Alessandro Busci
Federico De Leonardis
Francesco Fei
Marco Grassi aka PHO
Ugo La Pietra
Jacopo Muzio
Una riflessione sulle trasformazioni urbane e sociali contemporanee, sul 'modello verticale' milanese, presunto dna che si sovrappone alla citta' storica e alla memoria dei suoi abitanti.
a cura di Jacopo Muzio
La mostra collettiva “Horizontal city” vuole stimolare una riflessione sulle trasformazioni urbane e sociali contemporanee, sul
“modello verticale” milanese, presunto Dna che si sovrappone alla città storica ed alla memoria di essa dei suoi abitanti. La “città
orizzontale” in mostra - altra cosa rispetto a quella del “club degli urbanisti” degli anni venti che modificava il patrimonio
architettonico in nome di una univoca visione del mondo - riflette sulla città degli abitanti, del mondo del lavoro, dei rapporti tra
persone, luoghi e memoria che costituiscono l'essenza stessa della città intesa come ‘spazio di dialogo e non come fulcro
gerarchizzato ’ (Salvatore Settis). Attraverso lo sguardo degli artisti in mostra si propone un ventaglio di temi e progettualità che
va oltre la demistificazione di un modello insediativo la cui reale matrice è la massimizzazione del profitto, per offrire una
riflessione, attraverso una installazione site specific, sul ruolo stesso dell'arte, o almeno di quella parte consapevole del proprio
ruolo, in rapporto ai luoghi dove essa si radica e sviluppa. La mostra collettiva allestita presso lo Spazio Mostre Temporaneo
della Fondazione Corrente, metterà a confronto sul tema identitario di Milano due generazioni di artisti che vivono e operano nel
territorio: l'artista Ugo La Pietra e lo scultore Federico De Leonardis da una parte, i pittori Marco Grassi aka Pho, Alessandro
Busci, insieme al video artista Francesco Fei, dall'altra. Verranno allestite una selezione di opere del maestro La Pietra, già
presentate presso la mostra antologica dedicata in Triennale, incentrate sulla sua ricerca, lunga quarant'anni, riguardo il ruolo
degli spazi pubblici nella formazione dell'individuo nella sua dimensione sociale di abitante; “abitare è essere ovunque a casa
propria” (Ugo La Pietra). Al centro della sala, un'installazione scultorea dell'artista Federico De Leonardis, sensibile alla memoria
dei luoghi del lavoro ed in particolare della fabbrica - precedente anima di Milano, la “città degli orologi” (Aldo Nove) prima della
sua trasformazione in capitale del terziario produttivo - recupera e porta ad altra dimensione interpretativa i segni tangibili del
lavoro degli operai della Falck e della Pirelli, i loro guanti da lavoro, recuperati nelle archeologie industriali. Sulla parete di fondo
una grande opera su metallo corten di Alessandro Busci, già presentata alla Triennale di Milano nella mostra “In alto Milano”
recentemente dedicata all'artista, riflette invece il senso di inquietudine del pittore verso le trasformazioni fisiche della città.
Le
cromie della nuova Bocconi sono rappresentative di una architettura che tesse rapporti con il contesto e la sua storia, anche
attraverso un rapporto di contrapposizione plastica e volumetrica. Sulla parete laterale un grande pannello di Marco Grassi aka
Pho, artista proveniente dalle fila della street art formatosi a Parigi, Berlino e Milano ed approdato oggi a mature ricerche
espressive in rapporto diretto con la storia dell'arte, inquadra invece gli intimi strumenti di lavoro del pittore raccolti nel suo
precedente studio milanese, luogo di creazione e dimensione esistenziale; a lato una recente opera su ferro corten è costituita
da materiali recuperati, object trouvé, nelle periferie milanesi. In uno spazio dedicato della sala, importante tassello audiovisivo
della mostra, è presente una selezione di video tratta da “Milan Up date” di Francesco Fei, progetto artistico in progress di
“mappatura” di Milano e delle sue trasformazioni spaziali fino ad Expo 2015 esposto per la prima volta presso la Fondazione
Corrente nel 2009; una preziosa testimonianza storica e interpretazione artistica dei luoghi dove il mondo dell'immagine, della
pubblicità e della moda rivela la sua essenza effimera ma fortemente pervasiva rispetto ai tempi lunghi e al senso di permanenza
propri della città storica.
La mostra collettiva “Horizontal city” inaugurerà il 12 marzo, con un incontro pubblico a cui parteciperà Ugo La Pietra, l'urbanista
e poeta Giancarlo Consonni, lo storico dell'arte Paolo Rusconi ed il curatore Jacopo Muzio.
