Fotografie oniriche nelle quali l'artista abruzzese unisce utilizzo del bianco e nero all'interesse per la storia dell'arte e per la cultura ellenica, oppure si concede l'uso del colore per una rappresentazione poetica della realta'.
Carmelita Iezzi, artista di origini abruzzesi si è accostata alla fotografia in tenera età, frequenta successivamente l'istituto d'arte e perfeziona la sua visione creativa attraverso degli stage con dei maestri d'arte utilizzando al meglio la luce naturale e l'attrazione verso i forti contrasti. Impara a stampare le sue foto in camera oscura, oggi lavora molto con il digitale e utilizza la cosiddetta "camera chiara". Ama la fotografia onirica e creativa perchè attraverso di essa riesce a comunicare un'emozione questo è lo scopo principale del suo modo di fotografare, rappresentare il mondo interiore, attraverso l'utilizzo del bianco e nero unito all'interesse per la storia dell'arte e per la cultura ellenica che sono il filo conduttore dei suoi lavori, rappresenta stati d'animo che proietta nelle fotografie e nella misticità che solo il bianco e nero riesce a donare ad una fotografia.
Utilizza invece la foto a colori nei viaggi, predilige le tinte forti e dominanti o anche monocromatiche che sono la rappresentazione poetica della realtà, le piace rappresentare il mondo che la circonda attraverso panoramiche e textures.
Raccontare il mondo questo è stato sempre il suo sogno, negli anni poi, accompagnato dalla passione di scrivere e viaggiare, attraverso corsi e workshop ha assimilato anche la capacità di costruire foto concettuali e di ricerca. Con l'avvento del digitale smette purtroppo di stampare a mano, ma non ha smesso di sognare e produrre foto. Adora Ansel Adams e Mario Giacomelli che con i suoi toni contrastati ha da sempre ispirato i suoi lavori fotografici, tra le donne fotografe considera Tina Modotti una pioniera del suo tempo. I due lavori presentati in mostra dal 12 al 21 marzo 2012 presso RAVAL GALLERY
hanno come filo conduttore: il sogno.
La recente serie "My little infinite world" è un lavoro che si dipana sul filo del celebre romanzo di Richard Bach “ Il gabbiano Jonathan Livingston”. Dove la metafora principale del libro, ovvero il percorso di perfezionamento del piccolo gabbiano che impara a volare e a vivere, e soprattutto ad essere libero dai preconcetti che la società ci vuole imporre, si rispecchia nei sogni di un bambino che comincia a scoprire il mondo e lo osserva con occhi meravigliati viaggiando sulle ali della fantasia.
La seconda serie presentata in mostra dal titolo: " Icaro fly dream" è solo apparentemente diversa, ciò che la lega alla prima è il filo conduttore del sogno e la voglia di potersi affermare ma in questo casodell'adulto. La leggenda infatti narra che il sogno di Icaro era quello di volare e di volersi innalzare con le sue ali di cera verso il sole, nonostante la sua natura umana ha voluto sfidare le leggi cosmiche e seguendo con audacia il suo sogno si è innalzato verso la luce ma bruciandosi le ali é precipitato nel buio degli abissi. Tra gli opposti si muove il desiderio umano. Nella sua caduta c'è il fallimento ma anche la voglia di raggiungere qualcosa che è più grande di lui, il desiderio di realizzare un sogno che nella sua natura umana è irrealizzabile, viene rappresentata l'audacia di voler raggiungere i propri sogni e di sfidare la società che con i suoi limiti non ci permette mai di essere fino in fondo liberi e farci sentire noi stessi.
Carmelita Iezzi | www.photographyart.it
Inaugurazione 12 marzo ore 19
Ravalgallery
via dei Marsi, 50 (San Lorenzo) - Roma
Dal lunedi al sabato dalle 16.30 alle 20.30