ArteSera Anno 4 Numero 20 marzo-aprile 2014
Intervista a Paola Colombari
Ci racconti di lei: in che contesto è nata la Galleria Colombari e con quali obiettivi?
La nostra Galleria nasce nel 1981 a Torino come Paola e Rossella Colombari, figlie di un'antica dinastia di antiquari. Giovanissime, con la nascita delle nuove avanguardie postmoderne respirammo naturalmente gli elementi essenziali del cambiamento; all'epoca non esisteva ancora la cultura del Design e le grandi case d'Aste internazionali battevano all'incanto ancora opere Liberty e Decò.
La nostra Galleria ebbe l'intuizione di incominciare ad interessarsi del collezionismo post-war, con particolare attenzione alle opere dei grandi Architetti italiani ma soprattutto in particolare del grande Architetto Carlo Mollino, di cui oltre a scoprirne le opere e a valorizzarle nel mondo fu proprio la prima Asta che organizzammo nel 1985 a Venezia che segnò non solo il debutto delle sue prime opere all'incanto, ma segnò ufficialmente nel mondo la nascita del Modernariato. L'Asta, curata da noi a Venezia per la Casa D'Aste Semenzato il 6 aprile del 1985 a Palazzo Giovannnelli, è ormai storica: segna l'inizio del collezionismo postmoderno aprendo un varco nelle nuove frontiere culturali.
Negli anni a seguire, dopo il successo immediato e la ricezione da parte dei grandi collezionisti internazionali, mia sorella ed io (ormai Direttori Culturali della Semenzato) organizzammo a Milano un'altra Asta che anticipò i nuovi fenomeni culturali mettendo all'incanto la grande mostra The New Domestic Landscape curata da Emilio Ambasz.
La nostra Galleria in seguito iniziò anche ad occuparsi dei nuovi movimenti culturali che stavano nascendo; il design aveva in quegli anni assunto un nuovo linguaggio creativo con le prime manifestazioni delle correnti poetiche e sentimentali dell’oggetto, come il manifesto di Alchimia del 1984 di Alessandro Mendini e Alessandro Guerriero, in cui l’anti-ortodossia dello stile Moderno incominciò a definirsi nella sua libertà, nel progettare fuori dall’istituzione, nell’introdurre - come in Memphis con il grande designer Ettore Sottsass - il colore ed il segno come elemento innovativo ed artistico della forma all’interno della produzione.
Nel 1989 la nostra Galleria si trasferì a Milano diventando un riferimento internazionale insieme alle poche Gallerie che si occupavano di Modernism come: a Parigi la Galleria Denis Bosselet e Marc Huben, Neotù, Clara Scremini , Dow Town; a Londra David Gill, a Colonia la Galleria Gabrielle Amman, a New York la Galleria Fifty & Fifty, Barry Friedman, Moss.
Nel 1991, la scelta di lasciare a mia sorella la continuità del collezionismo internazionale del Modernariato per fondare la mia prima Galleria di Art Design con il marchio Edizioni Galleria Colombari, è stata per me una grande sfida.
Per anni ho prodotto cultura di tendenza e ho fatto parte direttamente del fondamento delle prime gallerie europee, ma non mi sono sbagliata, e anche se è stata dura, ho sempre pensato che anche il design avesse una sua mobilità costante nella contemporaneità espressiva e che quindi il Design potesse ad entrare a fare parte del collezionismo contemporaneo.
Inizialmente quindi la Galleria che fondò con sua sorella Rossella si fece promotrice dell'opera di Carlo Mollino. Come considera il suo lavoro nel contesto del design di quegli anni? Genio visionario e isolato, o precursore di tendenze che si sono espresse successivamente con maggiore evidenza?
Considero il grande Architetto Carlo Mollino il precursore della rottura con lo stile moderno: Mollino con il suo linguaggio è un artista surrealista, onirico, eclettico, grande anticipatore del post-moderno, oppositore alle correnti ortodosse moderniste. Oltre che architetto, è stato designer, fotografo, scrittore, progettista e pilota di auto da corsa e di aerei da acrobazia, amante della montagna e provetto sciatore.
Oggi la storia del collezionismo passa attraverso tre grandi riferimenti che hanno segnato il cambiamento moderno: Carlo Mollino l'anticipatore del postmoderno, Ettore Sottsass ed Alessandro Mendini i fondatori del postmoderno e Philippe Starck che ha cambiato il modo di arredare introducendo il postmoderno nell'industrial design.
