Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO
Roma
via Nizza, 138
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WEB
Giacinto Cerone / Global exchange / Artisti in residenza #5
dal 5/5/2014 al 13/9/2014
mar-dom 16-22 (la biglietteria chiude 30 minuti prima)

Segnalato da

Laura Scaringella




 
calendario eventi  :: 




5/5/2014

Giacinto Cerone / Global exchange / Artisti in residenza #5

Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO, Roma

Nella mostra-omaggio a Cerone "Il massimo dell'orizzontale", e' presentata una selezione di oltre 30 opere su carta insieme a corpus di documenti d'archivio. Sono contemporaneamente esposte opere di astrazione geometrica europee e americane, realizzate negli ultimi 60 anni e provenienti dal MACBA-Museo d'arte contemporanea di Buenos Aires. Oggi i 4 artisti in residenza - Guglielmo Castelli, Nemanja, Cvijanovic, Anna Franceschini e Andre Romao - aprono per la prima volta i loro studi.


comunicato stampa

a cura di Joe Houston

Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita, dal 7 maggio al 14 settembre 2014, la mostra Global Exchange: Astrazione geometrica dal 1950 (Global Exchange. Geometric Abstraction since 1950) a cura di Joe Houston e con la collaborazione di Micol Di Veroli e Massimo Scaringella.

Il MACRO accoglie, per la prima volta, un’importante collezione di opere di arte programmata e cinetica provenienti da un grande museo internazionale, il MACBA - Museo d’arte contemporanea di Buenos Aires. La mostra, organizzata da Glocal Project Consulting, è infatti un’ideale estensione di Intercambio global. Abstracción geométrica desde 1950, presentata al MACBA nel 2012, e racchiude una selezione di cinquanta opere di astrazione geometrica realizzate da artisti prestigiosi e appartenenti alla collezione del museo.

Si tratta di importanti opere che, pur mostrando singolarmente le specificità dovute alle differenze di provenienza e approccio personale degli artisti, rivelano nel loro complesso il filo conduttore che le vincola al contesto più ampio del linguaggio dell’astrazione geometrica, descrivendo sapientemente l’evoluzione di questo movimento, in Europa e in America, durante gli ultimi 60 anni.

Il progetto di Joe Houston rappresenta un’importante testimonianza della sua ipotesi personale secondo la quale lo sviluppo dell’astrazione è stato alimentato da scambi culturali tra artisti locali ed internazionali: “Nel corso degli ultimi sessant’anni l’astrazione geometrica si è trasformata in un linguaggio formale multiforme che ha innescato un dialogo vitale tra artisti di livello internazionale. Adattata e trasformata da artisti di diverse prospettive culturali, quest’arte riconferma i concetti comuni di innovazione, progresso ed ottimismo. Tali ideali per così dire universali, oggi radicati nella storia dell’arte geometrica, continuano a motivare le nuove astrazioni contemporanee”.

Fra gli artisti italiani presenti si sottolineano i nomi di Marina Apollonio, Franco Grignani, Ennio Chiggio, Grazia Varisco, Manfredo Massironi e Getulio Alviani. Il Nord America è invece presente con opere di Francis Hewitt, Ernst Benkert, Jorrit Tornquist, Howard Mehring, Georg Karl Phaler, Gene Davis, Paul Reed, James Hilleary, Paul Feeley, John McLaughlin, Jean Gorin e Charles Biederman. Presente in mostra anche una selezione di opere di artisti argentini, sia storicizzati come Manuel Espinosa, Juan Melé, Horacio Garcia Rossi, che protagonisti del contemporaneo come Fabián Burgos e Gabriela Böer.

Mission
La mission del MACBA - Museo de Arte Contemporáneo Buenos Aires, in linea con gli intenti del suo fondatore Aldo Rubino, è di acquisire, preservare, registrare, studiare, comunicare ed esibire arte contemporanea nazionale ed internazionale.
Attraverso l’esibizione di contenuti artistici, il Museo si propone di incoraggiare lo sviluppo della creatività negli artisti e nei visitatori della città di Buenos Aires e dell’intera nazione, e di favorire la conoscenza dell’arte argentina all’estero.
Il MACBA si propone come forum di riflessione e accesso alle diverse tendenze dell’arte contemporanea, con uno sguardo particolare all’astrazione geometrica. L’importanza dell’astrazione geometrica in Argentina giustifica l’esistenza di una collezione fortemente voluta da Aldo Rubino sin dagli inizi degli anni ’80, una piattaforma per lo studio, lo sviluppo e la contestualizzazione dell’intero movimento.

