Next Exit Anno 8 Numero 79 luglio-agosto 2010
Quando il cupolone diventa Neo Pop e propone volti e storie di realtà creative, giovani talenti e business innovativi: in un libro.
115 storie, 10 sezioni, 312 pagine, 11 critici, 1 mappa inedita, 6 mesi di lavoro, una squadra operativa di poco più di 10 persone.
Questi sono in sintesi i numeri di un’avventura che si chiama “RomaCreativa”. Il libro, realizzato dalla redazione di Next Exit, con il contributo creativo del FEFÉ Project e i ritratti fotografici di Barbara Oizmud, è stato una vera e propria immersione nelle facce, nelle storie, nei colori di una città che sembra ferma a rimirar se stessa e che invece è un magma in continua ebollizione. Di idee, di progetti, di entusiasmi. Una specie di pentolone, da dove fuoriescono fumi, odori, rumori.
Tutte cose che sanno di buono.
Sì, abbiamo scoperchiato la pentola, cercando di esplorare il suo contenuto, rintracciando i pezzi grandi e quelli più piccoli. Assaggiandoli, tastandoli, annusandoli. Quello che ne è uscito è un quadro appassionante, dove la creatività è in grande fermento anche se ha un limite: il più delle volte è spezzettata, sbriciolata in tante situazionipiù o meno piccole e che comunicano poco tra di loro.
Questo non toglie niente al fatto che più o meno tutte le espressioni artistiche stanno vivendo una bella primavera. Dall’arte, dove si sta diffondendo una maggiore libertà ideativa e dove arriva il forte sostegno di nuove strutture come il MAXXI, il MACRO, La Pelanda, l’Auditorium, l’Ara Pacis e tanti altri spazi, anche periferici, sia pubblici sia privati, all’audiovisivo, che ha un peso importante nell’economia della capitale ed è in continuo sviluppo. Dall’editoria, quella considerata “piccola” rispetto ai grandi gruppi del Nord, che vive una nuova e stimolante stagione e che fornisce sempre più spesso storie e spunti per il piccolo e il grande schermo, alla moda.
Già, persino questa, che non è esattamente una forma espressiva tipica di Roma, riserva sorprese e svela punte eccellenti di creatività artigianale.
Un Cupolone, insomma, sempre più NeoPop. Si può dire che, dai loft di Pietralata ai laboratori di San Lorenzo, dagli studi musicali ai fotografi associati, anche Roma, come NY e Berlino ha le sue “factory”. Inoltre nascono e prosperano riviste che guardano al panorama internazionale e hanno successo. Così come nascono spazi, laboratori, atelier, progetti, molto radicati sul territorio e a grande vocazione internazionale.
Tutto questo sembra proprio volerci dire che Roma non è solo la città monumentale illustrata sulle guide turistiche, o il parco giochi delle macchine blu, o la patria dei colletti bianchi. Roma è tante cose.
Molte di queste riguardano la creatività, la fantasia, il talento.
Molte sono storie di creativi che, oltre ad alimentare la loro passione allineando Roma con le altre città creative del mondo e rendendola più viva, producono cultura e, soprattutto, fanno impresa.
L’obiettivo di raccontare tutto questo non è stato fare talent scouting, ma ritrarre chi, con il proprio lavoro creativo, ha, negli ultimi anni, prodotto network, creato rete, fatto lavorare persone, generato economia. L’obiettivo è stato quello di scovare, tra le pieghe antiche di questa città, una modernità e una vitalità che molti, prima di questo libro, non conoscevano e che fornisce una vera e propria mappa per orientarsi nella scena culturale più viva del territorio.
Ma, soprattutto, l’obiettivo è stato quello di cominciare a fare rete, agganciando tra loro i protagonisti della scena creativa, raccontandoli ai cittadini, alle istituzioni,alle imprese e a tutti quelli che sono curiosi diconoscerli.