impegnativo dal punto di vista teorico, in realtà, chiedere di impostare una conferenza o realizzare una mostra su questo tema è affidare un compito arduo e per certi aspetti insidioso. Con quali criteri scegliere gli artisti per ricreare l'atmosfera della città, per dare un'idea del genius loci? A tale richiesta si potrebbe rispondere: cosa debbo scegliere per esporre un prodotto artistico 'tipico', per esempio, di Istanbul? Deve contenere in sé una componente islamica e una cattolica, un po' di oriente e un po' di occidente o qualcosa di esotico che parli di venditori di tappeti o di spezie al mercato' Oppure, come posso cogliere la milanesità di Milano (visto che io, che ho curato la mostra, come una gran parte delle persone, vivo in questa città ma non ci sono nato)' Devo scegliere degli artisti le cui opere siano un po' contaminate con il design e un po' con la moda' E come fare a rappresentare quella miscela di internazionalismo globalizzato in salsa americana che c'è a New York? E le mille differenti etnie e culture di un Paese complesso come il Sud Africa e Johannesburg in particolare, con la sua utopia e la sua violenza' E' evidente, allora, che la voglia di partire per l'analisi del mondo dell'arte (e della cultura più in generale) dalle realtà locali di queste 12 città è da considerarsi come un punto di partenza per vedere se nelle opere degli artisti più giovani esista una omogeneità indifferenziata, da qualunque parte del mondo si punti il proprio sguardo, e se ci siano delle specificità culturali, storiche ed economiche che ci permettano di ritagliare i confini di una scena specifica e caratteristica di un determinato luogo. Insomma, ho cercato di mettere gli interlocutori di Atmosfere Metropolitane nell'imbarazzante situazione di dover fare i conti con quello che è la loro attività quotidiana e di raccontarla tenendo presente quel binomio di locale e globale che sembra sottendere a tutte le produzioni e le attività di questi anni.

Nella scelta degli altri undici curatori (cui si è affiancato il mio intervento su Milano) che ho invitato in questa edizione ho cercato di pormi come obiettivo quello di riunire davanti a questa tavola rotonda globale persone che hanno riscosso in ogni loro intervento, mostra o saggio critico, la stima e la fiducia degli addetti ai lavori e del pubblico. Professionisti impegnati in strutture pubbliche o private che hanno fatto del rapporto tra territorio e panorama internazionale un imprescindibile motivo di interesse e un obiettivo del proprio lavoro.

Roberto Pinto

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La citta' non come luogo geografico ne come ''non luogo'': la citta' come contesto e comunita'. Contesto dinamico, mobile, mai fisso ne definibile, costituito da molteplici comunita' di perso ne connesse tra loro in una quantita' infinita di relazioni.
Il nostro interesse si concentra su questi infiniti 'mondi' e sulle persone che li fanno esistere. Attiveremo quindi una modalita' di "attraversamento" di questi mondi, tramite gli individui e la loro rete di relazioni e contatti con altri individui. Sara' una procedura aperta, indipendente, che avviera' una generazione spontanea di tracce e indicazioni, intuizione continua di quello che non può essere raccontato ma solo vissuto.
In una sorta di gioco di ruolo prendera' il via un racconto polifonico di storie parallele, spaccati di cultura contemporanea fino al limite del pop e senza distinzioni di genere.

Atmosfere metropolitane Roberto Pinto Curatore per il progetto Atmosfere Metropolitane della mostra su Milano. Gennaio 2000, Openspace, Milano.

Pressrelease
 
CONFRONTI

Reality's Desire - 2001/02
Desiderio di realta'

Racconti d'identita' - 2000/01
Short Stories

Atmosfere metropolitane - 1999/00
Mexico City, New Delhi, La Habana, Bangkok, Paris, Istanbul, Barcelona, Melbourne, New York, Milano, Londra, Johannesburg

Landscape in Motion - 1998/99
Il paesaggio

Facts & Fiction - 1997/98
Arte e Narrazione

Public Art - 1996/97
Arte e citta'

Sguardi Planetari - 1995/96
Oltre polarita' USA-Europa


La Generazione delle Immagini - 1994/95
Appunti di lavoro