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Giacinto Cerone
Il massimo dell’orizzontale

a cura di Benedetta Carpi de Resmini

In occasione dei dieci anni dalla scomparsa di Giacinto Cerone (1957–2004), il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma celebra, dal 7 maggio all’14 settembre 2014, uno dei maggiori protagonisti del secondo Novecento italiano, con la mostra Il massimo dell’orizzontale, dedicata alla sua produzione di opere su carta, a cura di Benedetta Carpi De Resmini.
L’esposizione, che rientra nella sezione “Omaggi” – programma del Museo dedicato ai protagonisti che hanno formato le radici storiche dell’arte contemporanea – si snoda attraverso una selezione di oltre trenta disegni, molti dei quali inediti, provenienti da collezioni pubbliche e private.

La tensione emotiva e la fisicità espressiva tipiche delle sculture di Cerone, emergono con la stessa dirompenza nelle sue opere su carta, che rientrano a pieno titolo nel processo creativo dell’artista. I tagli, le torsioni, la lacerazione della materia plastica si trasformano sulla carta in segni nervosi, profili vibranti, grumi di colore, eseguiti impiegando tutto il corpo, steso a terra.

Liberandosi del peso della materia, Cerone spande sul piano orizzontale del foglio la potenza del segno. Opere di grandi dimensioni, come la serie delle Ofelie o degli Argonauti, manifestano una continua e incessante sperimentazione capace di trasformare un elemento naturale – la fioritura di un arbusto, i viluppi di un panno, le figure senza volto – in una visione alchemica. Per Cerone nel disegno le cose cessano di essere ciò che sono per divenire ciò che noi desideriamo che siano. Come un’alchimista lavora con entrambe le mani, disegna con potenza da destra verso sinistra, o viceversa, contemporaneamente.
Completa il percorso espositivo una nutrita documentazione costituita da fotografie, lettere, scritti, estratti di cataloghi e periodici, tutti provenienti dall’Archivio Giacinto Cerone che ha reso possibile, grazie alla sua collaborazione, la realizzazione della mostra.
Il MACRO inoltre pubblicherà un quaderno, edito da MACRO-Quodlibet, che comprende una serie di testi critici inediti accompagnati da una ricca documentazione iconografica.

Biografia
Giacinto Cerone (Melfi 1957 – 2004 Roma), dopo aver frequentato il Liceo Artistico, si trasferisce a Roma dove, presso l'amico Giuseppe Appella, frequenta lo Studio Internazionale di Arte Grafica l'Arco. Nel 1990, per iniziativa di Mauro Zammataro e Corrado Bosi (Galleria Graffiti Now), con la collaborazione di Roberto Monti, si trasferisce per un breve periodo ad Albisola dove presso le Ceramiche S. Giorgio realizza le prime opere di ceramica. Nel 1993, in occasione di una mostra alla Galleria Maurizio Corraini di Mantova, sposta il lavoro sulla ceramica presso la Bottega Gatti di Faenza, che rimane suo punto di riferimento durante tutta la sua carriera. Sempre nel 1993 realizza i primi grandi gessi per la mostra alla Galleria Bonomo di Roma. Negli stessi anni, dalla Lucania, gli vengono spedite placche di moplen che lavora in contemporanea alla vetroresina. Nel 1997 inizia la collaborazione con la stamperia Bulla di Roma. Tra il 1999 e il 2000 frequenta l'Associazione Incontri Internazionali d'Arte entrando nella collezione di Graziella Lonardi Bontempo. Nel 1999 realizza una grande installazione scultorea nello Spazio per l'Arte Contemporanea Tor Bella Monaca. L'anno successivo e poi nel 2003 è alla Galleria David Gill di Londra con due mostre personali. Del 2001 è la mostra al Palazzo delle Esposizioni di Faenza: qui incontra Emilio Mazzoli che gli commissiona i primi e unici marmi eseguiti nello Studio Nicoli di Carrara, entrati nella collezione permanente Mazzoli. Nel 2006 gli viene dedicata una sala al Museo della Scultura di Matera, nel 2007 una retrospettiva al Museo Pericle Fazzini di Assisi. Del 2011 è la prima retrospettiva alla GNAM, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