Il 9 Aprile è prevista invece la conferenza “La città orizzontale” con interventi dello storico dell'architettura Roberto Dulio,
l'architetto Jacopo Muzio e l'urbanista Renzo Riboldazzi dove riflessioni e criticità sul rapporto tra arte e architettura nella
contemporaneità in ambito milanese troveranno più punti di incontro con la mostra dell'artista storicizzato “Giandante X”, che
inaugurerà il 19 marzo presso la Biblioteca della Fondazione.
BIOGRAFIE ARTISTI in mostra
Alessandro Busci (Milano, 1971) pittore e architetto, la sua ricerca pittorica si caratterizza per una costante sperimentazione di
tecniche e supporti non convenzionali – smalti su acciaio, ferro, rame e alluminio – che indagano le potenzialità dello scambio fra le
tradizioni iconografiche occidentali e orientali. Espone dal 1996 e sue personali sono state allestite a Milano, Roma, Brescia,
Torino, Londra, Bordeaux, Madrid, Bilbao e San Francisco. Nel 1999 a Venezia, si aggiudica il primo premio del concorso “La
Fenice et des artistes”. Nel 2010 Cathay Pacific, in occasione del China Trade Award, presenta alla Triennale di Milano il volume
“Alessandro Busci, Airports”. Dello stesso anno la doppia partecipazione alla Biennale di Venezia, nei padiglioni cubano e italiano.
Segue nel 2011 la sua personale Milano-Napoli alla Galleria al Blu di Prussia di Napoli. Nel 2012 al Museo MAGA di Gallarate
l'Antologica “Omar Galliani - Alessandro Busci. Un passaggio di generazione (centro di gravità permanente)”, mostra ideata e
curata da Flavio Caroli. Del novembre 2014 la grande personale alla Triennale di Milano dal titolo "In alto Milano" dove presenta 90
nuove opere su acciaio corten e carta dedicate alla trasformazione della città, il catalogo Johan&Levi è curato da Ada Masoero.
Alessandro Busci vive e lavora a Milano.
Federico De Leonardis (La Spezia, 1938) architetto e ingegnere per formazione, dopo un lungo tirocinio in urbanistica (Piani di
sviluppo industriale e turistici in Sud Italia e in Iugoslavia), dal '78 si dedica esclusivamente alla scultura e all'installazione,
esponendo sia in Italia che in Europa (Belgio, Germania, Austria, Portogallo e Svizzera) con importanti gallerie (Continua, in
Toscana, e Belvedere, a Milano) e in numerose mostre personali e collettive (si ricordano per tutte Cantieri dell'Arte, all'ex Binda di
Milano, Polemos, al Castello di Gavi e la grande installazione permanente Fessura e contravvento al Parcheggio di Peccioli, Pisa).
Da sempre interessato ai luoghi di lavoro, realizza soprattutto opere site specific, attento alle caratteristiche, storiche e fisiche in
senso lato, dello spazio che le ospita (un esempio si può vedere oggi a Milano, in una installazione alla Theca Gallery). Intellettuale
impegnato, ha al suo attivo varie pubblicazioni (In forma, Eclissi, Extempora, La Casa di Alice, Negativo) e tiene un blog (Fuori dai
denti). Suoi oggetti d'uso, da lui nominati di “antidesign” (lampade, librerie, tavoli, seggiole ecc.), sono stati pubblicati da importanti
riviste di settore (Domus, Arca, Interni, Ottagono e altre). Vive e lavora a Milano dal 1963.
