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Nell'ultimo periodo hai lavorato soprattutto con la pittura e il disegno. Che rapporto esiste tra questi e il tuo short film? Non ne sono sicuro, ma probabilmente il film, la pittura e anche la scrittura di un libro, rientrano in un unico progetto che avrà forse la fortuna di comprendere in futuro. La relazione tra un quadro e questo short film credo sia la stessa che c'è tra un quadro che ho fatto ieri e quello che farò domani. Se poi qualcuno mi fa notare certe analogie tra le atmosfere visionarie dei dipinti e questa del film, credo sia dovuto al fatto che penso sempre alla possibilità di cambiare la realtà che mi sta attorno, lo penso davvero spesso. In questo short film che importanza ha la volontà di raccontare qualcosa, esiste un elemento narrativo? In questo caso specifico sono partito da un' immagine, come succede per i quadri: un uomo che cammina per New York con in mano un pesce. Poi il fatto che il pesce sia morto durante le riprese mi ha costretto a pensare a cosa ne avrebbe fatto il protagonista. Non so cosa volevo raccontare, difficilmente so con precisione che cosa voglio dire. Se lo sapessi a priori probabilmente non mi verrebbe nemmeno voglia di fare le cose. Intervista a cura di Francesco Pavesi |
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