Diverse sedi
Sant'Agata de' Goti (BN)

Ad Hoc
dal 30/6/2006 al 15/7/2006
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WEB
Segnalato da

Gabriele Perretta


approfondimenti

Gabriele Perretta



 
calendario eventi  :: 




30/6/2006

Ad Hoc

Diverse sedi, Sant'Agata de' Goti (BN)

In concomitanza con il decennale del Sannio Film Fest, una rassegna internazionale che riflette sul tema delle archeologie del contemporaneo, tra zone di medialita' e argini dell'antico. Film, videoclips, installazioni multimediali, oggetti, spettacoli, mostre, incontri con gli autori, concerti e presentazione di libri. Ideazione e cura di Gabriele Perretta


comunicato stampa

... archeologia del contemporaneo:
zone di medialita' / argini dell’antico
ideazione e cura di Gabriele Perretta

In concomitanza con il decennale del Sannio Film Fest (Festival Internazionale del Cinema in Costume) dal 1 al 16 luglio a Sant’Agata dei Goti vi sara' la prima edizione di “Ad Hoc", una rassegna internazionale che riflette sul tema delle archeologie del contemporaneo, tra zone di medialita' e argini dell’antico. Il sottotitolo di quest’anno e' declinato sulla pluralita' dei linguaggi. Una scelta che indica la moltitudine di segnali che la manifestazione e' in grado di offrire, avvalendosi di varie sezioni operative e cercando di appagare la richiesta di orizzonti diversi della fruizione. Il tema delle differenze e dell’incontro di disparati linguaggi artistici, inteso come portatore di valori e di ricchezza culturale per tutti, e' dunque il filo rosso che lega gli appuntamenti in programma. Nella cornice di questa antica residenza civica campana di Sant’Agata dei Goti, borgo storico dall’aspetto suggestivo che conserva notevoli opere d’arte e in bella posizione su una terrazza tra due affluenti del Fiume Isclero, la rassegna, coniugando un solido impianto culturale con una sana vocazione alla ricerca ed alla festa, offre uno sguardo curioso sul panorama internazionale contemporaneo della sperimentazione attuale, tendendo a superare gli stereotipi e i luoghi comuni degli immaginari correnti, effettuando anche tappe storiche. In un momento in cui l’unica cosa certa e' il continuo mutamento e la complessita' sociale, Ad Hoc vuole costruire dei percorsi di senso tra fenomeni comunicativi e culturali apparentemente distanti e contraddittori. I film, i videoclips, le installazioni multimediali, gli oggetti realizzati con materiali duri, i luoghi sotterranei, le stanze del Castello, gli spettacoli, le mostre, gli incontri e i dialoghi con gli autori, i concerti, la presentazione di libri, illustrano in che modo Ad Hoc si insediera' tra la superficie e il sottosuolo della citta' di Sant’Agata dei Goti. Basandosi, dunque, su vecchi e nuovi lavori di artisti ormai affermati o di artisti emergenti e provenienti dalle nuove generazioni e tendenze, Ad Hoc prende spunto dall’orizzonte dei generi multipli, declinando le ibridazioni in tutte le possibilita' offerte dall’arte attuale. Da un luogo apparentemente decentrato della regione Campania, una regione che vanta un rispettabile contributo per l’Arte, la mostra affronta con uno spirito Ad Hoc uno dei temi piu' attuali e scottanti del dibattito contemporaneo: il nesso tra le politiche della memoria (l’antico) e gli incalzanti frutti della medialita'. L’industria culturale odierna e' strutturata in maniera che ogni progettualita' artistica(o “artefatto") che si inserisce nella rete della comunicazione, dopo una rapida ascesa e' destinata a divenire archeologia. Questa edizione, tentando un’inversione di tendenza e fornendo alcuni elementi di novita' critica, ha il pregio di offrire una “situazionalita' dell’opera", per strapparla agli stereotipi dell’estetizzazione. L’assunto della mostra e' fondato su un controcanto agli schemi visivi di maggiore popolarita', ovvero sfuggire al deja vu presente! A partire da cio', Ad Hoc libera il “nuovo darsi ed essere dell’artefatto", perseguendo un’istanza narrante che sa cogliere nel reale e nell’interattivita' il “proporsi e il riproporsi dell’opera nel luogo".
