Museo di arte moderna e contemporanea - MART
Rovereto (TN)
corso Bettini, 43
0464 438887 FAX 0464 430827
WEB
Due mostre
dal 24/2/2005 al 22/5/2005
0464 438887 FAX 0464 430827
WEB
Segnalato da

Luca Melchionna




 
calendario eventi  :: 




24/2/2005

Due mostre

Museo di arte moderna e contemporanea - MART, Rovereto (TN)

Tuttolibro. Seconda tappa della retrospettiva sulla produzione editoriale di Boetti. Sono presentati libri d'artista, manifesti, cartoline ed inviti che documentano il suo intero percorso creativo. Questo tipo di attivita', non marginale per l'arte degli anni '70, ha impegnato l'artista fin dal suo esordio nel 1967. Il cosiddetto stile postmoderno in architettura e nel design si e' imposto nel corso degli anni '80 ed ' presto diventato un nuovo 'stile internazionale'. L'Italia ha dato molti contributi originali a questo rivolgimento stilistico, e fra gli italiani Ettore Sottsass Jr. La mostra prende in esame in sintesi la sua intera e sfaccettata attivita'.


comunicato stampa

Alighiero Boetti. Tuttolibro

Al Mart di Rovereto, dopo l'esposizione della GNAM di Roma, seconda tappa per una retrospettiva sulla produzione editoriale di Boetti.

In occasione del decennale dalla morte di Alighiero Boetti, il Mart, Museo d'arte moderna di Trento e Rovereto, presenta una mostra sulla produzione editoriale dell'artista. La mostra, prodotta dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, dove è stata esposta in prima sede dal 23 giugno al 26 settembre 2004, è a cura di Giorgio Maffei e Maura Picciau. A Rovereto, negli spazi della Biblioteca del Mart (piano interrato), verrà inaugurata il 25 febbraio, e sarà aperta al pubblico dal 26 febbraio al 29 maggio 2005.

L'esposizione intende analizzare una parte poco indagata ma estremamente affascinante della sua vasta attività, per offrire una panoramica completa che integri l'antologica organizzata dalla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.

Nella Biblioteca del Mart saranno presentati libri d'artista, manifesti, cartoline ed inviti che documentano il suo intero percorso creativo. Questo tipo di attività, niente affatto marginale per l'arte di quegli anni e in particolare per Boetti, ha impegnato l'artista fin dal suo esordio nel 1967.
Ogni passaggio del suo complesso itinerario è stato occasione per realizzare materiali a stampa, non solo innovativi dal punto di vista grafico, ma sempre aderenti alle sue intenzioni estetiche. Non banale riproduzione di opere quindi, ma trasformazione, perseguita con ostinata volontà dall'artista, di stampati di comunicazione in oggetti d'arte.
Sono esposte le opere seriali degli anni Sessanta in forma di manifesto, "Shaman/Showman", "Manifesto 1967", "Mappa di Torino", accompagnati dalle cartoline, "I Gemelli", le "Scimmie" e dagli innumerevoli inviti e cataloghi da lui disegnati e trasformati in libri d'artista. Completano il percorso i "lavori postali" e le serie in fotocopia, opere seminali per lo sviluppo delle arti di comunicazione contemporanee. Accanto a questi lavori poco noti ma fondamentali per la storia dell'editoria del Novecento, il nucleo centrale della mostra e del relativo catalogo è costituito da varie versioni del celebre libro d'artista "Classifying the thousand longest rivers in the world" - più noto come "I Mille Fiumi" - opera incentrata sul tema della relatività delle nozioni acquisite di spazio e tempo. I materiali documentari, i contributi critici, gli interventi "trasversali" di vari studiosi e la ricostruzione del processo che ha portato all'opera, da parte di Annemarie Sauzeau Boetti che condivise quell'esperienza, aprono inusuali percorsi d'indagine sull'arte di Boetti.

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Sottsass. Progetti 1946-2005

"Sottsas è un mago. Senza Sottsass la nostra vita sarebbe incolore".
(Hans Hollein, Vienna 16 gennaio 2005)

"Se qualcosa ci salverà, sarà la bellezza"
(Ettore Sottsass, Milano 2001)

Figura eclettica e poliedrica, difficilmente inquadrabile secondo i canoni di un'estetica, più e più volte messa in discussione, in sessant'anni di carriera Ettore Sottsass è stato designer, architetto, urbanista, pittore, viaggiatore, fotografo. La sua ricerca artistica, etica ed esistenziale, l'ha portato a contatto col Razionalismo, il Movimento Arte Concreta, lo Spazialismo, la cultura Pop.

I momenti salienti della sua attività, a partire dal 1948 - una ricerca globale che ha investito il senso stesso del vivere umano - vengono ora ripercorsi al Mart di Rovereto, in una mostra estremamente ricca ed articolata che, dal 26 febbraio, renderà omaggio alla figura di Sottsass architetto e designer: un riconoscimento che il Centre Gorges Pompidou di Parigi già gli aveva reso con un'ampia esposizione nel 1994, ma che in Italia ancora si attendeva.

