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  Armando Lulaj


armando Lulaj: Dicono che l’Europa sia diventata la nuova città sulla collina. Con la new economy il bene pubblico viene perdu­to o sostituito. Poi e’ una geometria variabile. Nel luogo in cui avevo fatto l’azione e girato il video, ora è spuntata una struttura di cui non conosco la funzione, forse un albergo. E’ la memoria bruciata del collettivismo che reagisce così o è solo una dimostrazione dell’ab-bassamento e poi del rialzamento dell’economia in Europa? E’ come dimostrare che la città sta cambiando. Ma nel video è una città di idee. Per questo credo che Living in Memory sia un ottimo esempio del mio lavoro. Spero solo che Tirana non diventi un ottimo esempio della memoria e dello sviluppo della pessima industria...

Elvira Vannini: Living in memory, è un video che hai girato in Albania nel 2003, un’azione in cui hai fatto bruciare una stella alta dieci metri sopra i colli di Tirana. Una pira rivolta contro il cielo per indicare la fine del comunismo, con il linguaggio universale e primordiale del fuoco, che annulla ogni diversità di lettura. Oltre alla società di cui parli anche la scena dell’arte globale appare sempre più multicultura­lizzata. Le politiche economiche neoliberiste, la globalizzazione che non lascia margini, il “new world order” insieme agli standard mini­mi come criteri di selezione del “sogno” europeo per i nuovi paesi membri: hanno l’effetto di creare nuove forme di soggettività politica e pratiche dell’arte. Ma forse l’aspetto più evidente e spettacolare di questi mutamenti è l’urbanizzazione sconsiderata, incontrollabile, come cambia l’architettura della città. Come si uniforma ai modelli. Con la new economy come accennavi tu, e il businesscorrelato come si modificano gli scenari geopolitici, radicalizzando le differenze, dove mancano le infrastrutture pesanti, non solo quelle informatiche…in che modo l’architettura di una città può riflettere il sistema economi­co dominante? Sono passati due anni dalla tua azione e l’indicalità semiotica della fotografia diventa una traccia di questo passaggio…mi vengono in mente tanti “mostri” dell’architettura italiana dell’imme-diato dopoguerra.. L’albergo è più un simbolo della reificazione delle strategie economi­che e delle nuove carriere, piuttosto che un punto di vista attraverso cui riesaminare criticamente il vero significato dello sviluppo urbano. Sono meccanismi di sopraffazione che rafforzano il potere piuttosto che intensificare la percezione delle disuguaglianze sociali. Un esempio per chiudere da una nota ricerca sul Pearl River Delta condotta da Rem Koolhaas (Harvard Project on the City): la regione (oggi) più ricca della Cina che ha attratto molti investimenti esteri, ma che ha subito un vertiginoso sviluppo urbano e una trasformazione non pianificata dagli urbanisti ma controllata da esigenze di tipo eco­nomico. Un’accelerazione di modernizzazione dovuta esclusivamente alla presenza di due zone economiche speciali che costituiscono un laboratorio, sotto il controllo politico, del capitalismo. Oggi è una regione in cui lo sviluppo urbano ha provocato i contrasti più aspri: si producono grandi volumi d’affari ai ritmi più veloci e ai salari più bassi, convivono baraccopoli, speculazioni, edifici hi-tech.

Armando Lulaj è nato a Tirana. Vive tra Bologna e Tirana. Living in memory è stato filmato nel 2004. Nel 2005 è iniziata la costruzione di un edificio. Oggi sulle colline di Linza si affaccia una struttura turistico-alberghiera.


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