2014: stato della (street) arte ::: Torino, Milano e oltre

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Indice :

1 Black Box: un registratore di arte pubblica, oggi.

2 2014: stato della (street) arte ::: Roma

3 2014: stato della (street) arte ::: Bologna

4 2014: stato della (street) arte ::: Torino, Milano e oltre

5 Torna l'arte pubblica a Roma: SANBA 2015

6 MEMORIE URBANE STREET ART FESTIVAL 2015

7 Pao a Milano: Black Hole Fun

8 Arte pubblica e riqualificazione urbana // SANBA 2015 - 2° PARTE

9 Cheap 2015: il poster art festival bolognese apre la "call for artists"

10 "Being here": Wunderkammern presenta la prima personale di Alexey Luka in Italia




Millo su una delle 13 facciate cieche del quartiere torinese Barriera di Milano, frutto di Arte in Barriera



Tra l'ossessivo labirinto e il mare: anche questo è ViaVai, in provincia di Lecce



Pao a Milano, su uno dei ponti del Naviglio pavese

Continua il "giro d'italia tra gli animatori di arte pubblica, rigorosamente "street", del 2014

TORINO - Cosa succede più a nord? A Torino grazie all’impegno, tra le altre, dell’Associazione il Cerchio e le Gocce, già dai primi anni 2000 ha prodotto importanti jam sessions, oltre a “Street Attitudes”, quella che forse fu la prima serie di incontri di confronto nel panorama del writing e street art, per fare ricerca di artisti emergenti e guardare avanti. I progetti per le grandi facciate di Torino nascono già nel 2006, ma come racconta Fijodor Benzo “restano lettera morta in comune fino al 2010, quando la Città riceve il finanziamento come Capitale Europea della Gioventù e si riesce finalmente a partire”. Le 3 edizioni di Picturin (http://www.picturin-festival.com) donano alla città kilometri di opere disseminate dal centro alla periferia per mano di oltre 100 artisti da tutto il mondo, che oggi si possono visitare con facilità grazie alla mappa degli interventi, il progetto Inkmap (http://www.inkmap.it).
Nell’anno in corso Picturin non si è svolto, ma Torino ha comunque ospitato un importante progetto che rende necessario aggiornare la mappa: si tratta di Arte in Barriera (http://www.arteinbarriera.com), il concorso organizzato dal Comitato Urban Barriera, che, con le parole di Luca Cianfriglia, architetto ideatore del concorso “gestisce in nome per conto del comune di Torino, attraverso un programma europeo, il progetto di riqualificazione del quartiere Barriera di Milano, che ricomprende 34 azioni, tra cui Arte in Barriera”. Il concorso, aperto a artisti, designer, grafici e architetti, ha previsto la tessitura di un concept narrativo unico che si dipana su 13 facciate scelte come si legge dal sito, “dai tecnici della Fondazione Contrada insieme alle proprietà degli edifici interessati” a seguito della mappatura dettagliata del quartiere che ora è fortemente caratterizzato dal tratto bianco e nero distintivo di Millo, l’artista e illustratore che si è aggiudicato il bando.

PIÙ A SUD - Non così a Racale (LE), dove si apre quest’anno la prima edizione di Viavai Life and Art Experience (http://www.viavaiproject.com). Matteo Bandiello, tra gli ideatori dell’evento ci dice che “per lo sviluppo e la realizzazione del progetto non abbiamo avuto alcun aiuto istituzionale concreto e gli spot sono stati da noi ricercati "step by step" e "door to door". Il classico passaparola insomma, un metodo che alla fine è sempre molto efficace”. I cittadini si sono lasciati coinvolgere anche grazie al numero crescente di opere che nascono in città: come sempre, il copione va dalla diffidenza alla curiosità, trasformandosi, quando possibile in collaborazione. Viavai, ideato e curato dall’Associazione WOW, è un “evento non convenzionale di arte pubblica che si prepone di creare sul territorio una galleria itinerante a cielo aperto, dove il VIAVAI di artisti (tra febbraio ed agosto n.d.r.) è iniziato con Ozmo, Göla, proseguito con Alfano e Geometricbang, Jaz e Alexis Diaz, concluso con Gaia e Boscoletti e diversi altre e altri artisti. Non ho avuto notizie dagli organizzatori del Fame Fest di Grottaglie (TA), ma mi assicurano che gli apripista dell’area più mediterranea d’Italia stiano lavorando su altri progetti, nel frattempo altre città elaborano e sviluppano modelli e mega lavori, con Pigment Workroom (http://www.pigment-wr.com) a Bari e ALT!rove Festival (http://www.altrovefestival.it).

MILANO - La storia si conclude a Milano, la città in cui vivo e che sembra avere un carattere tutto suo.
Se in tutte le grandi e piccole realtà insiste un progetto (o più), sempre rigorosamente mosso da gruppi creativi, che siano Associazioni o piccole aziende, a Milano non c’è un progetto sulla città in grado di attrarre pubblico di visitatori. Con il tempo ho capito e accettato che forse questa è la nostra tendenza: progetti spot, generati da realtà di quartiere, piccole o grandi organizzazioni che ritengono di poter contribuire a migliorare lo spazio urbano e lasciare un segno. Proprio in questi giorni WhyZ e Superground “aprono” Via Malaga con live painting, dj set e bar temporaneo dopo una settimana di pulizie della via e dei dintorni. Nel mese di settembre si sono svolti due bei lavori di arte pubblica, uno per riqualificare gli esterni del Teatro Ringhiera (http://www.atirteatroringhiera.it), che oggi è un bel mash up di pattern e colori, con la partecipazione tra gli altri di Tellas; l’altro è il progetto MilanoWallArt (http://www.facebook.com/milanowallart), organizzato in Piazza Andrea Ferrari per il 140^anniverasrio dell’Ospedale Gaetano Pini, con le opere di Pao, ivan e Orticanoodles nel pieno centro di Milano: 1000 mq di murales su alcuni dei muri più antichi della città. La battaglia al pezzo più centrale se la gioca con il progetto a 20 mani “Milan Street Hi-story” commissionato dal Don della Basilica di San Lorenzo, vicino a Piazza Vetra. A pochi passi da lì, i ponti del naviglio di via Lagrange e via Pavia sono rinati grazie all’associazione Evoluzioni Urbane. Il Comune di Milano e la Fabbrica del Vapore dedicano poi una murata alla memoria di Nelson Mandela sulla trafficatissima Via Procaccini, mezza sventrata per gli scavi della metrò e quelli del posto dove personalmente ho avuto il mio primo impatto con la street art: era il 2006, era il Bulk e Ozmo stava dipingendo “San Michele after Raffaello” … senza alcun permesso e in tutt’altra stagione per Milano. La città va avanti, l’arte pure: quando le due cose si uniscono, il risultato è spesso una bella scoperta, che fa ridestare dal sonno della partecipazione attiva e da quello del gusto estetico. Due sensazioni che sempre più vogliamo provare? Nel 2015 nuove ricette: stay tuned.