Overview (2006-2007) Anno 1 Numero 9 dicembre 2006-gennaio 2007
Intervista a Giorgio Sancristoforo, sound artist creatore di Gleetchlab
Girovagando in rete, durante una di quelle domeniche di pioggia nelle quali si passano ore davanti al portatile, con tutto il necessario per la giornata (sigarette, caffè, acqua, penna e taccuino); mi imbatto nel nuovo sito Gleetchplug, della Tobor Experiment. Vedo che sarà presto online la nuova versione di Gleetchlab, il software pensato e creato da Giorgio Sancristoforo, che permette di generare sonorità glitch e noise per mezzo di processi matematici. In linea anche la nuova versione di OM, un player di musica generata automaticamente, con pochi parametri da selezionare a piacimento.
Fonico, tecnico del suono e docente di Storia della Musica Elettronica al Sound Engineers’ College, Giorgio ha all’attivo musiche per il cinema, televisione, una lunga serie di collaborazioni a progetti di sound art in tutto il mondo, e il suo software è usato in più di 40 paesi.
Da tempo incuriosito dal suo lavoro, lo incontro on line e, grazie alla rete wireless del mio vicino, ne approfitto per fargli alcune domande.
OVERVIEW: Ciao Giorgio, parlami del tuo lavoro in ambito di Sound Art.
GIORGIO SANCRISTORO: In collaborazione con l’HFR-LAB, ho realizzato quest’anno un’installazione in Inghilterra, esposta prima al Lovebytes Environments Festival di Sheffield e poi ospitata al prestigioso ONEDOTZERO, presso l’Insitute of Contemporary Arts di Londra (ICA) per il programma Terrain.
Bit-Scapes (il nome dell’installazione) è in sostanza una biosfera artificiale. I ragazzi dell’HFR-LAB hanno filmato dei meravigliosi paesaggi naturali in Australia e in fase di post produzione hanno creato insieme a Wojciech Kosma, delle texture digitali che si sovrappongono gradualmente alle immagini naturali. Io ho scritto il software per la parte audio e ho realizzato il sound design, mescolando field recording e glitch music e ricreando, nel dominio del suono, quello che è stato fatto per le immagini. L’idea era quella di dare vita ad un ambiente ibrido reale/digitale, che potesse in qualche modo essere plausibile; nel quale, pur intuendo alcune sovrapposizioni digitali, si nota una costante organica nelle immagini e nei suoni. Suoni alieni realizzati attraverso i miei programmi: software che hanno delle funzioni generative e permettono di manipolare un campione audio in modi atipici. Mentre relizzavo il sound design mi chiedevo: “che suono farebbe una pianta carnivora su Marte?”, per esempio. Fondamentali nel mio lavoro credo siano una sana dose di ironia ed una certa curiosità infantile nel tentare di immaginare cose che non possiamo sperimentare di persona.
O: Come ti rapporti al mondo musicale contemporaneo, cosa ne pensi?
GS: E’ una specie di sofferenza. Sotto certi aspetti avrei voluto vivere in epoche artistiche più felici. Sono molto attratto dalla musica elettroacustica, sarei stato un ottimo sostenitore di Maderna o Cage, persino di Morton Subotnick e al tempo stesso dei Led Zeppelin. Il mondo musicale di oggi è dissonante, povero, decadente. E’ un po’ come ascoltare la radio in bassa frequenza di notte: quando c’è buona propagazione può capitarti di ascoltare diverse stazioni radio che si accavallano sulle stesse frequenze. Inoltre la tecnologia ha influito pesantemente sull’arte nell’ultimo decennio, cambiando il modo in cui fruiamo la musica e l’arte visuale. Viviamo un’inflazione artistica. Siamo arrivati al punto in cui oggi chiunque può fare arte senza saper fare nulla... C’è troppa offerta, i talenti fanno troppa fatica a farsi notare. Non fraintendermi, non credo di essere uno che esce dalle righe, né un talento da scoprire; il mio lavoro sul glitch e sui software generativi è un atto di critica non un manifesto artistico. Sono un sostenitore della musica suonata da bravi musicisti, un fan del nastro magnetico, delle melodie complesse e dei calli sulle dita.
La mia anima glitch è venuta fuori come un atto di guerra alla decadenza musicale di questi anni. Per intenderci non sono molto attratto dall’idea di cercarmi un’etichetta figa e fare concerti a destra e a sinistra… non di glitch almeno. Uso il rumore come opera critica nei confronti della musica come prodotto in scatola. Siamo circondati da melodie che raramente fanno uso di accordi minori, secondo il mainstream di oggi, la musica deve essere una ricetta di più forte, più duro e spensierato. E’ fuorviante e porta a non pensare. Il glitch può essere musica, ma nel mio caso è solo un atto di belligeranza.
O: Visto che ormai anche la musica è un prodotto, come vedi il futuro?
GS: Anche ai tempi di Elvis era un prodotto, però la gente aveva un’altro cuore e una diversa sensibilità. Le case discografiche sono colpevoli quanto noi per la situazione musicale di oggi, ma di una certa decadenza ahimè, è colpevole anche la tecnologia digitale. Questo te lo dice un fonico di professione. L’overdub ha ucciso l’artigianalità della musica e in ultima analisi, la sua bellezza.
Per quanto riguarda la musica elettronica, potrei sbagliarmi, ma credo che questo genere, come lo conosciamo oggi, non avrà vita lunga. Non parlo del mainstream, per quello ci sarà sempre gente disposta a far quattro salti con una cassa dritta, parlo piuttosto del vero spirito della musica elettronica, la sperimentazione. Nuove tecnologie arriveranno e instaureranno nuovi paradigmi compositivi. Non credo che andremo avanti per altri dieci anni con il MIDI che è un protocollo vecchio di 23 anni. La musica sequenziata verrà superata, forse dalla musica generativa. Mi intriga l’idea delle intelligenze artificiali, anche se può sembrare paradossale dopo quello che ho detto, ma chi mi conosce, sa che ha un senso.
O : Qual è la tua idea di Sound Art? La trovi adatta al mondo contemporaneo?
GS.: E’ dedicata al mondo contemporaneo. Ci descrive. E’ frammentaria, come le nostre comunicazioni di tutti i giorni, è asettica e organica, come noi.
Il problema dell’arte concettuale è che serve un pensiero per codificarla, non è immediata come il pop, per questo la vedo come uno strumento critico.
O: Che mi dici della situazione italiana?
GS.: Ma esiste veramente una situazione italiana?
Vivo in Italia, ma le occasioni che ho avuto sono principalmente all’estero. Qui, come sempre, devi conoscere pezzi grossi per fare qualcosa, all’estero basta dimostrare cosa sai fare. Per questo mi disinteresso alla scena musicale elettronica del mio paese.
Lui si disinteressa dei tipi come me.
O: Cosa significa oggi essere un artista?
GS: E’ difficile rispondere, perchè non penso all’artista come un uomo che opera una scelta. Artista si nasce. Senti un impulso creativo che devi soddisfare, altrimenti vai in paranoia. Fortunamente certe cose non cambiano. L’artista è eccessivo suo malgrado, per quanti buoni propositi faccia, se c’è un’anima artistica c’è anche il caro e vecchio squilibrio. E’ il prezzo che si paga quando si ha una mente incapace di lobotomizzarsi davanti alla tv.
Come sempre l’arte non paga l’affitto, ma in fondo, chissenefrega… ci sono altri modi per tirare a campare.
www.gleetchplug.com
www.hfr-lab.com/Map.html
http://festival2006.lovebytes.org.uk/events/exhibitions/bit-scapes.php
www.onedotzero.com/home.php