L’arte moderna e contemporanea - ovvero dalla scultura tradizionale all’arte elettronica (digitale, web ed interattiva) - nelle Valli Caudine e del Calore trova una congenita ospitalita', qui l’attenzione per l’Ad Hoc appare come una ricerca che godendo “del luogo" emerge in una sua nuova intenzionalita', ovvero nel flusso di quello che per libera scelta passa dalla contabilita' artistica al rinnovarsi dello scopo. In altri termini, una mostra dedicata a questi temi e' un avvenimento espositivo cosi' insolito da non poter passare sotto silenzio. In questa particolare declinazione, il tentativo della mostra, nell’attimo del suo collocarsi, oltre ad apparire come un fine, riesce addirittura a trasfigurarsi in un margine imminente, in una inesplorata destinazione e forse anche in un incognita funzione. Il tutto facendo ricorso ad una competenza speleologica dell’arte contemporanea che porta alla luce i punti originali della fondazione del centro di Sant’Agata, che un tempo si volle col nome di Saticula. Infatti, nelle mappe degli antichi itinerari il punto mediano di Sant’Agata e' ricordato per il 343 a.C., quando durante la prima guerra sannitica vi si accampo' il console Cornelio. Il nome di Sant’Agata de Goti risale al sec. VI d.C., laddove in seguito alla battaglia del Vesuvio una colonia dei Goti vi si stabili'. Come testimonianza di un antico sincretismo, in uno dei complessi storici della citta' si conserva un affresco con Diana ed Atteone di Tommaso Giacquinto datato 1710. Queste tracce di storia sono la dimostrazione che il mito delle fonti e i torrenti, degli animali selvatici, del parto facile e della predilezione delle donne (Diana), della rigogliosita' e dell’antisiccita' (Atteone), riescono a mescolare da sempre la relazione tra le conoscenze della natura e le intrusioni dell’artificio.
Per annodare le fila ed intessere una lucida trama, disponendo di materiali assolutamente eterocliti, il contrassegno che segue Ad Hoc e' quello di rendere utili nel centro storico cantine scavate nel sottosuolo e suggestive cave dei palazzi e dei vecchi siti. In un’epoca segnata da un’inflazione senza precedenti di ripieghi estetici, introdurre nuove formule, che tendono a surrogare ancora di piu' il contatto tra antico e contemporaneo, puo' sembrare operazione di scarsa efficacia se non troppo ammiccante. Ma in questo caso il titolo della mostra rende bene l’intento e il progetto espressivo che le compete.
L’immagine generale proposta, che nelle intenzioni rappresenta piu' di una linea di tendenza circoscritta, ma riconoscibile in diversi contesti culturali, si articola dunque in piu' segmenti, cercando di estremizzare la condizione dell’infinitamente futuribile e dell’infinitamente antico. Appoggiandosi su una vasta scelta di tecnologie, il primo segmento e' specificamente mediale e serve ad investigare le “interzone" fra l’uomo e la macchina, il secondo e il terzo ci sono offerti come una sorta di videologia totale, come una “clip/teca" che snoda una cospicua carrellata di lavori su supporto digitale, un quarto livello indaga l’autoconsapevolezza dell’oggetto e un quinto si interroga se, a pochi decenni dall’affermazione di opere ed autori ormai resi celebri dalla Storia, rimane ancora la magia estetica dell’opera che il collezionista dovrebbe trattenere nel suo salotto. Inoltre, per chi fosse interessato al dibattito fra attualismo e memoria dell’arte contemporanea, che sta caratterizzando l’ultima scena della ricerca artistica europea, va detto che al fianco dell’installazione temporanea di sculture e di procedimenti multimediali, durante l’esposizione di Ad hoc saranno abbinati eventi, presentazioni di libri e dibattiti. Si tratta, in sostanza, di un’occasione per divulgare tesi diverse e migliorare la qualita' dei temi sull’attualita' e l’inattualita' dell’arte contemporanea.