Nato a Innsbruck nel 1917, accostatosi all'architettura sulle orme del padre - di cui il Mart conserva un nutrito fondo d'archivio, nell'ambito degli Archivi di Architettura - Sottsass junior ha affiancato all'attività architettonica, a partire dagli anni Cinquanta, la ricerca sul design, avviando rapporti di collaborazione con importanti aziende - tra le quali la Olivetti, di cui è stato il responsabile del design per oltre trent'anni e per la quale ha creato oggetti divenuti icone del design mondiale - e per importanti Gallerie e Musei.

La mostra del Mart, curata da Gabriella Belli e Milco Carboni, indagando questa duplice dimensione dell'attività di Ettore Sottsass, ormai ottantasettenne, proporrà allora due distinte sezioni tematiche - una dedicata al design "non industriale" e l'altra all'architettura - ordinate con rigore filologico, con materiali antichi e recenti, ad anche con opere inedite.

"Per me, il design è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la società, la politica, l'erotismo, il cibo e persino il design. Infine, è un modo di costruire, una possibile utopia figurativa o di costruire una metafora della vita. Certo, per me il design non è limitato dalla necessità di dare più o meno forma a uno stupido prodotto destinato a un'industria più o meno sofisticata; per cui, se devi insegnare qualcosa sul design, devi insegnare prima di tutto qualcosa sulla vita e devi insistere anche spiegando che la tecnologia è una delle metafore della vita"

Nel campo del design - in cui Sottsass ha rinnovato profondamente la concezione del "funzionalismo" propria della prima metà del '900, restituendo agli oggetti uno spessore simbolico ed emotivo - saranno allora presentate le varie tipologie progettuali che hanno visto impegnato l'architetto, con accostamenti sempre nuovi di forme, materiali e colori: i gioielli, i vetri, le ceramiche, i mobili, in un dialogo continuo tra oggetti finiti e disegni; in questa occasione si è scelto invece di escludere l'aspetto più noto e documentato dell'attività di Sottsass - ed ormai abbandonato da decenni - del design industriale.

Ecco dunque i gioielli, realizzati dagli anni Sessanta ad oggi, e presentati insieme per la prima volta: sia quelli creati per Walter De Mario ed ora al Pompidou di Parigi, sia i gioielli disegnati per Cleto Munari,

Quindi i vetri, di cui saranno esposti al Mart numerosi esempi che ripropongono il percorso di Sottsass e la passione del grande architetto per questa materia sensoriale: con i suoi colori, le trasparenze, le leggerezze, la fragilità. Si passerà in questo campo dalle originali forme di vetro colorato, disegnate nel 1975 ed eseguite in tiratura limitata dalla vetreria muranese Vistosi (per Artemide), alle produzioni legate al gruppo Memphis e realizzate dalla vetreria artistica Toso, fino ai cristalli Baccarat del 2002 e ai più recenti lavori.

Eccezionale la sezione dedicata alla ceramica: la più importante retrospettiva mai realizzata sul lavoro di Sottsass in questo campo. Qui la sottsassiana interpretazione dell'incontro tra spiritualità orientale e materialismo occidentale si fa evidente nelle ceramiche per Bitossi degli anni Cinquanta/Sessanta - quelle intitolate "Offerta a Shiva" oppure, "Menhir", "Ziggurat," "Stupas" - come nella serie "Indian Memory" del '72, prodotta da Alessio Sarri.
Saranno presentate anche ceramiche di proprietà dello stesso Sottsass, così come, in anteprima, una nuova collezione di ceramiche prodotta dalla Galleria Mourmans.

Complessivamente oltre un centinaio di lavori, tra i quali spiccano le "Ceramiche delle Tenebre", del '63: opere fortemente simboliche ed importanti nel percorso biografico e progettuale di Sottsass - immaginate in ospedale nel corso di una grave malattia - e valorizzate da un allestimento particolare, con luce diretta e concentrata in una sala completamente oscurata.

Ma è soprattutto nella progettazione dei mobili, che la forza innovativa dell'ingegno di Sottsass non conosce ostacoli, facendo dell'architetto una figura centrale del design internazionale.

In anticipo sugli anni della contestazione egli aveva indicato il design come strumento di critica sociale, aprendo la via alla grande stagione del radical design (1966 - 1972) e all'affermazione della necessità di una nuova estetica: più etica, sociale, politica.
Deluso da un'industria sempre più vorace, Sottsass programma l'unione delle coeve suggestioni avanguardiste, Pop, poveriste e concettuali, con l'dea di un design "rasserenante", sostenitore di un consumismo alternativo a quello imposto dalla "società della pubblicità".

