GRIT. Opere pensate e assemblate per stratificazione, nelle quali emergono sia le caratteristiche tattili che quelle simboliche dei materiali utilizzati. A cura di Matteo Pollini.
A cura di Matteo Pollini
FaMa Gallery inaugura venerdì 22 marzo 2013 una personale del giovane artista
bresciano Giorgio Guidi. La mostra, dal titolo GRIT e curata da Matteo Pollini,
presenta un importante nucleo di nuovi lavori realizzati in occasione
dell'esposizione ed alcune opere della recente produzione dell'artista.
Nella ricerca di Giorgio Guidi convergono elementi formali e testuali distanti fra
loro che danno vita a opere pensate ed assemblate per stratificazione, nelle quali
emergono sia le caratteristiche tattili sia simboliche dei materiali utilizzati.
Sculture, disegni ed installazioni sono determinati da una matrice “antropologica”
di osservazione e selezione delle culture e dei comportamenti umani. Questi
elementi, intrecciandosi con gli aspetti biografici dell’artista, proiettano le
opere in una dimensione in cui il tempo sembra ripiegarsi su sé stesso, in una sorta
di progressiva stratificazione, fino a celare e custodire ciò che resta intrappolato
al suo interno.
Il titolo della mostra - traducibile dall’inglese come sabbia o sporco, ma che nel
linguaggio colloquiale prende anche il significato di coraggio - vuole, quindi,
evocare l’idea di un materiale in grado di nascondere le cose al nostro sguardo, ma,
allo stesso tempo, la possibilità di una loro successiva scoperta o riscoperta.
La mostra GRIT dedica ampio spazio ai nuovi lavori tra cui Memories of a cut-off
hand, una serie di pannelli in gesso e legno che operano come tasselli di un viaggio
- quasi un’autobiografia effettiva e potenziale che rimanda a precedenti lavori di
Guidi - ma anche come rimandi a suggestioni estetiche anche molto distanti tra loro,
dalle decorazioni del Palazzo del Sultano di Istanbul fino ad arrivare al mondo
della musica rock. Il risultato è una parete di grandi dimensioni dal forte impatto
visivo sulla quale si snoda una narrazione che nasconde una fitta rete di relazioni,
anche psicologiche e affettive, e che invita l’osservatore a un’attenta analisi che
ne riveli la fragilità e delicatezza.
Osservazione, scansione e descrizione della realtà stanno alla base anche dei
disegni - china, vernice e pigmenti su carta - Invenzioni umane, ugualmente presenti
in mostra. In questa serie di lavori Guidi decontestualizza e riproduce parti del
famoso bestiario illustrato del naturalista Ulisse Aldrovandi (1522-1605), lasciando
visibili, attraverso gli interventi sulla carta, solo resti e dettagli del disegno
originale. Per Guidi è esemplare l’approccio empirico con cui lo scienziato
bolognese realizzò le tavole illustrate di animali a lui sconosciuti, deducendo
logicamente da descrizioni e racconti le plausibili fattezze delle creature e dando
vita, quindi, inevitabilmente, a un inventario di creature fantastiche lontane dal
reale. In questo senso, il lavoro di Giorgio Guidi si struttura anche come
riflessione sui concetti di Storia e di Cultura. L’artista sembra, infatti,
interrogarsi sulla natura duttile delle nozioni su cui basiamo la nostra conoscenza
del mondo, ma anche sulla concezione lineare – e sequenziale – con cui generalmente
affrontiamo il nostro passato storico e culturale.
Anche le sculture della serie Messaggio sono il risultato di accostamenti e
sovrapposizioni testuali, iconografiche e plastiche. La scultura che ha dato inizio
a questa serie – Messaggio #1, i bei tempi non ci sono mai stati – riprende l’idea,
diffusa in molte culture, per cui il passato rappresenterebbe una sorta di 'età
dell'oro' andata irrimediabilmente persa, che ci spinge a sperare acriticamente nel
ritorno dei 'bei tempi'. Da qui nasce il cinico messaggio lanciato dall'artista, “I
bei tempi non ci sono mai stati”, una citazione dello 'spaghetti western' Il mio
nome è nessuno, firmato nel 1973 da Tonino Valerii e Sergio Leone. La madonna della
scultura Messaggio #1 è, inoltre, un riferimento alla recente notizia di un
singolare avvistamento dell’immagine della Madonna di Guadalupe in New Jersey, che
scatenò la curiosità di fedeli e media fino a diventare un’enorme operazione
commerciale, a riprova di come il susseguirsi degli eventi e il loro intreccio possa
svilupparsi in maniera bizzarra e incontrollata.
Il lavoro di Guidi si sviluppa, quindi, dalla consapevolezza della stretta
connessione esistente fra pensiero e prassi: il lavoro manuale è, infatti, legato
imprescindibilmente all’atto dell’osservazione.
Anche partendo da questi presupposti, in occasione di GRIT, Guidi realizzerà un
ulteriore nuovo lavoro che indagherà le relazioni esistenti fra architettura e
potere - e quindi, più in generale, tra artefatto e uomo - e che si completerà la
sera dell’inaugurazione della mostra con un'intensa performance dal titolo Don't do
it.
Ufficio stampa
Francesca Zanardo
Tel. +39 328 4780660
ufficiostampa@glass-studio.it
zanardo@glass-studio.it
Inaugurazione venerdì 22 marzo 2013, dalle ore 18.00 alle 21.00
FaMa Gallery
Corso Cavour 25/27, 37121 Verona
Orari di apertura: 10.00-13.00 | 14.30-19.30 | chiuso il lunedì e festivi
Ingresso libero