Andrea
Mastrovito
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Ad Assab One 2004 presenti un'installazione, Chi non muore si rivende, che sembra sfuggire dallo spazio industriale e fortemente connotato della GEA, per rifugiarsi in un contesto più neutro possibile...

Ho deciso di collocare il lavoro su una piattaforma bianca che ricrea parzialmente l'ambiente della galleria, il che rende evidente che non mi interessa che si relazioni con lo spazio industriale. Quello che trovo più interessante di questo luogo è ciò che vi si faceva, cioè i libri, non i macchinari o l'ambiente-contenitore. Ho pensato quindi a un collage che fosse un grande libro aperto, di quelli tridimensionali. Ciononostante il soggetto dell'installazione non è il libro, ma la pittura stessa. Il mio lavoro è costantemente una riflessione sulla pittura, più che sugli argomenti, pittura che viene di volta in volta affermata, negata, rimescolata, nascosta, fino a che non mostra la corda, o il meglio di sè.

Hai pensato anche a un'operazione per cui il giorno dell'inaugurazione verranno regalati alla gente alcuni vecchi libri stampati dalla tipografia GEA...

Ho visto questi libri bellissimi e ho pensato di regalarli alla gente, però con un ex-libris, che rimandi alla loro origine, cioè Assab. I libri escono dalla fabbrica, dove sono stati chiusi per anni e anni, e "si regalano" alla gente, così come i personaggi della fiaba, cioè la pittura, escono dal quadro e si offrono allo spettatore.

Intervista raccolta da Nora Bertolotti


G L I   A R T I S T I

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