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Loris Cecchini
dal 28/4/2006 al 19/6/2006
Dal martedi' alla domenica 11/17 chiuso ad agosto

Segnalato da

Silvia Pichini


approfondimenti

Loris Cecchini



 
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28/4/2006

Loris Cecchini

Galleria Continua, Beijing

"Cloudless" e' il primo appuntamento di un percorso espositivo che tocchera' tra la primavera del 2006 e l'autunno del 2007, oltre alla Cina, le citta' di Parigi, Roma e New York. L'intento del progetto non e' solo quello di portare la cultura italiana nel mondo ma anche quello di capire e assorbire la cultura di altri paesi.


comunicato stampa

Cloudless

Prima tappa a Pechino, per la mostra itinerante dell'artista italiano Loris Cecchini.

"Cloudless", questo il titolo della mostra di Loris Cecchini (1969) che si inaugurera' il prossimo 29 aprile a Pechino, sara' il primo appuntamento di un percorso espositivo che tocchera' tra la primavera del 2006 e l'autunno del 2007, oltre alla Cina, le citta' di Parigi, Roma e New York, modificandosi nella struttura e arricchendosi negli elementi che lo compongono. Nello specifico, gli elementi plastici costitutivi dell'istallazione vengono di volta in volta reperiti dall'artista nelle varie citta' e rielaborati per le successive, creando un continuum di elementi infrastrutturali (le porte) che entrano in relazione diretta nel loro significato di soglia, manufatto culturale, elemento simbolico.

L'intento del progetto non e' solo quello di portare la cultura italiana nel mondo ma anche quello di capire e assorbire la cultura di altri paesi; la comprensione delle differenze.

Nella migliore tradizione del mecenatismo, FENDI, non sostiene una mostra, ma un progetto culturale seguendo attivamente il percorso espositivo dell'artista, facendosi promotore anche di installazioni in spazi pubblici. Il grande marchio italiano, famoso nel mondo per la capacita' di saper riproporre il valore della tradizione in forme sempre rinnovate, sceglie Cecchini in virtu' di certe linee di affinita' che, benche' sviluppate su piani diversi, dimostrano sensibilita' nello studio dei materiali e attenzione nei confronti della ricerca tecnologica.

La mostra presenta due grandi installazioni e nuovi lavori legati alla ricerca piu' recente dell'artista, che nell'utilizzo di linguaggi e tecniche differenziate, si muove attraverso la pratica di media diversi.

Uno dei due progetti presentati, "Empty walls - just doors" prevede la realizzazione di uno spazio che ospiti al suo interno un dedalo di stanze comunicanti, in una sorta di labirinto compresso. L'interno e' diviso in una serie di ambienti vuoti comunicanti tra loro tramite una serie di porte: che diventano il fulcro dell'intera installazione. Posizionate sul limitare delle stanze, le sculture, repliche in gomma grigia di altrettante porte di diverse tipologie e dimensioni, realizzate su calchi a dimensione reale, si pongono come "assenze presenti" nel loro cedimento fisico, proponendosi come soglia improbabile, come diaframmi duttili in uno spazio di cui divengono ricordo materializzato.

L'oltrepassare la serie di porte crea una sospensione del tempo. Nelle porte la materia viene fluidificata, le strutture di sostegno cedono e ne viene negata la loro natura architettonica; esse divengono presenze enigmatiche, immagini di un quotidiano che sembra reduce da una catastrofe. La stessa cedibilita' delle porte diviene emblematica di una condizione frustrata d'esistenza, in cui anche la realta' viene meno e il presente sembra eternamente sospeso tra il reale e il virtuale.

L'altra grande installazione presente nell'ampio spazio e' progettata sull'idea di modularita' e fluidita' organica: in questo senso, il fondo morfologico, la struttura biomorfica e cellulare, tornano ad essere una sorta di istanza progettuale declinata e articolata dalle possibilita' tecniche della virtualizzazione e del calcolo numerico. La progettazione e produzione di un modulo replicato industrialmente in circa 50.000 elementi assemblati, dara' luogo ad una struttura aerea sospesa, fortemente legata all'idea di organico, di insieme molecolare e, al tempo stesso, di organismo artificiale. Nasce cosi' una forma caratterizzata nella sua apertura "immaginifica", che da' luogo a interpretazioni diverse, ma che infine ripropone un tema costante della ricerca di Cecchini, ovvero il muoversi sui confini del naturale e dell'artificiale, e di come si relazionino percezione e conoscenza rispetto a questi.

Ad accompagnare le grandi istallazioni, una nuova serie di collages progettuali, insiemi di disegni a tecnica mista, disegni in 3D e piccoli modelli prodotti in svariati materiali racchiusi in grandi cartelle trasparenti dalla superficie deformata a caldo, testimoniano una ricerca in continuo slittamento tra indagine poetica e praticabilita' esperienziale, verso un'operativita' di natura sempre piu' architettonica.

Nel lavoro di Loris Cecchini (Milano 1969) fotografia, disegno, scultura e installazione si fondono in una poetica unitaria dove la trasfigurazione e' l'elemento cardine. Collages multipli e dettagliati modelli architettonici, oggetti in gomma, roulottes reinventate e case sugli alberi, spazi strutturalmente distorti, coperture e superfici dalle trasparenze prismatiche sono i soggetti che ritroviamo nel suo lavoro. La varieta' e la morfologia degli elementi si relazionano continuamente gli uni agli altri, in un continuo processo alternato di decostruzione e ricostruzione localizzato nell'interscambio tra realta' fisica dei materiali e presenza virtualizzata.

Sia nelle fotografie che nelle sculture, la revisione di un'idea ampia di "modello", passa per la rielaborazione di forme familiari del nostro quotidiano trasferite in una visione alterata che sfida la percezione dello spettatore. Tramite sottili elaborazioni in digitale, l'artista sovrappone brani di realta' a scenari fisici/virtuali ricostruiti tramite modelli in studio, creando situazioni diverse tra il plausibile ed il paradossale.

L'idea di modellizzazione e di paradosso la ritroviamo negli oggetti replicati in scala reale e riprodotti in gomma uretanica grigia: come fantasmi e ombre del loro referente reale, gli oggetti appaiono inermi, ripiegati su se stessi, ma allo stesso tempo assumono un carattere, una ironia, che li rende meno oggetti e piu' umani.

Inaugurazione: 29 Aprile 2006

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Dashanzi 798. # 8503, 2 Jiuxianqiao Road, Chaoyang Dst - Pechino
Orari: dal martedi' alla domenica 11/17 chiuso ad agosto

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