Modernismo italiano in mostra a Haunch of Venison, NY. Elena Geuna e i “beni comuni”

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Semplici testi di servizio, anonimi e commerciali, possono a tratti illuminarsi di luce paradigmatica: è questo il caso.

Il comunicato stampa di Afro Burri Fontana, in programma nella primavera 2012 nella sede newyorkese di Haunch of Venison, è un documento storico, sociale e politico formidabile, in costante oscillazione tra unzione retorica e sbrigatività commerciale. In esso si raccolgono interi conformismo e inadeguatezza culturali di una advisor italiana, Elena Geuna, preoccupata solo di modellare in senso mimetico e subalterno una tradizione artistica (in definitiva un “bene comune”) per meglio collocarla sul mercato secondario.

Già nell'organico di Sotheby’s Londra, in seguito curatrice di mostre memorabili come la retrospettiva di Pierre & Gilles alla seconda Biennale di Mosca (2007), Jeff Koons a Versailles (2008) e Lucio Fontana: Luce e Colore al Palazzo Ducale di Genova (2008), Geuna appare l’esecutrice elettiva del disegno di commodification dell’arte italiana contemporanea che Haunch of Venison, acquistata da Christie’s nel febbraio 2007, persegue da tempo con aggressiva intransigenza.

Amica di François Pinault (questa, pare, la migliore credenziale scientifica), proprietario di Christie’s e dunque della stessa Haunch of Venison, Geuna avrà cura di raccogliere vestigia sparse e a tratti esauste (come il tardo e iterativo Concetto spaziale del 1968, adottato come testimonial) presentandole a un illetterato pubblico di oligarchi come scelti incunaboli sperimentali (e naturalmente “capolavori”).

Costruita attorno a una tesi errata e adulatoria (l’interesse storico dei tre artisti esposti risiederebbe nel loro “intenso scambio interculturale con gli Stati Uniti” [sic]), la mostra (apprendiamo dal mirabile comunicato) non mancherà però di svelare la “straordinaria poesia e originalità di opere” per lo più litigiosamente estranee l’una all’altra (che cosa hanno da dirsi Afro e Burri? E Afro e Fontana? E in generale: troppo compromettente immaginare una mostra sulla complessità tutt'altro che pacificata dei rapporti tra Italia e Usa negli anni Cinquanta e Sessanta?).

Afro, Burri e Fontana è presentata come “the first exhibition in the United States to focus on the work of the internationally renowned Italian artists”. L’affermazione è del tutto fuorviante sotto un profilo storiografico.


http://www.art-agenda.com/shows/haunch-of-venison-presents-afro-burri-fontana/

per una storia societaria di Haunch of Venison http://www.economist.com/node/16267901

sul tema dei rapporti tra arte italiana contemporanea e arte americana cfr.:
_Michele Dantini, Una storia di sedie e cortei. Michelangelo Pistoletto, online @ http://micheledantini.wordpress.com/2012/01/21/una-storia-di-sedie-e-cortei-michelangelo-pistoletto/
_Michele Dantini, "Leggenda del curatore-eroe", in: Doppiozero, online @ http://www.doppiozero.com/materiali/fuori-busta/leggenda-del-curatore-eroe
_Michele Dantini, "Pattini a rotelle. Gino De Dominicis laicizzato", online @ http://doppiozero.com/materiali/fuori-busta/pattini-rotelle-gino-de-dominicis-laicizzato
_Michele Dantini, "'Informazione' e 'crudeltà'. Paolo Fossati(1938-1998): critica, editoria, politica culturale", online @ http://micheledantini.wordpress.com/2012/01/01/informazione-e-crudelta-paolo-fossati-1938-1998-critica-editoria-politica-culturale/