Oggi, a distanza di moltissimi anni e grazie al grande successo internazionale, il Fondo Carlo Mollino negli ultimi anni è stato digitalizzato e si conserva presso gli archivi della Biblioteca centrale di Architettura del Politecnico di Torino. In base alla lunga esperienza nel 2005 Paola e Rossella Colombari pubblicano con la Idea Books il primo catalogo Carlo Mollino.
Catalogo dei Mobili, una Bibbia per i collezionisti che cercano un riferimento per le sue opere. Mollino ormai da anni fa parte dello Star System, dal 1995 a oggi sono 115 i passaggi in asta con il 72% di venduto e l’ascesa continua perché, insieme a Eileen Gray (28 milioni $ per la poltrona Aux dragons), Carlo Mollino è una vera e propria icona e di sicuro che nei prossimi anni sfiderà anche le quotazioni del mercato dell’arte moderna e contemporanea, dopo avere superato i 3 milioni $ a dicembre del 2006 all'asta di Christie's.
L'art design ha dato vita a un mercato del collezionismo che possiamo definire analogo a quello dell'arte?
Se il collezionismo del design è stato negli anni '90 la consequenzialità diretta del Modernariato, l'Art Design ne è oggi la sua forma più estrema come nuovo collezionismo post-post moderno, cambiando non solo i linguaggi border-line tra Arte e Design ma modificando anche le dinamiche dell'imprenditorialità culturale.
Le opere di Art Design oggi sono considerate come vere opere d'arte, presentano la stessa dinamica della short limited edition, un contenuto maggiormente materico e diretto nel segno e l'esposizione anche in circuiti fieristici e mostre di arte contemporanea.
La mia Galleria è stata tra le prime dedicate all’Art Design e dal 2000 si è unita anche l'Arte contemporanea, facendo dialogare l'arte e il design insieme.
In base alla sua esperienza, oggi l'art design è una tendenza, una moda, o una concreta evoluzione nel campo del design? E se lo è, con quali prospettive di sviluppo?
L'Art Design è una concreta evoluzione dell'espressione sociale delle tendenze contemporanee e ne sono anche testimonianza non solo le mostre ma anche le Fiere.
Nel 2002 realizzai a Novegro il primo format fieristico di collezionismo di Modernariato e Design in Italia con 300 espositori e nel 2004 con Ente Fiera Milano; negli anni a seguire si svilupparono poi molte Fiere internazionali come Miami Art Basel, Pavilion Art & Design a Parigi e Londra, ed oggi alcune Fiere italiane come Miart. Tuttavia manca ancora un format innovativo, molto avveniristico, a cui sto lavorando da alcuni anni per realizzare in futuro la prima Fiera di tendenza di Art Design.
Sembrano ormai lontani, quasi archeologia postmoderna alcuni designer come Philip Starck, Tom Dixon, James Irvine, Marc Newson e altri che ne sono stati il riferimento. Oggi viviamo la nuova dimensione “dell’open design”, con una libertà creativa che si esprime attraverso diverse tendenze: dal New Baroc olandese con la scuola di Maarten Baas, al design tropicalista brasiliano Fratelli Fernando e Humberto Campana, Rodrigo Almeida, alle tendenze del
Art Design for Freedom è una mostra, ma anche una dichiarazione di intenti, che si traduce in un abbattimento di confini e discipline a favore di una fluidità creativa capace di mescolare linguaggi e materiali: una battuta per ciascuno dei designers e degli artisti in mostra.
Nella mostra che ho curato, Art Design for Freedom, ho fatto un triplice gioco di linguaggi: la contemporaneità dell'azione espositiva tra Arte e Design, il linguaggio creativo dell'Art Design e la libertà come tema dell'infinita ed eterna fluidità dei linguaggi futuri. Finalmente liberi dalle scuole e dagli stili modernisti e postmodernisti, l'opera d'arte siamo noi con il nostro incessante divenire.
Una battuta per ogni artista e designer? Karim Rashid organico e Blobulous nel segno, con la sua poltrona Blobulous Chair; Antonio Cagianelli è la Vanitas nella cultura hip hop, con la poltrona Trans-Vital Mother a forma di teschio, Alessandra Roveda è riciclo sentimentale all'uncinetto, David Palterer è tradizione e mistica del pensiero con una maschera surreale; tra gli artisti Aldo Mondino con l'opera Vola Colomba è ironico e concettuale portando in cielo un pezzo originale del muro di Berlino con cento palloncini colorati, come memoria; la brasiliana Andrea de Carvalho è una tropicalista surreale con Coracao Esplosivo e infine il texano Steve Thornton con la foto del suo cavallo purosangue bianco rappresenta la bellezza e la libertà.