INTERzone & DramFIGURE: raccoglie in presa diretta le installazioni multimediali degli autori e dei gruppi piu' accreditati nella scena italiana e internazionale e le sculture digitali ed interattive che provengono dalla tradizione concettuale piu' eretica: Ennio Bertrand, Tullio Brunone, Matteo Cremonesi, Ezio Cuoghi, Limiteazero, Lello Lopez, Otolab, Massimo Ruiu, Studio Azzurro.

TOTALvideo &: e' il resoconto di una situazione quanto mai concentrata dell’emergenza videoartistica italiana (e non solo), che interagisce con l’esperienza del documentario, del cinema e con la multimedialita' piu' in generale: Anonima di-chi-si'-lu-son, Enzo Berardi, Ennio Bertrand, Herve Constant, Carlo Fatigoni, Licio Esposito, Eu.Ca, Pietro Finelli, Lello Lopez, Giorgio Lupattelli, Massimiliano Martinez,Antonello Matarazzo, Makinef, Mald'e, Francesca Nicolais,Antonello Novellino, Elke Reinhuber, Claudio Rocchi, Girolamo Santulli, Silvano Tessarollo, Elena Trissino dal Vello d’Oro.

CLIPteca: L’esperienza delle clip e della videoarte e' in stato di emergenza da quando le multinazionali dell’industria artistica l’hanno strappate alla comunita' ed ai circuiti alternativi, dove sono nate e si sono sviluppate. Clipteca, quindi, all’interno della sezione Totalvideo e' una mappa aggiornatissima e vivace sui piu' recenti sviluppi della cultura “schermatica" internazionale, punto di riferimento obbligato dell’arte visiva universale e dello stile di vita delle nuove forme e dei nuovi linguaggi della comunicazione. Grazie alle testimonianze degli artisti raccolti in questa sezione, Ad Hoc raffigura uno spaccato eterogeneo e multiforme di vecchie e nuove ondate di creativita' cosmopolita, di provenienza dai vari territori post-industriali: Peter Campus, Robert Cahen, Chris Cunningham, Cast, Enlightenment, Heinrich Grensbeck, Diamanda Galas, Fathi Hassan,Gary Hill, John Maybury, Mariko Mori, Paul McCarthy, G.P.Mutoid, Otolab,Luis Gispert & Jeff Read, Anne'e Olofsson, Tony Oursler, Robert Smithson, Ulay, Franco Vaccari, Bernard Venet, Bill Viola, William Klein, Roger Welch.

Eventi Speciali & Clipmemoria: La Parola e l’evento: Arte, cultura politica, teatro, Performance della parola e della voce, filosofia e mass-media sono spesso chiamati a delimitare i rispettivi ruoli, cosi' come a riconoscere la loro costitutiva, reciproca complementarieta'; infatti l’opera d’arte odierna rimanda nella sua fattispecie alla moltiplicazione delle identita' e ad un problema di carattere veritativo, che difficilmente puo' essere eluso. Questa sezione nasce da un incontro e da una proposta: sottoporre all’odierna riflessione critica la questione dell’identita' e della funzione di quella no-manland, territorio di nessuno, che nella storia del pensiero occidentale tende a liberarsi di quel limite definitorio che regola la critica a gnoseologia inferior. Sollecitati dagli stimoli forniti da una performance sul senso del dramma e della crudelta' contemporanea, sul bilancio di una filosofia e di un’idea della musica, da un film che e' ormai un classico per le nuove generazioni dei videoartisti, alcuni dei piu' energici operatori culturali contemporanei si confrontano per capire i compiti e il lessico che oggi serve a definire il campo di indagine di cio' che non resta “solo arte":

-Abe'ce'daire de Gilles Deleuze, regia di Pierre-Andre' Boutang, a cura di Claire Parnet.
martedi' 11 luglio 2006

-Dal cineocchio alla videokinesi: rilettura di Dziga Vertov, The Man with the movie Camera (1929),a cura del collettivo G.P.Mutoid.
mercoledi' 12 luglio 2006

-Canio Loguercio, Miserere, preghiera d’amore al netto di indulgenze e per appuntamento.
giovedi' 13 luglio 2006

OGGETTO CONSAPEVOLE: prende in esame alcune tematiche che tendono ad uscire dalla tradizione della scultura. In particolare la questione del “fuori" e' da intendersi come alterita' irriducibile all’identico ed alla predisposizione ad un oggetto quasi insensibile. Ognuno degli artisti invitati, i quali non costituiscono una tendenza, attraverso un certo stile di oggettualita' pongono quesiti esteticamente rilevanti che riguardano la consapevolezza dell’oggetto. La cifra dei percorsi di costruzione e di esecuzione dell’oggetto esaminato in questo segmento di Ad Hoc, puo' essere felicemente indicato, da cio' che Perretta ha definito “esperienza del nuovo artigiano", ossia un’incessante messa in campo di tutto cio' che spinge ad essere il noto contraccettivo al “prodotto incosciente dell’industria": Maurizio Arcangeli, Clara Bonfiglio, Cast, Antonio De Filippis, Luca Matti, G.P.Mutoid.

Storia e INTENZIONI DELL’OPERA: Le opere che vengono qui riproposte sono nate da un laboratorio d’eccezione. Si tratta quasi di una piccola storia dell’arte contemporanea che parte da specifiche biografie testuali. Suscitata dall’attualita' dei problemi storiografici della contemporaneita' e dalle intenzioni originarie di ogni singolo autore e biografia, le opere ivi raccolte hanno la capacita' ancora oggi di rilanciare gli interrogativi, di confermare certe intuizioni, ma anche a chi volesse leggerle con attenzione senza errori ed ingenuita' di risparmiare immagini fuorvianti. Sia sul versante della storia, sia su quello della ricerca, da quando ci si interroga sui rapporti fra il programma di un’opera e la sua “epigenesi" che la narrazione interna di un manufatto e la sua originaria intenzionalita' desidera esigere ulteriori soddisfazioni e spiegazioni:Joseph Beuys, Alberto Burri, Leoncillo, Sol LeWitt, Lutz Guggisberg, Kendell Geers,Arturo Martini,Luigi Mainolfi, Allan McCollum, Mario Merz, Luigi Ontani, Jannis Kounellis.

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