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Artisti in residenza #5
Open Studio

Martedì 6 maggio, a partire dalle ore 18, in occasione dell'inaugurazione delle mostre Giacinto Cerone. Il massimo dell'orizzontale. Opere su carta e Global Exchange: astrazione geometrica dal 1950, gli studi dei quattro artisti in residenza — Guglielmo Castelli, Nemanja, Cvijanović, Anna Franceschini e André Romão — sono aperti per la prima volta ai visitatori che possono quindi entrare nel vivo della ricerca e sperimentazione artistica dei loro progetti di residenza".

Guglielmo Castelli

Guglielmo Castelli si è laureato in Scenografia Teatrale presso l’Accademia di Belle Arti di Torino e dal 2011 collabora con Vogue Italia. Tra le sue mostre personali si segnalano: nel 2013 Al di là di ogni ragionevole dubbio presso la Guidi & Schoen Gallery di Genova; nel 2012 Et ab hic Et ab hoc alla Metis-NL Gallery di Amsterdam e Chiama quando arrivi alla Galleria L’Église di Torino; nel 2011 Se si prescinde dai corpi presso la Galleria Il Segno di Roma. L’artista ha preso parte a numerose mostre collettive tra cui: nel 2013 L’arte è un romanzo. La straordinaria storia delle parole che diventano immagini presso il Palazzo della Penna di Perugia; nel 2012 …E bellezza sia! Modigliani, Warhol, Mapplethorpe, la Dolce Vita, Oggi alla Fondazione 107 di Torino. Il 2011 ha visto la sua partecipazione alla mostra della XII edizione del Premio Cairo presso il Palazzo della Triennale di Milano e alla collettiva Km 011. Arti a Torino 1995-2011 al Museo delle Scienze di Torino. Nel 2013 è stato inoltre selezionato per il Premio Prix Canson e nel 2014 per il Premio della Fondazione VAF.

Il progetto di residenza
La pratica artistica di Guglielmo Castelli si concentra sulla pittura e sul disegno, attraverso una ricerca intima e esistenziale. Nelle sue opere la parola contribuisce all’immagine e i titoli dei lavori – quasi sempre citazioni letterarie – forniscono le chiavi d’interpretazione delle storie che animano i suoi personaggi dai toni tenui.

Per il progetto di residenza al MACRO Guglielmo Castelli intende realizzare due quadrerie speculari, dove esporre bozzetti, schizzi, tele di vario formato. Il ciclo di opere trae ispirazione dal principio metodologico del Rasoio di Occam teorizzato nel XIV secolo dal filosofo e frate francescano William of Ockham secondo cui, nella dimostrazione di un qualsiasi fenomeno, è bene ricercare la massima semplicità eliminando le ipotesi non strettamente necessarie. L’artista intende applicare questa teoria al proprio metodo di lavoro, per raggiungere così alla massima semplificazione e sintesi delle creazioni presenti nel suo studio.