Dopo i lavori a forte carattere sperimentale per Poltronova - i Superbox, per esempio: armadi con grosse basi, rivestiti in laminato Print a righe, come segnali stradali o distributori di benzina - la vena utopica di Sottsass ha il suo apice in Italy: the new domestic landscape (1972), mostra del MoMA in cui la sottsassiana Micro Environment" - casa ambiente" futurista e grigia, di cui troveremo in mostra al Mart alcuni mobili - vuole "neutralizzare" una cultura regolata sui canoni del razionalismo: " volevo che la casa diventasse un ambiente unico, dice Sottsass, e non diverse stanze come momenti diversi dell'esistenza".
Quindi Sottsass passa all'esperienza del gruppo Alchimia, che concretizza il lavoro ideologico e progettuale svolto negli anni del "radical design": un'alchimia di forma, colori, materiali che sconvolge i canoni estetici e il modo di concepire il design contro l'ornamento.
In mostra a Rovereto vi saranno alcuni dei mobili presentati nella prima mostra del gruppo, al Design Forum di Linz, nel 1979: della "Seggiolina da pranzo" (in ferro cromato e laminato Abet Print), alla lampada da terra "Svincolo" (con neon rosa e azzurro), al tavolino "Le strutture tremano" (in legno, laminato, metallo smaltato e cristallo).

E ancora l'esperienza straordinaria di Memphis, gruppo che Sottsass fonda con Hans Hollein, Arata Isozaky, Andrea Branzi, Michele de Lucchi ed altri architetti di caratura internazionale che cambiano il volto del mobile contemporaneo.
"Memphis dona agli oggetti uno spessore simbolico, emotivo e rituale. Il principio alla base di mobili assurdi e monumentali è l'emozione prima della funzione"
E' il caso della sottsassiana Carlton, una libreria che si pone a metà strada tra un totem e un video game. Una "risposta ludica alla necessità di avere forme solide e godibili: un modo per raccordare, non senza ironia, il sacro e il profano, la storia e l'attualità, l'archetipo e le sue manifestazioni". Questi mobili - Beverly, Casablanca, ecc - disegnati tra il 1981 e il 1985 sono tra i suoi progetti più noti, vere icone della modernità.
A rappresentare infine l'attività successiva di Sottsass, rivolta esclusivamente alla collaborazione con Gallerie d'Arte ed ormai lontana dalle problematiche dell'industrial design contemporaneo, saranno esposti al Mart i mobili realizzati per la Galleria Blum Helman di New York e per la Galleria Mourmans

La seconda sezione della mostra si propone come la prima antologica sull'attività di Ettore Sottsass architetto e ripercorre, attraverso un centinaio di disegni, schizzi e modelli, l'intero arco della sua attività, dai primi lavori in collaborazione con il padre agli inizia degli anni Cinquanta, al periodo dell'"architettura radicale" - momento di forte critica nei confronti del contesto culturale contemporaneo, in cui il progetto di architettura tradizionale viene sostituito da progetti concettuali e utopici, dalla forte carica ironica - sino ai progetti realizzati con lo studio Sottsass e Associati e a quelli attualmente in corso.

Quella di Sottsass è un'architettura disegnata attorno all'uomo: una creatività e una progettazione antropocentrica - pensiamo a Casa Wolf, Casa Olabuenaga, Casa Cei, Casa Bischofberger, Il Museo dell'Arredo Contemporaneo a Ravenna, Casa degli Uccelli, ecc. - tesa a stabilire un contatto organico tra la natura e la costruzione, seguendo un'ideale di saggezza contadina ed interpretando i dettami del genius loci.

"Sottsass - scrive Hollein - è un maestro del non quantificabile nell'architettura". "Per Sottsass i passaggi tra le espressioni artistiche sono fluidi, non esistono linee di demarcazione tra scultura, pittura, architettura e design: Sottsass ha da tempo superato questi confini".

Insomma un maestro dalla straordinaria, ironica, fresca creatività, che continua a stupire.

La mostra di Sottsass sarà accompagnata da un prezioso catalogo edito da Skira, intitolato "Sottsass 700 disegni" a cura di Milco Carboni, che ripercorre il pensiero grafico e dunque creativo di Sottsass dal 1936 al 2004. Il volume è stampato, grazie alla collaborazione con Garda Cartiere, sulla carta di altissima qualità GardaPat 13.

Immagine: Wolf House, Ridgway, Colorado USA, 1987-89

Conferenza stampa 25 febbraio alle ore 12

MartRovereto
Corso Bettini, 43 38068 Rovereto (Trento)
Infoline 800 - 397760 0464 438887
Orari:
martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica 10:00 - 18:00
venerdì 10:00 - 21:00
Chiuso il lunedì
Ingresso:
Intero: 8 euro Ridotto: 5 euro
Ridotto scolaresche: 1euro a studente

Uffici stampa:
Luca Melchionna - Mart 0464 454127

Antonella Lacchin
Villaggio Globale International 041/5904234 -349/4423193

Lucia Crespi
Mara Vitali Comunicazione 02/73950962

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