Gabriele d'Annunzio. La Mostra della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma offre un contributo alla conoscenza del "vero" d'Annunzio che non fu l'esteta decadente su cui seguita ad esercitarsi una pubblicistica superficiale, ma l'apostolo di una bellezza e di una grandezza - quelle dell'identita' storica italiana, aperta all'Europa e al mondo - ancora oggi valide.
"Noi siamo d'un'altra Patria
e crediamo negli eroi".
L' "altro" d'Annunzio, quello che non si conosce, o - meglio - che si è
volutamente dimenticato: il cultore di Roma, il campione della Nazione, il
federalista convinto, l'europeista lungimirante, l'antesignano della modernità .
Oltre che, naturalmente, il Vate e lo stilista inimitabile. E' il d'Annunzio
che, per iniziativa del suo presidente professore avvocato Emmanuele Francesco
Maria Emanuele, la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma presenta nel suo Museo
del Corso in un'eccezionale mostra dal titolo:
"Gabriele d'Annunzio. L'uomo, l'eroe, il poeta."
La Mostra, che si articola per mille capolavori - documenti tutti della vita del
Poeta-Eroe provenienti dal Vittoriale di Gardone, la sua residenza-monumento
donata agli italiani - propone, curata da Annamaria Andreoli, una vita
inimitabile spesa tutta all'insegna dell'Italia e dell'Arte. Si parte dalla
ricostruzione della Polena della Nave Puglia, sul portone del Museo del Corso,
anticipata alla Stazione Termini e nella Galleria Sciarra-Colonna, sede della
Fondazione, dalle famose automobili del Vate: rispettivamente la Fiat Tipo 4 e
l'Isotta Fraschini. Al centro del Grande Salone del Museo del Corso campeggia
l'aereo Sva usato durante il volo di pace su Vienna. Ancora, un plastico di
oltre due metri con il Mas della Beffa di Buccari.
"Io ho quel che ho donato": il celebre motto dannunziano si affaccia già dal
balcone del Museo del Corso. Troppo spesso la figura di d'Annunzio è stata
ridotta a quella di un poeta-dandy, che vive tra splendide amanti e veloci
destrieri. E il suo "vivere inimitabile" è stato interpretato come una scelta di
puro edonismo. Ma questo non rende giustizia all'Italiano che ha insegnato a
tutto un secolo le vie del coraggio, né allo strenuo impegno dell'Artista,
l'unico che nella letteratura italiana del Novecento abbia coltivato con pari
impegno la poesia, il teatro e la narrativa, collocandosi con Petrarca, Dante e
Manzoni tra i grandi forgiatori della lingua. La sua opera poetica, che
trasfondeva liricamente l'autocoscienza dell'identità nazionale, trova
compimento - del resto - nel suo ardente impegno nell'ultima guerra per
l'Indipendenza (1915-1918) che il Re volle segnalare anche con la concessione
della Medaglia d'Oro al Valor Militare.
La Mostra della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma offre un contributo alla
conoscenza del "vero" d'Annunzio che non fu l'esteta decadente su cui seguita ad
esercitarsi una pubblicistica superficiale, ma l'apostolo di una bellezza e di
una grandezza - quelle dell'identità storica italiana, aperta all'Europa e al
mondo - ancora oggi valide. Il percorso di visita della Mostra si snoda
attraverso punti fermi: tre sale ricostruiscono, con gli arredi originali, tre
ambienti dannunziani del Vittoriale: il portico all'aperto, la biblioteca e lo
studio.
Nel percorso, tutto tappezzato di autografi, manoscritti, fotografie, viene
documentata la scelta mediterranea del Poeta: dalla rivisitazione delle
Repubbliche marinare, alla contemplazione ecologica ante-litteram della duna
costiera, fino ai grandi poemi tematici. Lo stesso Vittorio Emanuele III, il
sovrano che siglò metà della storia del regno d'Italia, è il Re che "viene dal
mare".
D'Annunzio fu uno scrittore di vera statura europea e fama internazionale. Poeta
profondamente "mediterraneo", vide nella Francia la sua seconda Patria e compose
in francese opere di alto valore letterario.
Poeta "alla luce del giorno", come Kafavis e Machado, tradotto e conosciuto
persino in Cina e in Giappone, d'Annunzio fu capace di influenzare gli autori
più diversi, da James a Musil, e nello stesso tempo creatore di un'opera
profondamente e inconfondibilmente nazionale, apparsa agli stranieri come
un'epitome della civiltà italiana e una sorta di manifesto dell'italianità .
Orari: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00. Chiuso il lunedì.
Ingresso: intero L. 12.000; ridotto L. 9.000 - L. 8.000.
Catalogo Edizioni De Luca.
Per informazioni e prenotazioni visite guidate, Museo del Corso, tel.06.6786209.
Museo del Corso, Via del Corso 320, Roma
Ufficio Stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo, Tel. 049-663499 Fax
049-655098
E-mail esseci@protec.it