Associazione Culturale Satura
Genova
piazza Stella, 5/1
010 2468284 FAX 010 6046652
WEB
Quattro mostre
dal 3/4/2015 al 14/4/2015
mar-ven 9.30-12.30 e 15-19; sab 15-19
010 2468284
WEB
Segnalato da

Satura Art Gallery




 
calendario eventi  :: 




3/4/2015

Quattro mostre

Associazione Culturale Satura, Genova

Alla Chiara Luzzitelli in 'Come le persone non vorrebbero mai mostrarsi'; Fabio Bix in 'Refresh - arte da gioco'; la collettiva 'Pia e Aurora Labate presentano le opere degli artisti di Arte Laboratorio' e Francesco Firpo in 'Complessita' progressive tridimensionali'.


comunicato stampa

Alla Chiara Luzzitelli
Come le persone non vorrebbero mai mostrarsi

a cura di Flavia Motolese

Non è storia di persone o personaggi, non è solo questo. Nemmeno una storia di corpi chiusi in spazi sterili, di pose, di centimetri quadrati di pelle, di muscoli tesi, capelli arruffati, e di una mimica facciale che fa il resto, o tende ad essere tutto quando rabbia, dolore, attesa o annientamento sono assunti a sintomi universali in una condizione individuale. È umanità. È quella che Alla Chiara Luzzitelli afferra a due mani, spingendola con forza in un valzer di stadi emozionali, effetti di cui non si conosce causa e che non hanno preventivamente trasceso ogni appartenenza fisica per farsi icone della contemporaneità.

Sarà pure molto giovane la Luzzitelli, ma ha perfettamente capito come guidare questo valzer, quali saranno le mosse, dalla prima all'ultima. E dietro l'obbiettivo ha scartato tutti i doni che le ha fatto la cultura contemporanea, è divenuta padrona assoluta di una tecnica fotografica impeccabile, coltivando per conto suo anche un sottile piacere voyeuristico, caro a quella cultura. Che poi è il piacere di chi allibisce di fronte a Come le persone non vorrebbero mai mostrarsi nello stesso momento in cui gode perdendo ogni contatto con la realtà, nell'incapacità di essere al di sopra di ogni giudizio e riserva, di qualunque pudore, come invece lo sono Davide, Celeste o Fabio, protagonisti individuali di una società che sembra divertirsi a nascondere sé stessa, ad auto-costringersi troppo di frequente nella morsa dell'annichilimento emotivo.

L'immagine ha preso il ruolo di una pratica, incondizionata, quasi un'azione performativa in cui la Luzzitelli può rimettere in circolo molto dell'irruenza fisica - a modo levigata e cristallizzata - di Nicola Ruben Montini, altro giovane protagonista del contemporaneo, dotato quanto lei della capacità di portare un espressionismo costruito ad personam su funzioni di regime collettivo. (Testo critico di Andrea Rossetti)

-----

Fabio Bix
Refresh - arte da gioco

a cura di Elena Colombo

L’arte visiva di Fabio Bix è l’evoluzione semiotica del gioco di parole. È come se la poesia concreta fosse stata completamente ribaltata perché il significante diventa significato e l’artificio transitorio si sostituisce al sostrato naturale della comunicazione. Le ardite costruzioni che incastellano le carte in composizioni fragili come bouquet danno un senso nuovo all’illusionistico e alla prestidigitazione nell’era delle immagini e di Harry Potter. L’istantanea della performance sembra voler bloccare il volo di un mazzo di carte scompaginato e piegato.

Si scopre così la logica sottesa a qualcosa che potrebbe sembrare casuale. Come nelle illustrazioni di Arthur Racham per l’ultimo capitolo di “Alice in Wonderland” i mazzi prendono vita, figure, numeri e segni si mescolano fino a creare un codice senza sequenza. Lontano dalla lettura cabalistica che si potrebbe dare dell’opera di Carroll, qui si riscontra piuttosto una chiara tendenza sociologica, sempre pervasa da una sottile ironia . Partendo dall’uso non strumentale di utensili vintage, queste opere inaugurano un diverso tipo di avanguardia. È un futurismo influenzato dalla modernità, ossia dalla destrutturazione programmatica delle Grandi Narrazioni e l’attenzione mirata verso la singola interazione sociale, sempre vincolata al mezzo come parte integrante di un messaggio che, comunque , è destinato a restare incompleto. L’insieme ha l’impatto cromatico / spaziale di Taro Okamoto, mischiando idealmente i colori forti alla tridimensionalità della sua “Torre del Sole”: inno all’ambiente ma anche presenza aliena del Super Ego. Lo sloveno Marko Pogacnik aveva già trasformato le carte in oggetti pop che inseriscono il calcolo statistico delle probabilità nella frammentazione dell’identità collettiva.

