Abbominevole
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Di solito tu lavori nello spazio aperto della strada. Vedi un conflitto nell’entrare con le tue pratiche in uno spazio espositivo?

No. La strada è già di per sé una galleria, una delle più esigenti. In primo luogo è una galleria di persone, di atteggiamenti, di fatalità, successivamente di eventi. Lavorando per la strada mi è capitato di incontrare grandi artisti e povere persone, perse in un universo talmente grande da non essere più in grado di tornare indietro. La luce che c'è in strada è perfetta per fotografare. La strada è una casa, per alcuni, ed è la possibilità di esprimersi per altri. Entrare in uno spazio espositivo, come quello di via Assab, è semplicemente una conseguenza dettata dalla qualità della proposta "artistica", dal talento personale e collettivo e, forzatamente, dalla sorte.

Hai iniziato attaccando adesivi, lo sticker è una pratica molto rapida...

Lo sticker sta alla base di un concetto preciso: promozione. Nonostante questo, può essere utilizzato e interpretato in infinite maniere. Racconta la personalità di un individuo con semplicità e è talmente versatile da poter essere usato in modo efficace sia per dichiarare un amore che, all'estremo opposto, per fare pubblicità a un partito politico. Io ho semplicemente scelto, a suo tempo, di rappresentare il mio lavoro con questa modalità senza dover a tutti i costi promuovere qualcosa, se non le mie personali emozioni.

Intervista raccolta da Nora Bertolotti

G L I   A R T I S T I

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