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Doride è un lavoro poetico e leggero. Come interagisce con uno spazio industriale? Ho scelto di esporre Doride, falling metamorphosis, un lavoro legato alla figura di Doride per due motivi: da un lato l’aspetto lirico, misto a un certo umorismo, che viene evocato dal lavoro crea a un primo sguardo un contrasto con l’architettura; dall’altro il lavoro stesso racconta, a una più attenta osservazione, un cambiamento d’identità. Nella prima immagine si vede Doride in volo, poi la si vede perdere equilibrio, cadere, distruggersi e in fine fare una capriola, rielaborando così la caduta per ottenere una nuova base su cui ri-iniziare. Questo è quello che è successo e sta succedendo allo spazio della ex tipografia. Mi interessava far notare quest’aspetto di cambiamento costruttivo che lo spazio sta vivendo. L'acqua è uno degli elementi ricorrenti nelle tue opere. C'è un significato particolare? Per me il mondo marino è paragonabile a quello dell'arte, secondo la nostra cultura rappresenta anche il mondo dell'immaginario, è legato a fantastiche fiabe, alla rappresentazione della nostra anima e a sogni notturni. Con Doride volevo lavorare alla creazione di una figura che indagasse il profondo dell'essere con lirismo e visioni oniriche. Intervista raccolta da Roberta Tenconi |
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