-----

Pia e Aurora Labate presentano le opere degli artisti di Arte Laboratorio

a cura di Mario Napoli

S’inaugura sabato 4 aprile 2015 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Pia e Aurora Labate presentano le opere degli artisti di Arte Laboratorio” a cura di Mario Napoli con le opere di: Graziella Bergonzi, Dalide Bolognesi, Annamaria Bonvicino, Maria Rosa Braito, Francesco Bruzzo, Anna Maria Buzzetti, Paolo Cau, Paola Capurro, Marina Chesi, Laura Corrias, Anna Crescenza, Mariella Deidda, Giuseppina Fera, Marina Fossa, Mariella Fragai, Iolanda Giuffrida, Antonio La Piccirella, Marina Lupi, Chiara Marzullo, Laura Moroni, Annamaria Noto, Angela Pastore, Rosaria Pellegrino, Tina Rivaldone, Carla Robbiano, Edoardo Salvaneschi, Maria Rosa Salvi, Maria Scrivo, Annamaria Spallarossa, Faustina Tattoli, Magda Tregrosso e Pasquale Varoni. La mostra resterà aperta fino al 15 aprile 2015 con orario 15:30 – 19:00 dal martedì al sabato. Se si applicano gli studi di Art Therapy alle tesi sulla psicologia sociale della cosiddetta “terza età”, la pittura e il disegno sono un ottimo modo per coniugare la realtà biologica e il sentire comune e reinserire le persone anziane nel dinamismo dell’attività creativa.

Anche secondo le teorie di Jane McAdam Freud – erede professionale sia di Sigmund che di Lucien – l’arte riscoperta in epoca post-lavorativa assume una forma espressiva diversa rispetto al discorso di urgenza comunicativa che si può riconoscere osservando il lavoro di un giovane pittore. È innanzitutto la rivisitazione della memoria che assume vesti inaspettate nell’uso del colore e della luce, mentre l’analisi del corpo e dell’ambiente può essere un mezzo per accettare se stessi o per trovare un’interpretazione delle correlazioni tra oggetto e soggetto. Nelle opere di questa mostra collettiva, il gusto cromatico deriva da uno studio attento della tecnica compositiva che, partendo dai canoni accademici, permette di raggiungere peculiari effetti artistici. La continuità stilistica si declina nei differenti aspetti dei linguaggi personali, pur conservando una propensione più marcata verso il figurativo piuttosto che verso l’astratto. Le stratificazioni del vissuto si traducono nella libertà dei codici visivi: le esperienze equivalgono alla gioia del tratto, alla malinconia delle inquadrature o persino alla comunione con il paesaggio. (Testo critico di Elena Colombo)

-----

Francesco Firpo
Complessità progressive tridimensionali

Imprimere il movimento ad un corpo statico non è un paradosso quando si analizza l’opera di Francesco Firpo. Le sue sculture in legno sono strutture articolate che si sviluppano nello spazio a partire da pochi elementi volumetrici: la forma base da cui parte il procedimento creativo, moltiplicandosi potenzialmente all’infinito, materializza l’energia del moto, rappresentando in un continuum il movimento e la sua fluidità.

L’artista immagina corpi che si estendono nello spazio a partire da poche forme essenziali caratterizzanti, creando un ipotetico movimento di cui testimonia ogni singolo passaggio e mostrando, attraverso la concatenazione dei singoli pezzi, la continuità del gesto. Un’impalcatura complessa che trova nella compenetrazione dei piani prospettici il suo dato peculiare.
Simili ad una spirale o ad un nucleo, le sculture si allungano e si avviluppano su se stesse, foriere di un artificio che trova nel Futurismo la sua più diretta ascendenza. Le linee di contorno irregolari le dilatano nello spazio, come se si protendessero verticalmente o orizzontalmente spinte da forze connaturate alla materia.

Osservando le sue sculture da punti di vista diversi, assumono un aspetto differente e si scoprono dettagli a seconda della prospettiva. Sembra che le figure si modellino a seconda dello spazio interno e circostante, come in una sorta di avvitamento/torsione; ogni singolo tassello si avvolge attorno alla figura in un moto a spirale, coinvolgendo i diversi piani in una rotazione che suggerisce un’ulteriore espansione delle forme.

Firpo, grazie alle sue creazioni visionarie, sembra creare microcosmi in grado di fondersi con l’ambiente circostante e di dominare l’aria stessa che diventa parte integrante delle sculture, plasmata come il mogano, il noce e l’abete.

Inaugurazione sabato 4 aprile ore 17

Associazione Culturale Satura
piazza Stella, 5/1 Genova
mar-ven 9.30-12.30 e 15-19; sab 15-19
ingresso libero

IN ARCHIVIO [144]
Black Light Paintings
dal 27/11/2015 al 8/12/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede