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Isola Art Center


La radiografia del Centro

Sin dall’inizio la sfida per Isola Art Center è stata quella di creare una piattaforma di sperimentazione aperta e dinamica, che combinasse l’arte contemporanea di livello internazionale, l’arte giovane emergente, la ricerca teorica, i bisogni e desideri degli abitanti di un quartiere popolare e misto, e incidesse sulla trasformazione di questo quartiere. Un progetto precario e ultralocale in una situazione di trasformazioni globali e conflittuali. Isola Art Center ha scelto di non ripetere modelli istituzionali prestabiliti, sull’esempio di New York, Berlino o Parigi, ma di creare un nuovo modello di Centro d’Arte per una situazione di crisi culturale, sociale, economica e politica prolungata. Isola Art Center è tuttora un progetto “no budget” che funziona solo con energia, entusiasmo e solidarietà.
Per capire la natura del Centro bisogna considerare che la sua struttura organizzativa è tutt’altro che monolitica o piramidale, non esiste, infatti, un direttore o curatore che decide il programma e i progetti. Non si tratta neanche di un “artist run space”, dove un gruppo di artisti realizza le sue mostre ed invita artisti amici ad esporre. Il centro si caratterizza piuttosto per la sua struttura flessibile, aperta, senza gerarchia prestabilita, rizomatica.
In questo senso possono servire da esempio una serie di mostre e progetti speciali delegati a curatori e artisti invitati, come la “Biennale d’Emergenza di Cecenia” curata da Evelyne Jouanno, “Women Shi Gaibian” con artisti di Canton curata da Martina Koeppel-Yang, “The Art Community” con 500 ritratti di artisti di Wolfgang Träger, e molti altri. Ed ancora i “Picnic” che hanno permesso a spazi d’arte di Torino, Pescara e Piacenza, di progettare e realizzare interamente delle mostre a Milano. Isola Art Center in questo caso ha aperto il suo spazio mettendo a disposizione servizi quali la comunicazione e l’assistenza al montaggio.
Questi contributi “esterni” sono stati complementari ai progetti di curatori e artisti impegnati in un modo più continuo nella costruzione del Centro. Tra gli altri si ricorda Alessandra Poggianti, Katia Anguelova, Marco Scotini, Roberto Pinto, Stefano Boccalini, Paola di Bello, Adrian Paci, Fani Zguro e altri.
Il carattere rizomatico diventa ancora più chiaro con il contributo dei diversi gruppi, citati nel testo introduttivo, che operano con autonomia all’interno del centro. Per dare solo un esempio: Osservatorio inOpera ha prodotto, oltre a video, azioni e installazioni, due pubblicazioni del “Bollettino multimano” dedicati alla distruzione di opere d’arte e alla situazione del quartiere.
Un altro rizoma si sviluppa a partire dal tessuto sociale: il lavoro svolto per anni in sintonia con le associazioni di quartiere e la nascita del Forum Isola hanno portato alla creazione di un nuovo pubblico per l’arte contemporanea nel quartiere. Gli abitanti partecipano all’attività di Isola Art Center a diversi livelli, contribuendo alla realizzazione di opere (il Museo aero solar di Tomas Saraceno o le saracinesche della mostra Permanent Green), ospitando artisti internazionali nelle famiglie del quartiere, facendo parte di azioni, performance e laboratori, proponendo nuovi progetti in spazi del quartiere. Questa partecipazione si è avviata in modo naturale, perché il campo di azione del Centro è stato sin dall’inizio lo spazio pubblico e sociale del quartiere e non uno spazio espositivo chiuso. La richiesta di un Centro per l’Arte e il Quartiere è così stata formulata in origine dagli abitanti stessi.

Bert Theis 2008



Isola Art Center

Isola Art Center ha alle spalle sette anni di storia. Dal 2003, il Centro ha lavorato con il Forum Isola alla riconversione dell’edificio industriale della “Stecca degli artigiani” in un Centro per l’arte e il quartiere. Lo spazio della “Stecca” ha permesso ad artisti, critici, curatori, filosofi e abitanti di creare il luogo più dinamico di Milano nell’ambito della ricerca artistica contemporanea. Il Centro è tutt’oggi un laboratorio che offre all'arte contemporanea una piattaforma di sperimentazione, lavorando in una logica interdisciplinare, internazionale e al contempo radicata nel tessuto sociale locale, al fine di opporsi a decisioni politiche e urbanistiche negative per il quartiere. Dal 2001 gli abitanti si sono impegnati in un’intensa attività per difendere il loro unico vero spazio pubblico, la Stecca e i giardini adiacenti, destinato ad essere privatizzato.
Lo stesso anno iniziano anche i primi interventi d’arte contemporanea. Nel 2002 negli spazi della Stecca nasce out, Ufficio per la Trasformazione Urbana, luogo di ritrovo di artisti, architetti, critici e curatori, nonché delle associazioni del quartiere. A partire dal 2003, Isola dell’Arte lavora per la creazione di un Centro per l’arte contemporanea. Durante gli anni, le opere di artisti come Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Tania Bruguera, Loris Cecchini, Gabriele Di Matteo, King’s, Luca Pancrazzi, Dan Perjovschi, Marjetica Potrc o Vedovamazzei, concepite per la struttura architettonica dell’edificio, entrano a far parte di una ideale “collezione permanente” del Centro.