Nemanja Cvijanović

Nemanja Cvijanović, dopo la formazione all'Accademia di Belle Arti di Venezia, ha proseguito gli studi presso l'Università di Architettura I.U.A.V. di Venezia, dove nel 2010 ha conseguito la Laurea in Arti Visive. Ha collaborato con importanti istituzioni, italiane e internazionali, esponendo i propri lavori presso il MSU-Museum of Contemporary Art di Zagabria nel 2011 e al Museum of Modern and Contemporaray Art di Rijeka nel 2008. Tra le sue mostre personali più recenti si segnalano: nel 2013 W il Potere Popolare presso la Delire Gallery di Bruxelles; nel 2012 Progetto Anonimo alla Galleria Furini Arte Contemporana di Arezzo; nel 2011 Don’t Fuck with Social Democracy! presso la ŠKUC Gallery di Lubiana. Ha preso parte a numerose mostre collettive tra cui: nel 2012 Transactions al Centro Cultural de España en Guatemala della Ciudad de Guatemala; nel 2011 Il Belpaese dell’Arte presso la GAMeC-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo; nel 2010 Volume Collection alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia e Sillabario presso la Nomas Foundation di Roma. Nel 2012 ha partecipato a Manifesta 9 a Genk (Belgio) e, nel 2010, al Bruges Central Festival e alla XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara.

Il progetto di residenza
Nemanja Cvijanović porta avanti una ricerca volta a scoprire e criticare i meccanismi di produzione, di manipolazione della società e di perdita di ideali, propri della cultura postmoderna. I suoi lavori – spesso performance, installazioni interattive e progetti multimediali – innescano parallelismi tra il passato e il presente, focalizzandosi su differenti sistemi sociali e sulle multiformi espressioni artistiche. Per Cvijanović, come scrive Fabio Cavallucci, “l’arte è ancora un mezzo, se non di rivoluzione, almeno di comunicazione politica”.

Durante il programma di residenza al MACRO l’artista intende lavorare al progetto inedito Among our ranks….: una riproduzione iperrealista dello studio di Karl Marx ma che, a uno sguardo attento, si rivela in realtà impossibile. Il progetto trova ispirazione in una vignetta realizzata dallo scrittore e caricaturista bosniaco Zuki Džumhur, pubblicata nel 1951 sul quotidiano di Belgrado “Borba”: l’immagine è una rivisitazione dello studio di Marx che lo raffigura alla scrivania nel suo studio con alle spalle un ritratto di Stalin. L’artista vuole partire proprio da questa vignetta, che ha marcato un divario tra due modelli di socialismo, per costruire un’installazione ambientale che rifletta sull’interpretazione contemporanea e l’ attuale influenza di Karl Marx sulla politica e la classe intellettuale.

Anna Franceschini

Anna Franceschini, dopo il diploma nel 2006 in Regia presso la Scuola Civica di Cinema e Nuovi Media di Milano, ha conseguito la Laurea in Televisione, Cinema e Produzione Multimediale presso l’Università IULM di Milano. Il suo lavoro è stato esposto in varie mostre personali tra cui quella all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, all’Italian Academy della Columbia University di New York e all’Emily Harvey Foundation di New York, tutte nel 2013. Ha preso parte a numerose mostre collettive: nel 2013 Il mondo è già filmato. Si tratta ora di trasformarlo presso l’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul e The 338 Hours Cineclub alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino; nel 2012 Tapis Volants presso l’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici e Carta bianca al Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce di Genova. I suoi video e film sono stati selezionati nell’ambito d’importanti Festival quali il 60° Locarno Film Festival e il TFF/Torino Film Festival. Nel 2012 l’artista è stata vincitrice del Premio d’Arte Contemporanea Ermanno Casoli di Fabriano, del Premio New York indetto dal Ministero degli Affari Esteri italiano e del Premio TERNA. L’artista ha inoltre preso parte a programmi di residenze ad Amsterdam presso la Rijksakademie van Beeldende Kunsten, a Milano presso VIR – Viafarini In Residence, a New York all’ISCP e all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi.

Il progetto di residenza
La produzione artistica di Anna Franceschini si basa sull’esplorazione della realtà, osservata attraverso le relazioni che si instaurano tra le persone, i luoghi, gli oggetti e che li animano. L’utilizzo delle riprese audio e video consente di seguire il processo di costruzione delle cose e della loro stessa presenza, con il tentativo di restituire le tracce del loro universo simbolico. L’assenza dell’uomo è solo apparente, l’artista infatti utilizza un linguaggio in grado di rendere visibili i passaggi emozionali e la loro conseguente influenza sull’alterazione dello stato delle cose.

