Museo di arte moderna e contemporanea - MART
Rovereto (TN)
corso Bettini, 43
0464 438887 FAX 0464 430827
WEB
Due mostre
dal 11/6/2005 al 11/9/2005
0464 438887 FAX 0464 430827
WEB
Segnalato da

Luca Melchionna




 
calendario eventi  :: 




11/6/2005

Due mostre

Museo di arte moderna e contemporanea - MART, Rovereto (TN)

Thayaht futurista irregolare: un'esposizione dedicata alla figura di Ernesto Michahelles, in arte Thayaht, allestita in contemporanea anche agli Uffizi di Firenze. Esposte 200 opere, dell'autore e di altri artisti delle avanguardie del 900 fra cui Fortunato Depero, Giacomo Balla, Tullio Crali ecc. Vivere sotto la luna crescente: una grande esposizione racconta la vita domestica del mondo arabo. La mostra, a cura del Vitra Design Museum di Weil am Rhein, propone modelli, ceramiche, tessuti, utensili, installazioni a grande scala, fotografie e video documentativi


comunicato stampa

"Thayaht futurista irregolare": al Mart una mostra su Ernesto Michahelles. Doppia esposizione, al Mart di Rovereto e agli Uffizi di Firenze, e una pubblicazione editoriale per valorizzare l'opera del futurista fiorentino.

Il Mart inaugura il 12 giugno 2005 un'esposizione dedicata alla figura di Ernesto Michahelles, in arte Thayaht, affiancata dalla pubblicazione del catalogo e di una monografia.
La mostra, a cura di Daniela Fonti, presenta oltre 200 opere, non solo di Thayaht, ma anche di Fortunato Depero, Giacomo Balla, Tullio Crali e di altri artisti delle avanguardie del Novecento; sarà aperta fino all'11 settembre 2005.
La direzione scientifica è di Gabriella Belli, con il contributo di Elisabetta Barisoni, Paola Bonani e Paola Pettenella.

L'opera di Thayaht è da qualche tempo oggetto di approfondimenti e studi critici, che stanno rivalutando il suo ruolo all'interno e ai margini del movimento futurista.
A lui sarà, infatti, dedicata anche una seconda esposizione, curata da Mauro Pratesi, che si terrà presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze, sotto la direzione di Marzia Faietti. L'esposizione fiorentina, aperta dal 7 giugno, riguarderà proprio la collezione di disegni di Thayaht e del fratello Ruggero (detto RAM) conservata agli Uffizi.

La presentazione alla stampa delle due rassegne è prevista per il 12 maggio 2005 alle ore 12.00 presso la Biblioteca Magliabechiana degli Uffizi, a Firenze.

Figura poliedrica, attiva nei più svariati campi della produzione artistica, dalla scultura alla pittura, dalla moda alla scenografia, Thayaht portò un contributo significativo e originalissimo entro l'arte italiana del Novecento e nella storia del movimento futurista.
Noto soprattutto per aver inventato un indumento oggi universalmente diffuso - la "TuTa", l'abito da lavoro che a lui deve il nome e l'ideazione - Thayaht fu attivissimo tra le due guerre (dal 1915 al 1939) in tutti i campi della produzione artistica, muovendosi fra pittura, fashion e interior design, scenografia e costumi teatrali, oggetti di arte decorativa, e dando poi un sostanziale contributo alla scultura italiana non solo del futurismo.
La mostra del Mart presenterà l'intera produzione scultorea di Thayaht ed una significativa selezione delle opere grafiche astratte, di dipinti, progetti e creazioni di moda, pubblicità e arti decorative. Il percorso espositivo mette così a confronto in un contesto internazionale i diversi ambiti operativi di Thayaht - finora considerati in modo distinto - con l'obiettivo di individuare un pensiero creativo unitario in tutta la produzione di un artista originale che non ammise mai gerarchie fra le categorie delle arti e del pensiero.

L'iniziativa del Mart è nata anche per valorizzare il fondo documentario di Thayaht, conservato presso l'Archivio del '900, fonte preziosa cui ha attinto Alessandra Scappini per la stesura di Thayaht. Vita, scritti, carteggi. Il volume uscirà nella collana Documenti delle pubblicazioni del Mart in concomitanza con l'apertura delle due mostre.

