Teatro e Performance

a cura di Antonio Calbi

 

Teatri della soglia, dell’attraversamento e dello stupore fra corpo e parola, movimento e stasi, attore e voyeur

Per tutto il Novecento il teatro ha indagato se stesso, smontando i codici ereditati dalla tradizione per reinventarsi come "evento" e come "esperienza" a cui prendere parte e non soltanto come prodotto da consumare passivamente da una poltrona. Il teatro si è ridefinito come accadimento macroscopico o elitario, ha abbandonato la sala teatrale deflagrando nella città e invadendo il paesaggio. In continuità con l’happening ha visitato hangar industriali, celle frigorifere, appartamenti, chiese, addirittura le vastità degli stadi o la planimetria di intere cittadine. Si è fatto nomade per eventi su pullman in corsa lungo le autostrade; si è fatto "postale", germe del teatro virtuale realizzato oggi attraverso internet. Ha fatto complice la natura, inglobando nel suo gesto creativo assoluto paesaggi di montagne, fiumi, laghi.

È un dato della contemporaneità, e il portato di un sistema teatrale spesso chiuso su se stesso e incapace di prefigurarsi un futuro, se oggi l’impellenza della nuova teatralità diffusa sboccia un po’ ovunque: dalla povertà dei centri sociali alla ricchezza scenografica delle nuove "discoscene".

Ben venga, dunque, per le nuove scene extraordinarie, il palcoscenico estemporaneo dei luoghi di transito legati agli spostamenti sotterranei nella città; ai terminal di partenza e di arrivo delle stazioni ferroviarie; agli spazi del nuovissimo tunnel del passante. Luoghi sotterranei, con tutto ciò che ne può derivare: dantesca città viscerica, inferno notturno, labirinto del viandante, dell’abbrutimento contemporaneo. Universo tentacolare, inconoscibile, per diseredati e dame impellicciate, manager di borsa e giovani sballati, mamme e operai in estinzione.

Per tutti questi inconsapevoli spettatori ambulanti, ecco l’invito a interrompere il ritmo forzato del compito quotidiano per ritemprarsi in una intensa pausa, in una cesura del continuum della consunzione giornaliera. Una sospensione spazio-temporale, per ritrovarsi, scoprire luoghi mai conosciuti seppure attraversati ogni giorno; per lasciarsi incuriosire, appassionare, irritare da eventi teatrali, spettacoli inaspettati, ambigui, al confine tra le arti e la realtà.

Alcuni, tra quelli proposti, sono eventi che richiedono una partecipazione consapevole, in altri ci si imbatte casualmente. Lo spettatore-viandante potrà programmare la sua presenza consultando la mappa-calendario delle iniziative di Subway, oppure sarà gioco del caso il suo incontro con l’evento.

 

Ho visto per davvero un uomo dormire in una teca in una nuvola di migliaia di insetti? Era in Stazione Centrale o a Porta Venezia? Mah!

Le linee della metropolitana gialla, rossa, verde, vie sotterranee di trasporto, nutrono la città come un sistema linfatico ne percorrono il ventre, travasando costantemente uomini e cose in superficie verso altri vettori di trasporto, verso tramvie e ferrovie. Sono luoghi della sospensione e del nulla, e dunque palcoscenici per esplosioni del corpo verso l’esterno; sono scene del vuoto e dell’apatia, dell’inazione e della sospensione pneumatica. Mezzanini, corridoi, vetrine, piazzole, angoli, sale d’attesa sono luoghi da riempire, ampiezze da percorrere.

Lo spazio vive dell’azione e dunque ecco il corpo agito, agitato, ginnico, violento. O quello spento, letargico, perduto, moribondo, mutante. E la parola: quella urlante, devastata, schegge di un dialogo schizzato o afasico. Ed ancora il variare dei modi di partecipare alla visione, dei modi dello sguardo, con cui s’erge il voyeur.

Saranno proposti eventi di forte impatto e una serie di piccoli interventi, più contenuti e immediati. Gli eventi e le incursioni sono distribuiti lungo le sei settimane della manifestazione. Abbiamo coinvolto perlopiù nuove formazioni teatrali della scena italiana (l’età media va dai venti ai trent’anni) già conosciute o ancora alle prime prove, alle quali abbiamo chiesto interventi pensati ad hoc per la manifestazione, che partono da temi o da luoghi prescelti, o adattamenti di spettacoli già realizzati ma che per le loro caratteristiche o tematiche bene rientrano in Subway.

Teatro, performance, danza, corpo, parola, azione, fissità. Questi i fili dell’ordito con il quale il teatro - l’azione e lo sguardo che lo legittima - intreccerà la sua trama nel poliforme evento di Subway. In questa trama il corpo del performer abiterà il non-luogo con la complicità imprescindibile dello spettatore.

