Bülent Sangar

Nelle opere di Bülent Sangar l’interno e l’esterno, l’ambiente rurale e quello urbano, la tradizione e la quotidianità si intrecciano costantemente.
Nei suoi tableaux vivant Sangar ritrae se stesso, i suoi amici e parenti, trasformati in interpreti di storie, narrazioni, cicli. In questi scenari Sangar analizza alcuni problemi culturali e politici.
Ora ironiche ora drammatiche, le sue opere indagano i meccanismi con cui il potere economico, ideologico e familiare dà forma alle nostre vite. Nel 1997 Sangar ha iniziato Untitled un work in progress in cui si costruisce una sorta di viaggio immaginario, una narrazione attraverso la semplice giustapposizione di una serie di foto scattate dalla finestra della casa dell’artista.
La finestra segna infatti il confine tra la strada e la casa, tra lo spazio pubblico e quello privato. Si pone in una dimensione liminale, e il confine è tracciato da una tenda, uno strumento che permette una visione a senso unico, concedendo a chi è all’interno di guardare verso l’esterno, e impedendo a chi è fuori di spiare l’abitazione.
Un velo di soffice tulle ha preso il posto della tradizionale finestra delle case mussulmane con i vetri opachi, di lattice. Il tulle avvolge letteralmente la casa in un velo.

L’uomo alla finestra, il protagonista di Untitled è l’artista stesso, intrappolato, sia fisicamente sia metaforicamente, tra due mondi, tra due diverse culture e stili di vita, tra due identità in continua evoluzione. Sangar mette in scena il desiderio di trasformarsi in un’altra persona, di diventare qualcun altro, in uno spazio altro, uno spazio pubblico: Sangar cerca di fuggire e viaggiare, ma al contempo ci appare spaventato, intrappolato, in continuo movimento, avanti e indietro, in questo non-spazio racchiuso tra le forze della tradizione e della modernità, in perenne contrasto. Sangar non sa dove andare né cosa lasciarsi alle spalle.
Questi problemi toccano migliaia di immigranti turchi che lasciano la propria città natale per lavorare all’estero, soprattutto in Germania.
Nel video Fragile, creato appositamente per questa mostra, Bülent Sangar affronta da un altro punto di vista le stesse contraddizioni e i dubbi ai quali si va incontro quando si lascia la propria patria per ragioni economiche: i problemi linguistici e quelli alimentari, il trasloco dei propri pochi beni, il tradizionale matrimonio con una vergine, i soldi, il desiderio quasi insopprimibile di tornare nel villaggio natale per mostrare a tutti la propria macchina europea, e poi il sogno di possedere una casa tutta per sé… Tutti questi problemi e questi sogni sono ritratti con la sensibilità critica e poetica tipica di Bülent Sangar.

Questo video è uno specchio, proprio come tutte le serie fotografiche di Sangar: ci ritroviamo al cospetto di noi stessi, delle immagini stereotipate nelle quali abbiamo intrappolato l’Altro e possiamo finalmente renderci conto di quanto non sia diverso da noi, quanto siamo simili e vicini.

Vasif Kortun e Rosa Martinez, in Living and Working in Vienna, catalogo, Kunsthalle Wien, Vienna, 2000