Viatico (2007-2010) Anno XII Numero 48 maggio-giugno 2008
Iaia Filiberti – Debora Hirsch
Framed incorniciate, lasciate lì, come foto polverose di un lontano passato, una volta appoggiate su un tavolo di una villa abbandonata: un tale scenario fantasioso e cinematografico mi è suggerito da una serie di foto di attrici presentate alla galleria Roomarte. Tutte queste donne hanno avuto il loro apice di carriera negli anni Quaranta, ma il loro percorso all’improvviso si è bruscamente arrestato.
Framed: interruzione di carriera.
La storia spesso è fatta di eventi che ne cambiano il corso: a volte in meglio, a volte in peggio; in realtà non possiamo giudicare, ma soltanto documentare.
Il lavoro di Iaia Filiberti e Debora Hirsch ha molto a che vedere con questo tipo di operazione, anzi, è proprio una ricerca in tal senso, che invece di tradursi in un libro, si è trasmutata in un’istallazione artistica. Come lo storico le due artiste non esprimono alcun giudizio di sorta circa le contingenze che hanno fatto cambiare la vita di queste donne.
Può essere stata la morte, il suicidio, un incidente, un’esistenza drammatica, ma anche il ritiro intenzionale dalle regole dello show – business, l’apertura ad altri tipi di interessi, il matrimonio, la voglia di cambiare. La fine di una strada comporta sempre l’inizio di un’altra, e non è detto che vi sia da rimettere.
Framed: chiusura di un capitolo, apertura di un altro. Per ogni donna una breve nota biografica, un curriculum conciso, una carta di identità, un’iscrizione funeraria, poche righe che attraversano tutti questi generi, per raccontare chi erano, per evidenziare il punto di svolta nella loro vita.
Framed: schedate.
Ed è la vita, non l’immagine che ha importanza. L’ovale che racchiude le foto ha una certa profondità, ha spessore, mentre la ricca cornice in stile vittoriano è piatta, è in vinile, in un moderno materiale usa e getta paragonabile alla figura donna – oggetto veicolata dai media e dai mezzi di comunicazione, un modo di intendere la femminilità al quale Iaia Filiberti e Debora Hirsch decisamente si oppongono.