 

Temi e autori

I temi esplorati spaziano dal mito del labirinto (Accademia degli Artefatti), all’emarginazione metropolitana, fra l’ozio forzato delle periferie (Sic Teatro) e il viaggio a termine di un tossico marchettaro (Extramondo). Dalle teche shock con corpi nudi annegati in migliaia di insetti (Teddy Bear Company), alle performance verbali e corporee di una esile donna (Piroli). Dalle offerte di un teatro da vetrina (Indesiderati) al voyeurismo richiesto dalla pedana rotante imbandita di immagini erotico-cavalleresche in arrivo dall’Orlando Furioso (Motus). Dalle installazioni di danza e dalle incursioni coreografiche (Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi) ai "Barboni", poetici e toccanti, che abbandonato il palcoscenico ritrovano la scena originaria in una stazione (Delbono), fino all’affresco realizzato da più di venti nuove formazioni della Regione (Scena Prima), sul tema della metropoli e del viaggio.

Questi eventi, multipli e ricorrenti, danno conto dell’ampio spettro di possibilità di un teatro nei luoghi sotterranei e della mobilità cittadina in cui incontrare le coreografie geometriche e popolose dell’Accademia degli Artefatti; il lavoro d’attore e di parola di un teatro-verità omaggio a Testori; la sorprendente installazione della Teddy Bear Company, abituata a stupire con lo sballo da discoteca e qui alla prova nell’intervento in uno spazio pubblico urbano, cominciando dalla cornice "babilonica" della Stazione Centrale.

Occhi increduli e senza parole: venite a vedere!

 

 

 

Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, Milano

 

Danze civiche

coordinamento degli eventi Laura Valli

performance e installazioni di Leszek Chmielevski, Deborah Gambetta, Francesca Marconi, Antonella Marra, Marta Molinari, Claudia Pintus, Loredana Scianna, Elena Telgado, Elisa Zucchetti

 

Gli allievi diplomandi del secondo corso dell’Atelier di teatrodanza a indirizzo coreografico propongono le loro creazioni, piccoli frammenti coreografici, sequenze di danza, azioni, installazioni da vetrina con deflagrazioni di energia o abbandono dei corpi.

 

 

Compagnia Pippo Delbono, Savona

 

Barboni

ideazione e regia Pippo Delbono

musiche Mauro Buttafava, Piero Corso,

con Bob, Piero Corso, Armando Cozzuto, Pippo Delbono, Lucia Della Ferrera, Gustavo Giacosa, Simone Gongiano, Elena Guerrini, Sergio Longobardi, Marina Mondini, Mister Puma, Pepe Robledo

 

Torna a Milano il toccante spettacolo realizzato da Pippo Delbono con la partecipazione di non-attori. Questa dolente pagina di vita e poesia ritrova la sua scena originaria: il circo di artisti randagi che incontra Beckett sfida se stesso e il pubblico scegliendo un luogo emblematico e brutale, invitando lo spettatore a trasformare uno scalone della Stazione Centrale in una platea per un’esperienza a cui prendere parte.

 

 

Scena Prima - Nuovi gruppi teatrali in Lombardia

 

Evento teatro scalo

a cura di Luciano Nattino

con Animanera, L’arrocco, Apriti Cielo, Badanai, Colonia Penale, Compagnia degli Indesiderati, Ecrier, Egum, Emisfero Destro, Extramondo, Gruppo Asse, Gruppo teatrale delle Ali, Renata Mézenov, Aantonella Morassutti, P.a Produzioni, Progetto Novecento, Sic teatro, Lo Spiraglio e NickelOdeon, Teatro Aperto, Teatroincontro, Teatro Magro, Zentrifuga

 

Un macro evento collettivo realizzato da più da una ventina di gruppi selezionati alle due scorse edizioni di Scena Prima, il progetto dedicato alle nuove formazioni teatrali della Lombardia. Coordinati dal regista Luciano Nattino, i gruppi (registi, drammaturghi, scenografi, musicisti e più di 150 attori) portano le loro lingue, le personali ricerche, i propri temi in questo contenitore a maglie larghe che racconta il viaggio da e per le metropoli di oggi.

 

 

Sic Teatro, Milano

 

Rinvoluzioni

regia di Walter Leonardi

con Alessandro Betti, Angelo Ciccognani, Walter Leonardi, Davide Lo Verde

 

Ritratto allo stesso tempo reale e surreale della condizione giovanile nelle metropoli contemporanee. Fotografia trasfigurata di un gruppo di amici di un quartiere qualsiasi, incollati ad un muretto, prigionieri di un non luogo. La sosta si fa carcere, vuoto pneumatico. Sospensione del tempo, dialoghi asciutto, fra il grottesco, il comico e il tragico.

