Museo Archeologico del Finale
Finale Ligure (SV)
piazza G. Verdi (Chiostri di Santa Caterina)
019 690020 FAX 019 681022
WEB
Paesaggi Nascosti
dal 20/12/2010 al 19/2/2011
tutti i giorni, escluso il lunedi' 9-12 e 14.30-17

Segnalato da

Museo Archeologico del Finale




 
calendario eventi  :: 




20/12/2010

Paesaggi Nascosti

Museo Archeologico del Finale, Finale Ligure (SV)

Le zone umide, un patrimonio da scoprire. La mostra illustra una nuova chiave di lettura per questi singolari ambienti, attraverso l'approccio dell'archeologia ambientale. L'esposizione prende spunto dai primi risultati dello studio di un progetto per la conoscenza, conservazione e gestione delle zone umide liguri, che ha permesso un censimento delle zone umide liguri e l'avvio di ricerche interdisciplinari su alcuni di questi archivi bio-stratigrafici, con la partecipazione di archeologi, paleobotanici, geografi, geologi, ecologi, storici ed esperti di altre scienze.


comunicato stampa

La mostra “Paesaggi Nascosti. Le zone umide, un patrimonio da scoprire” desidera illustrare una “nuova e diversa chiave di lettura” per questi singolari ambienti, attraverso l’approccio dell’archeologia ambientale.

Nel percorso espositivo è possibile scoprire, nell’alternarsi di immagini fotografiche, di reperti e grazie ad una postazione video, in che modo le comunità umane abbiano modellato e “costruito” il paesaggio culturale, ad esempio modificando la copertura vegetale attraverso pratiche agro-silvo-pastorali, e viene svelato come le zone umide liguri siano dei veri e propri archivi bio-stratigrafici, che hanno conservato tracce più o meno invisibili della millenaria evoluzione dell’ecosistema di cui fanno parte. Indicate localmente con diversi nomi geografici (sprugola, moggia, pramollo, piani, lago e altri), “interrogando” le zone umide, analizzando le loro caratteristiche e il loro contenuto, questi ambienti “parlano”, “raccontano” la storia dei nostri paesaggi.

Il loro sottosuolo impregnato d’acqua e quasi privo di ossigeno, infatti, può conservare inalterati per lungo tempo legno, fibre vegetali, tessuti, alghe, carboni e altri “oggetti” invisibili a occhio nudo. Questi resti permettono di ricostruire la storia degli ambienti che li hanno prodotti e custoditi per millenni. Come si sono formate le zone umide? In quale antico paesaggio? Le torbiere dell’Appennino ligure, essendosi formate in piccoli avvallamenti, hanno potuto “catturare” e conservare spesso per millenni tracce degli ambienti passati e delle attività svolte dall’uomo. Molte di esse ebbero origine alla fine dell’ultima età glaciale, circa 10000 anni fa, quando alcune depressioni vennero liberate dal ritiro dei ghiacciai. Ma alcune, invece, hanno avuto storie assai diverse…

Alcune torbiere dell’Appennino ligure si trovano in prossimità dell’Alta Via dei Monti Liguri e sono caratterizzate dalla presenza di numerosi alberi fossili o sub-fossili conservati nel sottosuolo. Le datazioni radiocarboniche finora eseguite collocano gli episodi di “caduta” di tali alberi - soprattutto di abete bianco (Abies alba) oggi pressoché scomparso dai monti liguri - fra il IV ed il II millennio a.C. Lo scavo archeologico in estensione di una di queste torbiere, in Val d’Aveto, ha permesso di acquisire preziose informazioni sui resti di questa foresta fossile e di recuperare alcuni dei tronchi, uno dei quali è esposto nella mostra.

La mostra è una componente dell’azione Alta Via dei Monti Liguri. Individuazione e valorizzazione delle risorse culturali e storico-ambientali afferente al “Progetto di iniziativa regionale Alta Via dei Monti Liguri”.
L’esposizione prende spunto dai temi e dai primi risultati dello “Studio di fattibilità di un progetto per la conoscenza, conservazione e gestione delle zone umide liguri”, promosso tra 2005 e 2007 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria e dal Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea dell’Università degli Studi di Genova (Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale), che ha permesso un censimento delle zone umide liguri e l’avvio di ricerche interdisciplinari su alcuni di questi archivi bio-stratigrafici, con la partecipazione di archeologi, paleobotanici, geografi, geologi, ecologi, storici ed esperti di altre scienze.

La mostra giunge a Finale Ligure, presso il Museo Archeologico del Finale, dopo essere già stata ospitata negli scorsi mesi a Genova, Rezzoaglio, Lerma, Pisa e al Parco dell'Orecchiella, dove ha raccolto commenti positivi e successo di pubblico.

Inaugurazione 21 dicembre 2010

Museo Archeologico del Finale
Chiostri di Santa Caterina, Finale Ligure (SV)
orario: mart-dom 9-12, 14.30-17
Biglietto: intero 4, ridotto 2

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