Durante la residenza al MACRO, Anna Franceschini vuole comporre un articolato dispositivo attraverso la creazione di opere e frammenti che analizzano i temi chiave di tutto il progetto: la fusione tra l’evento performativo e cinematografico, la ridiscussione delle categorie di underground e mainstream, la rappresentazione di Roma e dell’autorappresentazione della città stessa. L’artista intende raccogliere una serie di appunti visivi da tradurre e restituire attraverso vari media, quali film, video, animazioni, ombre proiettate. Un repertorio di opere e teorie che va sotto l’etichetta di Expanded Cinema e da approfondire attraverso l’organizzazione di differenti incontri e workshop, dal titolo Selador.

André Romão

André Romão si è formato presso la Facoltà di Belle Arti dell’Università di Lisbona e l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre personali, quali Golden masks hiding decomposing bodies alla Galleria Baginski di Lisbona nel 2013, De Sokkel presso il Museo Middelheim di Anversa nel 2012 e Barbarian poems alla Galleria Umberto di Marino a Napoli nel 2011. Ha preso parte a numerose mostre collettive tra cui: nel 2013 Sincronias: Artistas Portugueses na Collecção António Cachola presso il MEIAC - Museo Extremeño e Iberoamericano de Arte Contemporáneo di Badajoz (Spagna); nel 2012 Photo Cairo 5 allo spazio Townhouse de Il Cairo; nel 2010 To the Arts, Citizens! al Museo di Arte contemporanea - Fondazione Serralves di Oporto. Ha inoltre partecipato a diversi programmi di residenze per artisti: nel 2012 all’AIR Antwerpen di Anversa, nel 2011 alla Budapest Galeria, nel 2009 alla Künstherhaus Bethanien di Berlino e nel 2007 presso lo spazio Eira 33 di Lisbona. Dal 2007 inoltre l’artista è co-editore della casa editrice Atlas Projectos.

Il progetto di residenza
Il suo lavoro si muove a partire da un’analisi sulla problematica relazione tra Istituzione e Individuo, inteso come essere politico, economico, culturale e soprattutto storico. Ricorrenti nella sua ricerca sono i riferimenti alla letteratura e alla storia, che l’artista combina per costruire un universo speculativo e uno scenario concettuale da cui far emergere le sue opere: testi, sculture, proiezioni e collage.

Il progetto di residenza che André Romão vuole sviluppare al MACRO riprende una sua precedente installazione, legata all’avvenimento storico Dancing Plague (o Dance Epidemic), che ha visto nel 1578, a Strasburgo, un gruppo formato da più di 400 persone iniziare a danzare senza un reale motivo, per più di un mese e senza sosta. L’artista intende rileggere questo episodio per tracciare dei parallelismi con la contemporaneità e la crisi che l’Europa sta attraversando: The Dancing Plague è avvenuto infatti durante un momento di collasso economico della città. Roma, città in cui è nato il concetto dell’identità europea, rappresenta per Romão lo scenario ideale, visivo e letterario, per la realizzazione di un video, in cui – attraverso una ricerca sulle antichità, le rovine e le nuove costruzioni architettoniche – poter evocare simmetrie astratte tra il collasso del progetto europeo e quello dell’impero romano.


Immagine: Giacinto Cerone

Ufficio Stampa MACRO stampa.macro@comune.roma.it
Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura
Patrizia Morici / T. +39 06 82077371 / M. +39 348 5486548 / p.morici@zetema.it
Glocal Project - Laura Scaringella 3200759362 - 3281814668 info@glocalproject.com

Inaugurazione martedì 6 maggio 2014 ore 19.00

MACRO
Spazio sensoriale - via Nizza, 138
Orario: da martedì a domenica, ore 11.00-19.00 / sabato: ore 11.00-22.00 (la biglietteria chiude un’ora prima). Da martedì a domenica dalle ore 11.00 alle ore 21.00 apertura dei cancelli (via Nizza 138 e via Reggio Emilia 54) per accedere agli spazi liberi: foyer, Hall, ristorante, caffetteria, terrazza e spazio Area.
Ingresso
MACRO via Nizza
Tariffa intera: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €.
Tariffa ridotta: non residenti 10,50 €, residenti 9,50 €.

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