 

 

Tanti cosi progetti-Antonella Piroli, Ravenna

 

Testa a piedi

di e con Antonella Piroli

 

Poveretta/una poveretta sono io/ricca solo nel mio cuore/che si crepa lentamente.../niente

di e con Antonella Piroli

 

Piccole creazioni ai limiti della performance, di grande suggestione e intensità, questi lavori dell’artista ravennate, che da sempre persegue una personale ricerca sulla contaminazione fra arte, scrittura e teatro. Appesa imbozzolata in una guaina come un corpo primordiale a recitare una dolente litania o a dire un suo testo poetico con la testa imbrigliata in una macchina di tortura.

 

 

Teddy Bear Company

 

Ba’al-zebùb

 

Una teca di vetro con un uomo seminudo che offre il suo sonno agli occhi di tutti. All’interno della teca non è solo: decine di migliaia di insetti ne coprono la pelle nuda, brulicano nell’aria e sulle superfici, in contrasto con la quiete del performer. Il gruppo romagnolo attinge con grande libertà alla body art, all’azionismo, alle arti figurative e a quelle dello spettacolo, per le sue azioni shock pensate a partire dalle discoteche.

Extramondo-Teatridithalia, Milano

 

In exitu

di Giovanni Testori

regia di Michela Blasi Cortellazzi

con Andrea Facciocchi

 

In questo testo dolorante, potente come una bestemmia apocalittica, Testori osserva il protagonista nei minuti prima della definitiva overdose. Già ridotto per il teatro dallo stesso autore, dieci anni fa,

e portato in alcune stazioni delle ferrovie italiane, proponiamo questo allestimento, interpretato con impressionante intensità in una sorta di Via Crucis nei luoghi ogni volta differenti di cinque stazioni ferroviarie della città, dalle quali far partire l’urlo della disperazione cosmica e l’atto di accusa nell’ultima tranche de vie di un tossicomane marchettaro.

 

 

Accademia degli Artefatti

 

Ecoego - trasformazioni sotterranee

progetto Età oscura

regia di Fabrizio Arcuri

con Miriam Abutori, Paolo Bultrini, Paola Cannizzaro, Paola Ciammarughi, Elio Castellana, Nicola Danesi, Marco Grossi, Tiziana Novelli, Daniela Preite, Mauro Santoriello

 

Il tema è quello del labirinto e del mito ad esso collegato: il Minotauro, Teseo, Arianna, la fuga di Dedalo e Icaro... Azioni coreografiche, musica e suoni, spazio e immagini danno a questo evento una grande forza di impatto e il carattere di installazione.

 

 

Compagnia degli Indesiderati, Milano

 

Tranci d’improvviso

regia

Gianluca Frigerio

con

Francesca Fava, Francesco Feletti, Gianluca Frigerio, Silvia Giuliano, Alessandra Pazzi, Tonino Scalia, Audrey Sadleir

 

Si tratta di un vero e proprio teatro da vetrina: sette attori abitano lo spazio claustrofobico di una lunga vetrina vuota dando vita a undici racconti di cinque minuti ciascuno, che gli spettatori occasionali scelgono di mettere in azione con l’accensione di una candela la cui fiamma durerà appunto cinque minuti. Una volta spenta la candela e finito il "corto" letterario scelto (racconti tratti da Dostoevskij, Sartre, Kundera, Kafka, Muller, Böll...) la vetrina è pronta ad accendersi per un’altra storia scelta da un altro spettatore.

 

 

Motus, Rimini

 

Merry Go Round (O. F.) TK1 War, TK2 Love

regia End

realizzazione scenica AZT&Motus

suono AZT + Endy Bighouse

con Giancarlo Bianchini , Enrico Casagrande, Cristina Negrini, Daniela Nicolò, Cristina Zamagni, David Zamagni

 

Performance nata dall’ultimo lavoro del gruppo riminese tratto dall’Orlando Furioso dell’Ariosto: Quello spettacolo rappresenta il cuore pulsante della performance che ha tempi, modalità di fruizione e ambientazione differenti. Una pedana rotante circolare è imbandita di tableau vivant, scene, azioni, composizioni fra onirismo, erotismo, provocazioni. Allucinazioni, immagini in corsa, pose languide e sguardi ardenti in un gigantesco zootropio cinematografico rosso fiammante dal quale spiare, attraverso le fessure, o farsi invadere dalle immagini stroboscopiche a distanza.