“Quando un posto diventa un luogo” le persone creano umanità e fanno la storia.

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Indice :

1 Re-inaugurazione dei monumenti per creare la "memoria al presente"

2 “Quando un posto diventa un luogo” le persone creano umanità e fanno la storia.

3 re-inaugurazione del Monumento ai Partigiani di Ponticelli a Imola [video]

4 re-inaugurazione Pozzo Becca IIIG a Imola [video]

5 re-inaugurazione Pozzo Becca IIIA a Imola [video]

6 re-inaugurazione Monumento Armando Cavalli a Casalfiumanese [video]

7 itinerario lungo le vie della Resistenza [video]

8 re-inaugurazione monumento al II Corpo d'Armata Polacco a Imola

9 re-inaugurazione Monumento La Rossa a Imola [video]

10 intervista ad Alberto Baldazzi, sindaco di Castel Del Rio [video]

11 Quando un Posto diventa un Luogo a Castel Del Rio [video]

12 Maria e Livia, due donne partigiane [video]

13 re-inaugurazione della lapide in ricordo di Andrea Gualandi a Dozza

14 re-inaugurazione monumento in ricordo del Gruppo di Combattimento "Folgore" a Borgo Tossignano

15 re-inaugurazione monumento ai caduti di tutte le guerre a Borgo Tossignano

16 re-inaugurazione monumento in ricordo della Liberazione a Fontanelice










Il geografo cinese Yi Fu Tuan afferma che quando un “posto” anonimo diventa familiare lo percepiamo come “luogo”, da qui il titolo e l’intento del progetto che tenta di ridare familiarità ai simboli della nostra città, divenuti ormai poco più che arredi urbani, partendo innanzitutto dall’incontro con i cittadini e in primis con le scuole, circa 800 studenti, che hanno adottato a Imola e nel circondario monumenti, targhe e toponomastica, per riabitarne il senso e ridare spessore all’emotività ad essi legati; partendo innanzitutto da un laboratorio di conoscenza e dibattito storici con Marco Orazi e poi da spunti di rivisitazione tratti dall’arte contemporanea.
Le modalità di arte partecipata messe in atto vengono da lontano, nel 1995 mi trovavo a Berlino per il progetto Erasmus, la città mi concesse tra i tanti doni la possibilità di lavorare con Christo e Jean Claude al “Drappeggiamento del Reichstag” che dopo 25 anni di attesa aveva ottenuto i permessi per “coprire 15 giorni al fine di riscoprire” l’attuale palazzo del governo tedesco che, seppure nella sua imponenza, aveva perduto di “appeal” e di identità. Croce e delizia dell’essere umano, infatti, è essere avido di novità, ma anche continuamente preda dell’abitudine che sfocia nell’indifferenza, ci accorgiamo spesso del valore delle cose e delle persone quando le “perdiamo”.
Essere poi nella classe di Katarina Sieverding e Lothar Baumgarten visitati da Klaus Biesenbach, Jim Dyne, Vivienne Westwood, Daniel Liebeskind, Stan Douglas, Matt Mullican, Rebecca Horn, etc mi diede la possibilità di affrontare tematiche che avrebbero segnato per sempre il mio percorso di artista e persona.
In seguito la mia modalità di lavoro ha messo a punto alcuni parametri fondamentali, primo tra i quali concepire l’arte come “estesia” e cioè come antidoto all’anestesia che ritengo essere uno dei “mali” subdoli” della nostra epoca. Martha Nussbaum sottolinea come sua diretta conseguenza la perdita di “compassione”, intesa come “patire con” e cioè come condivisione reciproca e sociale del benessere e del malessere. Oggi si assiste ad una progressiva tendenza all’egoismo, come se fosse una forma di protezione del singolo in una società dominata dalla paura, quando in realtà, la migliore forma di difesa, ma soprattutto di felicità è la novità condivisa, data dalle relazioni, dal rispetto e dalla riscoperta della memoria.
In questo sta a mio parere la funzione dell’arte partecipata e dell’arte in genere, nello sviluppare il pensiero divergente, nel mostrare punti di vista inaspettati, nel valorizzare e promuovere, quello che la monotonia cancella, all’insegna del rispetto dell’opinione di tutti, pur nella volontà del proporre qualcosa di nuovo. Aristotele parlava di ETHOS, LOGOS e PATHOS, ecco altri tre ingredienti alla base del nostro progetto, rivisitare, ri-inaugurare un monumento significa renderlo di nuovo credibile, renderne il messaggio comprensibile e interessante e infine renderlo in grado di muovere le coscienze verso gli ideali che tale simbolo voleva rievocare e mantenere. La memoria tuttavia, nonostante erroneamente si pensi sia una riesumazione dal passato è sempre una ripetizione differente dei contenuti, un racconto “contemporaneo” che va curato, protetto reso vivo fino a che si ha il privilegio dei testimoni, poi delle testimonianze e in seguito dell’amore e della stima dei posteri che ne mantengono l’essenza e l’energia. Cosa può fare l’arte per la memoria e per i ragazzi nelle scuole ad esempio? Accendere il motore di un dialogo socratico che ci faccia rivedere l’accaduto da punti di vista sempre nuovi, fedeli, ma nuovi nel sentire, nuovi per coloro che ricevono questo dono in età diverse, con esperienze diverse, appartenenti a generazione diverse che non hanno avuto il dolore e la gloria di partecipare alla guerra, ma che si trovano a tutelare oggi una parziale pace internazionale e soprattutto si trovano spesso, loro malgrado, nella condizione di una difficile presa di coscienza degli eventi, sebbene assetati di contemporaneità e di dibattito, per acquisire il diritto e la consapevolezza di un’autonomia di pensiero.

