Nick Crowe
Negli ultimi cinque anni, il mio lavoro si è sviluppato in video, performance, disegni e molti altri mezzi espressivi, passando anche attraverso la scultura pubblica e altri interventi non necessariamente collegati agli spazi della galleria e del museo.
Molte di queste opere esaminano i nuovi paradigmi emersi in seguito alla diffusione di Internet: le mie opere, cioè, cercano di gettare uno sguardo antropologico sui cambiamenti che Internet ha imposto nelle nostre relazioni sociali.
In questa serie di lavori ho prodotto sia libri che sculture e intagli in vetro, ma ho anche creato opere appositamente per la rete e una serie di animazioni digitali.
Sempre all’interno di questo progetto, ho registrato il dominio di ventinove gallerie londinesi, ho creato pagine web di pessimo gusto con tanto di musica di sottofondo e ho collegato tra loro i vari siti, raccolti sotto il nome di SERVICE2000.
Alla base di questa ricerca c’è sempre il desiderio di descrivere Internet come un propulsore di cambiamenti culturali: il mio lavoro cioè cerca di mappare questi luoghi e quei punti in cui la rete ridisegna i confini sociali ed economici. Tracciare un identikit di chi passa le proprie giornate a fare affari online, giocando in borsa e magari costruendo proprie home pages, vedere tutti quegli e-mail che corrono velocissimi sui cavi.
Discrete Packets è un film che si insinua tra programmi di navigazione, siti Internet per rintracciare le persone scomparse e pornografia on-line. È un film per Internet e su Internet: un’opera che cerca di tradurre l’estrema permeabilità della rete in un’esperienza quasi-cinematica. E in particolare è un’opera d’arte che è stata progettata per essere vista da una persona alla volta.