Ernesto Michahelles (Thayaht)
Biografia
Nato a Firenze nel 1893 in una famiglia di origini anglo-svizzere, l'artista riceve una formazione internazionale, trascorrendo periodi di studio in Francia e negli Stati Uniti. Nel 1919 inventa, con il fratello Ruggero (Ram) - il modello della "tuta". A Parigi, all'inizio degli anni '20, collabora con l'atelier di Madeleine Vionnet.
Nel 1929 conosce Marinetti ed entra a far parte del gruppo futurista, partecipando alla Mostra trentatrè futuristi presso la galleria Pesaro di Milano. Nel 1932 firma con Ram il Manifesto per la trasformazione dell'abbigliamento maschile. Presente a moltissime esposizioni, come quelle d'arti decorative di Monza nel 1923 e nel 1927, nel corso degli anni Trenta partecipa fra l'altro alla I Quadriennale romana (1931), alle Biennali di Venezia, alle Triennali di Milano del 1933 e del 1936. Ritiratosi a Marina di Pietrasanta, approfondisce gli studi scientifici ed astronomici e, nel secondo dopoguerra, fonda il CIRNOS (Centro indipendente raccolta notizie osservazioni spaziali).

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Vivere sotto la luna crescente

"La casbah di Algeri ha tutto: tutti gli elementi di un architettura che mostra un'incommensurabile sensibilità per le esigenze e per i desideri umani"
Le Corbusier

Al Mart di Rovereto, dall'12 giugno all'11 settembre 2005, una grande esposizione racconta, con oggetti e ambienti, la vita domestica del mondo arabo. La mostra, a cura del Vitra Design Museum di Weil am Rhein, sarà inaugurata ufficialmente il 12 giugno alle ore 12.

A cura di Mateo Kries, Alexander von Vegesack

La vita domestica del mondo arabo rappresenta antichissimi valori sociali e religiosi. Uno sguardo all'interno dell'ambiente familiare dei popoli arabi, considerato un rifugio sacro, è un'esperienza per conoscere più da vicino e più a fondo un intreccio di culture che ha espresso un sapiente modo di interpretare la tradizione e ha influenzato non poco la storia dell'Occidente.
La mostra "Vivere sotto la luna crescente", curata dal Vitra Design Museum di Weil am Rhein, in Germania e in esclusiva in Italia al Mart di Trento e Rovereto, rappresenta un'occasione unica per avvicinarsi a questo mondo e conoscere una civiltà che ha lasciato importanti testimonianze storiche nel campo del progetto dello spazio pubblico e privato.
Dalle tende dei nomadi del Sahara agli splendidi palazzi urbani di Marrakech e Damasco, l'esposizione non solo propone un mondo affascinante e allo stesso tempo misterioso che attrae per la bellezza delle sue soluzioni abitative, ma offre anche l'occasione per un ulteriore invito al dialogo e alla convivenza.

Il percorso espositivo

La mostra presenta, attraverso una serie di ricostruzioni di ambienti, la ricchezza degli stili della vita domestica nel mondo arabo, in un'area che comprende il Marocco, l'Egitto, la Siria e la Penisola Araba.
Il percorso espositivo offre da un lato le tende dei nomadi Tuareg e Beduini e le casbah del Marocco, dall'altro le grandi soluzioni abitative in città come Marrakech, Damasco e Il Cairo. Il punto d'approdo è costituito dalle opere degli architetti arabi del Ventesimo secolo - tra gli altri, Hassan Fathy, Elie Mouyal e Abdelwahed El-Wakil - che hanno lasciato un importante segno nella cultura architettonica moderna.
Numerosi modelli di ambienti interni danno ai visitatori l'opportunità di sperimentare in prima persona i diversi modi di intendere lo spazio della casa, mentre un'ampia gamma di oggetti (dalle ceramiche ai tessuti e agli utensili) restituiscono la scorrere della vita quotidiana.
Mentre una serie di installazioni a grande scala ricostruiscono la raffinata sensualità della vita sociale dei paesi arabi. Sono realizzate appositamente per la mostra anche una serie di fotografie e video che documentano aspetti poco conosciuti della vita familiare.
Nessun aspetto della quotidianità ci è familiare come quella dello sfera domestica; la mostra rende quindi possibile al visitatore un confronto tra le proprie abitudini di vita e quelle dei paesi medio orientali. L'obiettivo della mostra è quello di invitare al confronto tra diversi modi di interpretare la cultura del progetto che, quando pone al centro della propria attenzione la dimensione umana, non pone barriere etniche o geografiche, ma si confronta con la realtà del vivere quotidiano.