Questo percorso si rifà ad almeno a quattro precedenti progetti a Bolzano, in Basilicata, Cremona e a Siena.
A Bolzano avevo stilato il bando per la realizzazione di un’opera nel quartiere Casanova per trasformare l’area anonima di un “luogo” familiare. E’ nato così un ampio progetto che aveva a che fare con la regione, con la città, con il bilinguismo e si è sviluppato con la partecipazione delle scuole, delle associazioni e della città in genere che prima di “incontrare” l’opera di artisti nazionali o internazionali andavano preparati a riceverla e a desiderarla, capendo cosa significava “Arte Pubblica”.
A Stigliano, in Basilicata con i volti dei cittadini ho realizzato “Joie de Vivre”, un’identitaria carta da parati della Biblioteca di un Antico Pastificio divenuto un Hotel a 4 stelle, ricreando il senso di appartenenza all’interno di un luogo che con la sua chiusura aveva messo in crisi molte relazioni. A Siena a Ottobre 2014 abbiamo dato vita, nello spazio del mercato del Tartarugone, dopo alcuni mesi di lavoro, ad un monumento dedicato alle donne “Le colonne di Siena”, con tutto il coordinamento “donne” delle contrade, tessendo e ricoprendo 24 colonne di pizzo e maglia ai ferri e realizzando un video che comincia a dare spazio a donne memorabili.

Ancora più fedele alla linea di questa nuova proposta è stato “Genius Loci” a Cremona, nato da un workshop sviluppatosi in un grande happening in cui i monumenti della città hanno ripreso voce vita e forma in un percorso, con tanto di banditore, di risveglio cittadino, che ha riscoperto i propri contenuti e gli ideali che avevano investito i “numi tutelari” ormai diventati, tuttavia, poco più che punti di riferimento nella mappa cittadina. Ovviamente, ogni volta la partecipazione attiva di chi aderisce da un carattere assolutamente particolare.

In questa occasione è stata fondamentale l’attenzione e la recezione dei miei intenti da parte di Claudia Baroncini, che oltre ad essere subito sensibile al messaggio di “resistenza Culturale “ dello spazio Novella Guerra Guerra, mi ha stimolato a presentare questa idea, supportandomi e mettendomi in contatto con un articolatissima squadra che sta sinceramente e profondamente tentando di produrre e dibattere valori e entusiasmi. L’adesione e il supporto degli assessori e la partecipazione attiva e approfondita degli insegnanti, mi hanno posto di fronte a classi curiose assetate di realtà e contemporaneità, così come di gesti di eroismo di coraggio e di amore, laddove, soprattutto nei media e nei social network, tutto viene loro presentato come un’ambigua messa in scena tra fiction, orrore e banalità. Il pubblico sa già tutto, come sostiene il famoso regista Peter Greenaway, occorre solo risvegliare i loro archivi e mettere in moto la loro capacità combinatoria, si divertiranno e riscopriranno il pensiero critico, il piacere di essere protagonisti, non solo per i 15 minuti di fama, ritenuti un diritto di tutti da parte di Andy Wahrol, ma della loro storia.



Team di lavoro:
Ideazione e sviluppo: Annalisa Cattani (Artista)
Workshop di “Storia Contemporanea”: Marco Orazi (Storico)
Coordinamento: Claudia Baroncini (storica dell’Arte)
Comunicazione grafica: Davide Rotatori (Graphic designer)
Riprese video e editing: Marco Carroli (video-maker)
In collaborazione con la classe

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