Isola Art Center viene ufficialmente inaugurato nell’aprile 2005 da Daniela Benelli, Assessore alla Cultura della Provincia di Milano. Oggi fa parte della rete inContemporanea, e ospita numerosi progetti culturali e sociali tra cui: Love Difference, Osservatorio inOpera, Werkstatt, Stazione Isola, Millepiani, Undo.net, Forum Isola. L’insieme di queste associazioni, con artisti come Tomas Saraceno, ha dato forma ad un progetto innovativo di un Centro per l'Arte e per il Quartiere nei giardini dell'Isola. Finora Isola Art Center ha organizzato 29 mostre con opere di più di 200 artisti, 13 progetti speciali e 28 incontri, che hanno portato all’Isola artisti dai 5 continenti, spesso ospitati dagli abitanti. Negli anni il Centro ha collaborato con docenti e studenti di numerose Accademie ed Università. Il Centro gode tutt’oggi di un notevole riconoscimento a livello internazionale ed è stato di recente invitato al Museo Mamco di Ginevra, alla Biennale di Istanbul e al Goldsmiths College di Londra.
Nell’aprile 2007 il Comune di Milano e la multinazionale Hines hanno sgomberato Isola Art Center e tutti gli artigiani e le associazioni, dando inizio alla demolizione dell’edificio. L’operazione è servita a consegnare il fabbricato e i giardini alla multinazionale, che aspira a costruire edifici per un totale di 90 mila metri cubi. L’ultimo progetto, disegnato da Boeri Studio, prevede tra l’altro parcheggi sotterranei, residenze di lusso e due torri alberate chiamate “bosco verticale”, che si dovrebbero aggiungere a parcheggi, uffici e un’area commerciale di 30 metri cubi a costruire dal gruppo Ligresti.
Il forte radicamento nel territorio ha permesso a Isola Art Center di sopravvivere allo sfratto e di continuare le attività scegliendo come spazio di azione il quartiere stesso. Ospiti di altri spazi, quali associazioni, negozi, spazi pubblici, si è creato un terreno di gioco delle partecipazioni che ha aperto nuove possibilità.

Bert Theis, Vincenzo Latronico 2008



Isola. Tattiche e transizioni

Isola Art Center si deve considerare come una piattaforma che si è definita e trasformata, ogni volta, parallelamente alla situazione politica. Le attività messe in campo in questo contesto sono state necessariamente diversificate e non si sono mai organizzate secondo una metodologia prestabilita, piuttosto si sono determinate ogni volta rispetto alle esigenze. Si è così creato un dispositivo di ricerca, sperimentazione e progettazione che non ha lavorato per la definizione di un territorio proprio, piuttosto per la proliferazione di attività e modi di fare che sono creativi, ma anche temporanei e per questo non capitalizzabili. Tattiche, e non strategie di lavoro che seguendo la definizione di Michel de Certeau, attivano tipi di operazioni e interventi entro gli spazi propri che le strategie definiscono, queste sempre in rapporto con il potere che le sostiene e custoditi dal luogo proprio o dall’Istituzione.
Isola Art Center durante la sua prima fase di lavoro all’interno de La Stecca degli artigiani ha operato un bracconaggio che ha incluso le pratiche più diverse, dalla creazione di laboratori, a tavoli di discussione; dalla produzione di progetti pensati per uno spazio precario, all’invito di eventi di portata internazionale. Tutto è sempre stato realizzato in condizioni di emergenza e giocando continuamente con gli eventi per trasformarli in “occasioni”. Tra gli ultimi interventi prima della distruzione dell’edificio, è stato “New Museum”, una scritta a neon lunga 10 metri e collocata sopra il tetto della Stecca degli Artigiani. Il progetto realizzato dai Kings (Federica Perazzoli e Daniele Innamorato) autolegittima lo spazio, annunciandone la clandestina presenza al quartiere. Paradossalmente, poco dopo l’edificio viene distrutto. Oggi quella scritta viene presentata alla Triennale di Milano, in occasione di “inContemporanea”, il progetto promosso dalla Provincia di Milano, ma non più ad indicare l’esistenza di uno spazio, piuttosto a segnalare un momento di transizione, dove si stanno ri-adeguando le tattiche di lavoro. Perso, infatti, lo spazio di rappresentazione, le attività di Isola Art Center si spostano direttamente nel quartiere. Ospite di altri spazi, quali associazioni, negozi, spazi pubblici, crea una rete di solidarietà e dei territori su cui ri-inventare i rapporti tra corpo individuale e corpo sociale, ma anche un modo per ri-pensare allo spazio pubblico come spazio d’azione, capace di innescare un processo di cambiamento della struttura sociale in un organismo generatore di creatività.
La continua ri-definizione di un Centro per l’Arte ad opera di artisti, critici, curatori, intellettuali uniti agli abitanti del quartiere, ha aperto nuove possibilità di intervento contro un processo intensivo di banalizzazione e di dissoluzione della qualità degli spazi. Il contesto ha dato il “lessico”, disegnando ”l’insieme delle circostanze nelle quale si inserisce il fatto”.

