Galleria Michela Rizzo
Venezia
Calle degli Albanesi, 4254
041 5223186
WEB
Countdown
dal 4/5/2007 al 11/5/2007
martedì 10.00 - 12.30 e 16.30 - 19.30; da mercoledì a sabato 16.30 – 19.30 e su appuntamento

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Progetto Accade




 
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4/5/2007

Countdown

Galleria Michela Rizzo, Venezia

Un allarme sempre piu' pressante: conflitti apparentemente insolubili, terrorismo imprevedibile e incontrollabile, cadute e nascite di tiranni, intere nazioni in stato d'allerta. Le installazioni e video dei 4 artisti in mostra risentono queste problematiche.


comunicato stampa

Collettiva

A cura di Roberta Cantarini, Gaia Conti, Tatiana Lo Iacono, Paola Omboni

“Conto alla rovescia: conteggio in senso inverso del tempo che manca ad un avvenimento, caratterizzato dall’istante zero come istante finale”. Dizionario De Mauro, Paravia

Countdown: conto alla rovescia, attesa di un istante zero che arriverà e che segna la fine della realtà come è in questo momento. Questo stato si profila oggi quasi come un vero e proprio modo esistenziale dell’umanità, investendo tutte le sfere della vita contemporanea: biologica, politica, privata e morale. E’ una delle possibili declinazioni dello stato di emergenza permanente, tematizzato dal filosofo Agamben, che di fatto si estende a tutti gli aspetti del nostro essere

Sempre più insistentemente si parla delle incertezze che coinvolgono la sopravvivenza della nostra specie. Lo scienziato di fama mondiale James Lovelock, ha per primo teorizzato il concetto di Gaia come una sorta di sistema di auto-assestamento planetario, di ammortizzazione degli sconvolgimenti, anche climatici, che progressivamente mutano la Terra. Secondo una sua recente intervista sulla prestigiosa testata americana The Indipendent, Lovelock sostiene che l’umanità ha oltrepassato il punto di non ritorno, che il “sistema di sicurezza Gaia” non funziona più ed entro la fine del secolo gli unici luoghi vivibili saranno i poli. Ciò che abbiamo sempre considerato visione apocalittica è ora divenuto urgenza.

Un allarme sempre più pressante: conflitti apparentemente insolubili, terrorismo imprevedibile e incontrollabile, cadute e nascite di tiranni, intere nazioni in stato d’allerta da anni, i diritti civili dei cittadini schiacciati. Tutto questo non può non influenzare chiunque rifletta sulla natura dell’essere umano e sulle conseguenze a lungo termine di tutto ciò. Tutto questo non può non influenzare anche la sfera più intima delle nostre vite: l’ansia generata dalla nostra impotenza causa la necessità di una sorta di anestetizzazione costante rispetto la realtà. Si pensi al concetto di divertissement di Blaise Pascal o alla sfera di non-autenticità di Martin Heidegger. Il bisogno di pensare piamente che, se tutto va bene nella nostra piccola sfera personale, nonostante tutto quanto detto prima stia realmente accadendo ora, questo sia il migliore dei mondi possibili, deriva dall’esigenza di percepire sicurezza anche quando non ve ne sia. Nulla c’è da preoccuparsi - e la conseguenza diretta di questo è l’abdicazione dei propri diritti ad altri che, appunto, si occuperanno di TUTTO il resto.

Questo tipo di riflessioni sono presenti nelle opere degli artisti con cui abbiamo collaborato per lo sviluppo di Countdown. Nell’installazione "Libro d'autore" di Franco Del Zotto Odorico protagonista è il verbo che si fa forma, ma al contempo non riesce ad eludere la sua labilità e si corrompe. Luca Gabrielli nel suo video “Imitation of life” crea dei personaggi manifestazione di un qualcosa che non è umano, non per la loro natura, ma per lo stato di diritto che li condanna a collocarsi tra umano e cosa. Paola Ganz nel “Bagno di Rosy” ci trasporta, immagine dopo immagine, in uno luogo altro e sospeso, senza tempo nè spazio dove la protagonista, Rosi, dolcemente nasce e si culla nell’acqua per poi tornarci e confondersi in assenza di confini. Col video “Dono in #” Sara Bertossi intende invece mettere in scena quella sensazione, familiare a molti, di mancanza di valori che pervade e permea, come un dono vuoto e senza significato, la società odierna.

Ciò che viene presentato in questa esposizione, è dunque quello che abbiamo visto nelle parole degli autori citati e sicuramente in quelle di Giorgio Agamben. E’ ciò che da sempre fanno i pensatori, gli scienziati, gli artisti: testimoniare e “decodificare” il proprio tempo. Non si tratta di cercare la proposta di una soluzione, ma l’indicazione di alcuni aspetti della realtà per come sono. Non un conferimento di un senso univoco a ciò che vediamo attorno a noi, ma l’accettazione del dubbio, innanzi tutto, come grado zero di ogni ricerca.

Inaugurazione sabato 5 Maggio 2007, ore 18.30

Galleria Michela Rizzo
Calle degli Albanesi, 4254 - Venezia
Orario galleria: martedì 10.00 – 12.30 e 16.30 – 19.30; da mercoledì a sabato 16.30 – 19.30
Ingresso libero

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