La modernità nel mondo arabo

Il ricco patrimonio delle culture domestiche arabe spesso rivela una sorprendente modernità, sia che si consideri l'aspetto formale degli oggetti sia osservando l'uso multifunzionale degli ambienti e ancora il sistema per regolare la temperatura delle stanze o l'uso delle risorse idriche.
Architetti contemporanei, come l'egiziano Hassan Fathy e il marocchino Elie Mouyal, hanno adottato molte soluzioni di questo tipo nelle loro creazioni, declinando i modi della tradizione con le tecniche della modernità.

L'influenza della cultura araba è stata determinante nelle esperienze di architetti come Jean-Francois Zévaco, Edmond Brion, Wolfgang Ewerth, Michel Ecochard, Yona Friedman, Frei Otto e altri che a partire dagli anni Trenta hanno sperimentato le proprie teorie architettoniche nei territori del medio Oriente.
L'importanza acquisita dal mondo arabo nell'architettura internazionale è ancor più evidente se si considera l'ampio itinerario creativo che va dai pionieristici progetti di Le Corbusier e Fernand Pouillon fino a quelli più recenti di Arata Isozaki o dello Studio 65 per alcuni quartieri residenziali in Arabia Saudita, ma anche nella realizzazione dell'Institut du Monde Arabe di Parigi progettato da Jean Nouvel. "Vivere sotto la luna crescente" mostra inoltre gli aspetti problematici del confronto tra le due culture: la decadenza dei centri storici delle città, i rapidi inurbamenti della popolazione e la questione della periferia, la difficoltà di ritrovare l'antica misura del rapporto tra uomo e natura.
Infine, l'elemento che emerge con maggior forza nella cultura progettuale del mondo arabo rivolta alla sfera domestica è un'ospitalità libera e generosa, che oggi - nel solco della tradizione - può costituire un elemento di forza per riequilibrare gli sfrenati processi di modernizzazione e di globalizzazione economica.

Note biografiche

Hassan Fathy, nato ad Alessandria d'Egitto nel 1900, laureatosi al Cairo nel 1926, è l'architetto che più di ogni altro ha influenzato la ricerca di un linguaggio formale indipendente dall'eredità culturale delle potenze coloniali. Nel '46, gli fu commissionato un progetto ambizioso: la creazione di 7.000 abitazioni nel villaggio di Gourna. Nel portarlo a compimento, Fathy fece largo uso di materiali e manodopera locale, divenendo un punto di riferimento per quegli architetti che cercavano di far incontrare tradizioni locali e architettura moderna. Abdelwahed El-Wakil, saudita, discepolo di Fathy, concretizzò nel 1975 gli ideali del maestro: la casa Halawa fu costruita utilizzando esclusivamente manodopera non specializzata beduina. Anche il marocchino Elie Mouyal (1957) partì dagli ideali di Fathy. Sua è la città satellite di Ambar, che orbita su Marrakech, caratterizzata da scalinate basse, corridoi angolati, archi a tutto sesto e cortili pieni di luce naturale: gli elementi tipici delle aree urbane tradizionali della zona. Gli abitanti che arrivavano ad Ambar lasciando le loro case, ritrovavano un reticolo di memorie nelle strutture spaziali.

Immagine: Thayaht, Charleston, 1927

Direzione scientifica per il Mart: Gabriella Belli e Giorgio Verzotti

MartRovereto
Corso Bettini, 43 38068 Rovereto (Trento)
Orari:
mar, mer, gio, sab, dom 10:00 - 18:00
venerdì 10:00 - 21:00
Chiuso il lunedì
Ingresso:
Intero: 8 EUR Ridotto: 5 EUR
Ridotto scolaresche: 1EUR a studente

Ufficio stampa:
Luca Melchionna - Mart 0464 454127 fax 0464 430827 Luca Melchionna press@mart.trento.it
Skira editore: Mara Vitali Comunicazione - Lucia Crespi - tel 02/73950962, arte@mavico.it

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