Srisa Contemporary Art Gallery
Firenze
via San Gallo, 53r
055 4627374 FAX
WEB
Anthony Chretien e Guy Bettini
dal 29/9/2011 al 4/11/2011
12-22

Segnalato da

Rebecca Olsen




 
calendario eventi  :: 




29/9/2011

Anthony Chretien e Guy Bettini

Srisa Contemporary Art Gallery, Firenze

In galleria le opere a carboncino di Chretien accanto ad alcuni lavori d'arte sociale di Bettini tra cui lo "zero-euro" coniato nel 2001. In programma una performance artistico-musicale per l'inaugurazione.


comunicato stampa

Venerdì 30.09.2011 alle 19.00 l'artista francese Anthony Chretien e l'artista-musicista svizzero Guy Bettini apriranno con una "performance multimediale" la loro bi-personale alla SRISA galleria d'arte contemporanea in via San Gallo 53r nel centro di Firenze. La "performance" propone un grande disegno al carboncino che Chretien improvvisa davanti agli occhi degli spettatori, accompagnato dall'elaborazione istantanea dei suoni da lui prodotti da parte di Bettini. Dal primo ottobre sarà poi possibile apprezzare le opere al carboncino di Chretien come pure alcuni lavori d'arte sociale di Bettini tra cui lo "zero-euro" coniato nel 2001 e che attualmente con la crisi monetaria che avvolge la moneta europea si impone grazie al suo carattere profetico e liberatorio. Il performance sara seguito da una conferenza di filosofo Svizzero, Raffaele Scolari intitolato “il ritorno del traccio.”

Testo di Raffaele Scolari

Il performer Anthony Chretien disegna con il carboncino le sue opere e poi, sotto gli occhi degli spettatori che lo seguono in ripresa video, le cancella con i piedi, ne fa scempio. Non è una prassi nuova: molti artisti prima di lui hanno distrutto pubblicamente le loro opere. Creazione e distruzione fusi in un unico atto. La prassi può richiamare alla mente la distruzione rituale del mandala attuata dai monaci buddisti al termine di una laboriosa creazione, ma il riferimento appare decisamente anodino. Il mondo non soffre oltremodo per un lavoro dato alle fiamme, ma forse nel disagio che suscita in noi la distruzione di un’opera, in particolare se fatta di immagini, si manifesta una resistenza, un’antica e assai radicata avversione all’iconoclastia e ai suoi deliri. Il gesto dell’artista che squarcia la tela è vissuto come furore, automutilazione, annientamento più impotente che potente di qualcosa che ha preso forma, che comunque è stato, ha avuto luogo e - così insegnano anche le neuroscienze - ha lasciato una traccia. Nell’azione artistica di Chretien la distruzione o cancellazione non ha propriamente luogo; è solo simulata o messa in scena, ma non avviene veramente. Tutta l’azione è videoregistrata, talché l’opera trapassa dal piano della tela a quello della registrazione digitale. La creazione e la cancellazione sono quindi solo una parte: l’opera è completata dalla sua duplicazione, che per così dire ne fa un pezzo di videoarte.

Ma Chretien non lavora da solo. È coadiuvato da un altro artista, il musicista Guy Bettini, il quale lo segue o meglio lo insegue con una composizione che ricava dall’opera stessa. Bettini elabora la colonna sonora in itinere, registrando, amplificando, modulando e condensando i suoni catturati da un microfono microscopico applicato al polso di Chretien. Sono sostanzialmente i rumori prodotti dal carboncino e dai movimenti dell’artista sulla platea ove è stesa la grande tela. Il musicista compone la traccia impiegando un software che gli permette di stoccare e richiamare in ogni momento i suoni registrati sin dalle prime battute della performance. Ciò produce il “ritorno del tracciato”: suoni passati, di tracce precedenti, che ritornano amplificati, infittiti e rimodulati, e che vanno a sovrapporsi ai rumori attuali prodotti da Chretien nell’atto di disegnare. Si potrebbe dire che il suono non dà scampo al disegnato. Ogni traccia sonora è ripresa e in qualche modo riproposta, talché la composizione visiva è come braccata dai suoni che ha appena prodotto, cioè da se stessa.

Che dire di un’opera siffatta, o meglio così realizzantesi? L’arte non necessita di spiegazioni per essere fruita, eppure come ogni fare dell’uomo non sfugge all’esigenza di essere compresa, o quantomeno non può sottrarsi agli abbracci dei discorsi che, dall’esterno, la considerano, ne fanno un oggetto di riflessione. L’arte, d’altro canto, non è solo arte, bensì è anche mondo; è cosa fra cose, azione fra azioni. La riflessione filosofica, sin di suoi albori, si situa o installa proprio in questa zona di transito, appunto, fra arte e mondo. Una domanda da porre di fronte a esperienze artistiche come quella di Chretien e Bettini, pertanto, è come si pone nello spazio, nei territori delle nostre vite, un’opera che non vuol durare, che si crea e si cancella, che come detto mette in scena o forse solo simula la propria sparizione.

Di questo, dopo la performance, parlerà il filosofo svizzero Raffaele Scolari, autore di saggi sulla realtà territoriale contemporanea - ma non con la vecchia pretesa della filosofia di dire la verità dell’arte, bensì, molto più modestamente, con l’intento di mostrare alcune corrispondenze o isomorfismi fra il fare arte e il fare territorio nella nostra epoca.
La “bi-personale” di Chretien e Bettini è completata da alcune opere che i due artisti hanno realizzato individualmente.

Inaugurazione mostra e Performance 30 Settembre, dalle ore 19 fino alle 21, seguito dalla conferenza di Raffaele Scolari “"il ritorno del traccio"”


Srisa Contemporary Art Gallery
via San Gallo, 53r - Firenze
La mostra sara visibile dal 1 Ottobre dalle 12-22

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