Villa Ciuti
Crespina (PI)
piazza Cesare Battisti

Opera al nero
dal 8/10/2010 al 23/10/2010
349 40496965

Segnalato da

Francesca Pepi




 
calendario eventi  :: 




8/10/2010

Opera al nero

Villa Ciuti, Crespina (PI)

Percorsi tra arti e narrazioni. Videoinstallazioni, pittura, ceramica, grafica, fumetti, interpretati da Andrea Borgioli, Federico Bucalossi, Vincenzo Burlizzi, Daniele Capecchi ed altri ancora.


comunicato stampa

Nascere è un tuffo dal buio, verso una storia. La biografia personale, come quella di un'opera, si costruisce per contrasti, chiaroscuri, luci ed ombre; si inscrive sulla superficie e la incide alterandone i connotati originari. L'opera viene alla luce e prende forma nel tempo, scaturendo da un progetto che tiene conto del rapporto con l'alterità e la specificità della materia. Il percorso in bianco e nero tra arti e narrazioni, curato da Maria Francesca Pepi, è dedicato all'opera in quanto tale, al suo nascere e venire alla luce, attraverso diversi linguaggi della contemporaneità, videoinstallazioni, pittura, ceramica, grafica, fumetti, interpretati con acume dagli artisti presenti in mostra, Andrea Borgioli, Federico Bucalossi, Vincenzo Burlizzi, Daniele Capecchi, Iacopo Castellani, Erica Lecci. Il linguaggio in cui ciascuna opera si esprime racconta una storia, anche quando questa non appare al primo sguardo o non è esplicitata verbalmente dal ricorso alla parola o a precise allusioni letterarie.

Si scopre, interrogando l'opera, che contiene in sè una narrazione e che, il più delle volte, quasi inspiegabilmente, ci racconta di noi, del nostro vissuto, delle nostre esperienze quotidiane, di emozioni note o immaginate. Se affreschi e bassorilievi nel Medioevo narravano la Bibbia e le vite dei Santi a quanti non potevano che ignorare la scrittura, se fino alle soglie del Novecento si ripetevano sistemi di simboli e di idee condivisi, lo scenario contemporaneo ci restituisce la frammentarietà e la molteplicità di 'valori' e linguaggi, che dischiudono una società individualista, una babele insensatamente relativista di sordi e ciechi. Opera al nero accoglie, sotto l'insegna del bianco e nero, una riflessione sull'energia creatrice della ricerca artistica privata della seduzione, talvolta fuorviante, del colore. Contiene, d'altro canto, anche un'allusione e un omaggio alla scrittura, come dimostrato dalla presenza importante di opere di grafica, seppure di matrice differente. Alchimista, mago, funambolo, giocoliere, illusionista, l'artista è chiamato a interpretare le emozioni, l'inconscio, gli stati d'animo, le fobie e gli inganni del nostro vivere traducendoli su una superficie, ora piana ora impervia e irta di insidie.

Il contrasto del Bianco e Nero rafforza le tensioni interiori e le esorcizza mettendole alla luce del sole, in modo che possano guardate 'in faccia' e affrontate, utopisticamente verrebbe da dire in modo collettivo, come nel teatro antico. Il Bianco e Nero rappresenta, rispetto al colore, l'ossatura dell'immagine e dell'idea; attraversando le stratificazioni della materia, sottoposta quasi a raggi X, ne elimina ciò che non è essenziale. Impedisce divagazioni inutili. Interpella sui nodi nevralgici. Non dà sconti. Si pone come radice di nuova storia. Così, l'opera trova in sé una sua profonda ragione d'essere. Né cinica, né accondiscendente, una volta assunta la forma desiderata, vibra di vita propria, si stacca dal suo artefice, come dalle ceneri di quella bruciante tensione per la ricerca che domina il protagonista del romanzo storico della Yourcenar, cui si ispira il titolo della mostra.

E continua a raccontare una narrazione, che necessita, in verità, di un interlocutore; l'opera si nutre della nostra presenza. Continuando a leggere e interrogare, interpretando, filtrando la visione attraverso la nostra sensibilità e il nostro vissuto, apprezzando o rifiutando, concretizziamo il passaggio del testimone nel tempo e scopriamo noi stessi più vivi. Vacilla il tabù dell'impenetrabilità dell'opera; il bianco permette al nero di descriversi, come in una pagina; il nero solca il bianco per affidargli un messaggio, che rimane lì, disponibile ad essere raccolto e arricchito di nuove emozioni destinate a vivere dentro di noi. Sta a noi accettare l'invito o la sfida: Arte facile / Arte difficile.

“L'arte è sempre stata contemporanea”. Le stesse conclusioni si ripetono e si perpetuano nella “ninna nanna di protesta” della performance musicale “Lights”, che trae spunto dalle famose frasi-performance-installazioni di Chiari e Nannucci. L'arte, come narrazione, si svolge e ci coinvolge, proponendosi a noi nella nostra dimensione di “Uomini contemporanei”.

Inaugurazione 9 ottobre ore 18

Villa Ciuti
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