Alessandra Poggianti 2008


Millepiani, i filosofi all’Isola.

“La razza votata all'arte o alla filosofia non è quella che si pretende pura, ma quella oppressa, bastarda, inferiore, anarchica, nomade, irrimediabilmente minore... (Deleuze – Guattari, 1991)."

Il progetto Millepiani nasce nel 1994 dall’esigenza di ridare espressione a tutte quelle istanze di pensiero che fanno parte dello scommettersi con la vita e i suoi molteplici divenire. Millepiani fino ad oggi ha pubblicato 33 numeri della rivista omonima, con un interesse speciale portato a temi come la biopolitica, la trasformazione urbana, l’arte, i corpi, e ad autori come Deleuze, Foucault, Guattari, Gorz… Il comitato di redazione di Millepiani (costituito da Tiziana Villani, Roberto Callegari, Ubaldo Fadini, Francesco Galluzzi, Thierry Paquot e Paul Virilio) e i suoi autori hanno un ruolo attivo all'interno del Centro per l'Arte. Con l'organizzazione di seminari, conferenze e presentazioni dedicate all'intreccio di arte, politica e filosofia, Millepiani ha fornito un'imprescindibile dimensione teorica al lavoro poliedrico del Centro. Dal 2004 al 2007 Millepiani ha organizzato una serie di incontri e laboratori di filosofia interdisciplinare in collaborazione con l’ufficio out. Effetto Deleuze era un laboratorio in cui i saperi si mettevano in gioco con un colpo di dadi, come insegnava Nietzsche, e che non aveva niente a che vedere con qualsivoglia approccio commemorativo. Il “divenire urbano” dei territori presume la comprensione della plasticità dei processi che vi si sviluppano e che riguardano gli usi e le pratiche del vivere quotidiano, il rapporto con i corpi e le esistenze, il problema delle identità e quello della ricerca di nuove forme espressive intese come atto di liberazione.
www.millepiani.org



IDENTIKIT DI ISOLA ART CENTER

Il centro prende il suo nome dal quartiere Isola a Milano, il luogo dove si sta costituendo.
Si tratta di un Centro d’arte contemporanea precario e inedito. È composto da uno spazio espositivo di 1500 metri quadri al secondo piano di una ex-fabbrica di proprietà comunale, parzialmente occupata, chiamata “La Stecca degli artigiani”.
L’edificio e i due giardini adiacenti sono al centro di un conflitto tra il quartiere e la giunta comunale, che vorrebbe privatizzare ed eliminare i giardini e la “Stecca”. I programmi urbanistici legati al “Garibaldi-Repubblica” prevedono di costruire sull’area delle torri, un’area commerciale e una strada di attraversamento che taglierebbe il quartiere in due. Le associazioni del quartiere invece si impegnano per la riqualificazione dei giardini e dell’edificio con l’obiettivo di salvare la qualità e la quantitá dello spazio pubblico.

In questo conflitto la promozione di un progetto alternativo con un Centro d’arte ha rinforzato la posizione del quartiere.
Il progetto viene promosso dall’associazione Isola dell’Arte, con l’appoggio di tanti esponenti del mondo dell’arte milanese, italiano ed internazionale, in sintonia con le associazioni del quartiere.
L’azione comune ha permesso di evidenziare due problemi della città di Milano: da un lato la mancanza di spazi pubblici per l’arte contemporanea, e dall’altro il rischio della distruzione dello spazio pubblico di quartieri storici.

Con la nuova proposta della creazione di un centro per l’arte e la comunità “Isola Art & Community Center”, il centro d’arte diventa uno strumento per la difesa dello spazio pubblico e dell’identità del quartiere. Nello stesso tempo l’impegno delle associazioni del quartiere aiuta a conquistare e difendere un terreno per la sperimentazione artistica.

Oggi il progetto viene costruito e autogestito da diversi soggetti che operano al suo interno: l’associazione Isola dell’Arte, l’ufficio out, il laboratorio Sugoe (giovani artisti e designer), la rivista di filosofia millepiani, il movimento Love Difference, l’Osservatorio inOpera. Il centro si apre a collaborazioni esterne attraverso i progetti di “picnic”, dando ad altri spazi d’arte, gallerie, collezionisti etc. la possibilità di curare una mostra indipendente nei locali del centro.
Diversi progetti espositvi sono organizzati con le accademie di belle arti. Nell’ aprile 2005 l’assessore alla cultura della provincia di Milano ha “ufficialmente” inaugurato Isola Art Center.

Bert Theis, Alberto Pesavento 2005
 
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