Francesco Fei (Firenze, 1967) vive a Milano. Dopo la laurea in Storia del Cinema lavora nel campo dei video musicali realizzando
numerosi clip con importanti musicisti italiani. Collabora con MTV per la regia della serie di documentari sociali “True Life”. Nel
2005 realizza il suo primo lungometraggio, “Onde”, film selezionato a molti festival internazionali e segnalato dalla critica come una
delle opere prima italiane più interessanti degli ultimi anni. Nel 2008 realizza, in collaborazione con il musicista Steve Piccolo, il
filmato “Temporality Residentity”, presentato al Festival del Cinema di Venezia e alla Biennale d’Architettura. È autore del progetto
“Milano Up Date” con cui ha partecipato alla Festa del Cinema di Roma, Milano Film Festival, Festival Loop di Barcellona, a
numerose mostre presso la Fondazione Corrente di Milano, 2011/13, alla mostra “Diamanti” al Careof di Milano, 2014, e alla
mostra “Glitch, Interferenze tra arte e cinema” al Pac di Milano, 2014. Per Sky Arte ha realizzato un documentario dedicato a
Velasco Vitali. Nel 2013 è autore del cortometraggio a 3 schermi “L’arcobaleno e la sposa perduta” per la mostra “Il calzolaio
prodigioso” del Museo Ferragamo, per il quale nel 2014 ha poi realizzato il documentario “Equilibrium?”. Il video “Balkans” del
progetto “archi_nature” è stato selezionato al Bellaria Film Festival, Casa Rossa Art Doc, 2014. Nel 2014 ha realizzato il video
“Giuseppe Penone. Prospettiva Vegetale”, per l’omonima mostra al Forte di Belvedere e Giardino di Boboli, Firenze, selezionato al
33rd International Festival of Films on Art (FIFA), Montreal, 2015. E’ docente all’Accademia di Belle Arti di Bergamo e allo IED di
Milano.
Marco Grassi aka PHO (Milano, 1976) avvicinatosi all’arte di strada conosciuta sui muri di Parigi, e influenzato della Graffiti- Art
newyorkese, si afferma sulla scena della Street Art internazionale nei primi anni ’90. Nel 1995 si iscrive al corso di pittura di Luciano
Fabro all’Accademia di Belle Arti di Brera. Durante gli studi è inoltre assistente presso lo scultore Arnaldo Pomodoro. Nel 2001 si
diploma all’Accademia e dopo aver partecipato ad una serie di collettive, nel 2005 realizza la sua prima mostra personale con la
Provincia di Milano presso lo Spazio Guicciardini, dal titolo “La Strada come laboratorio e come modello espressivo”. Nel 2007
Partecipa alla mostra “Street Art Sweet Art” al PAC di Milano. Nel 2008 è presente alla mostra collettiva ”Dos Graffitos à Pintura”
organizzata presso il Museo d'Arte Contemporanea di San Paolo in Brasile. Sempre nel 2008 partecipa alla mostra collettiva
“JunkBuilding” presso la Triennale di Milano; l’opera realizzata “Via Brera 28 Milano” verrà poi richiesta per la hall dell'Istituto Mario
Negri. Nel 2009 espone presso la Fondazione Corrente di Milano in occasione della mostra “Expossible?”. Dal 2010 concentra il
suo lavoro con la galleria berlinese Circe Culture Gallery e Soze Gallery a Los Angeles.
Ugo La Pietra. (Bussi sul Tirino, 1938) vive e lavora a Milano, dove nel 1964 si laurea in Architettura al Politecnico. Architetto di
formazione, artista, editor, docente, dal 1960 si definisce ricercatore nel sistema della comunicazione e delle arti visive,
muovendosi contemporaneamente nei territori dell’arte e del progetto. Instancabile sperimentatore, ha attraversato diverse correnti
(dalla Pittura segnica all’arte concettuale, dalla Narrative Art al cinema d’artista) e utilizzato molteplici medium, conducendo
ricerche che si sono concretizzate nella teoria del “Sistema disequilibrante” – espressione autonoma all’interno del Radical Design
– e in importanti tematiche sociologiche come “La casa telematica” (MoMA di New York, 1972 – Fiera di Milano, 1983), “Rapporto
tra Spazio reale e Spazio virtuale” (Triennale di Milano 1979, 1992), “La casa neoeclettica” (Abitare il Tempo, 1990), “Cultura
Balneare” (Centro Culturale Cattolica, 1985/95). Ha comunicato il suo lavoro attraverso molte mostre in Italia e all’estero, e ha
curato diverse esposizioni alla Triennale di Milano, Biennale di Venezia, Museo d’Arte Contemporanea di Lione, Museo FRAC di
Orléans, Museo delle Ceramiche di Faenza, Fondazione Ragghianti di Lucca. Da sempre sostiene in modo critico con opere e
oggetti, con l’attività teorica, didattica ed editoriale la componente umanistica, significante e territoriale del design.
Immagine: Ugo La Pietra
Inaugurazione: 12 marzo ore 18
con interventi di Giancarlo Consonni (urbanista e poeta), Ugo La Pietra (artista), Paolo Rusconi (storico dell'arte).
Fondazione Corrente
Via Carlo Porta 5, Milano
Orari:
martedì - mercoledì - giovedì : 09.00 - 12.30 / 15.00 - 18.30.
Venerdì 15.00 – 18.30
Ingresso libero