Attraverso Lieto fine Eva Marisaldi ci invita a ripercorrere le sequenze finali di una dozzina di film noti e appartenenti a generi diversi, da Hollywood Party a Un uomo da marciapiede, da Zabriskie Point a Milarepa, da Suspiria a Donna Flor e i suoi due mariti, da I duellanti a Tess, da Una notte d’estate, Gloria a Scarface, da Point Break - Punto di rottura a Da morire.
Lieto Fine, 2000
Attraverso Lieto fine Eva Marisaldi ci invita a ripercorrere le sequenze finali di una dozzina di film noti e appartenenti a generi diversi, da Hollywood Party a Un uomo da marciapiede, da Zabriskie Point a Milarepa, da Suspiria a Donna Flor e i suoi due mariti, da I duellanti a Tess, da Una notte d’estate, Gloria a Scarface, da Point Break - Punto di rottura a Da morire.
Gli ultimi 10 fotogrammi di ciascun film sono stati ricamati sulla tela grezza che ricopre 120 piccoli cuscini di gommapiuma, disposti, secondo uno schema geometrico - minimalista, sul pavimento del salone centrale del II piano del rinascimentale Palazzo delle Albere.
12 file per 10 cuscini - fotogramma, compongono dunque un percorso rigorosamente geometrico che si oppone al segno leggero, disegnato appunto, del ricamo.
Il tratto continuo del disegno ricamato in verde così come la scelta di scandire l’ultima scena del film in 10 fotogrammi, rallentano i tempi della percezione, diluiscono il tempo della visione, mentre il visitatore percorre uno spazio che non è solo ottico, ma anche fisico, durante il quale l’occhio ricompone visivamente la scena e la confronta con la sua memoria. Un esercizio mnemonico che ci rammenta come solitamente ci si ricordi più spesso del film nel suo insieme piuttosto che della scena conclusiva.
La sottile magia del quotidiano
E’ nell’alternanza dei due mezzi espressivi scelti da Eva Marisaldi, il ricamo e il video, il ricorso alla tecnologia e contemporaneamente alle tecniche antiche, desuete o abbandonate nella loro opposizione temporale, che si gioca uno dei caratteri distintivi dell’artista.
Il ricamo inoltre, nel ribadire una specificità propria della Marisaldi, quella del 'fatto a mano' come ha giustamente rilevato Angela Vettese, riconduce il comune universo cinematografico ad una dimensione domestica, privata, rallentata da un suo ritmo peculiare, in nome della regola ferrea che contraddistingue i lavori di Eva Marisaldi, quella della massima semplicità .
Nata a Bologna nel 1966, Eva Marisaldi vive e lavora a Bologna. Nel 1990 ha tenuto la sua prima personale alla Galleria Neon di Bologna; nel 1993 ha partecipato alla XLV Biennale di Venezia, ad Aperto’93. Le sue opere ricercano un contatto con i visitatori attraverso forme di dialogo originali. L’attenzione di Eva Marisaldi per le piccole grandi cose di tutti i giorni, per le forme degli oggetti banali che sfuggono per disattenzione e per abitudine al nostro interesse, diventa motivo di un’indagine minuziosa e sorprendente. Quello che interessa l’artista è la situazione, l’ambiente caratterizzato non più dall’azione, bensì da stimoli sonori e visivi da cui i nostri sensi vengono suggestionati.
Mostra a cura di Gabriella Belli / Coordinamento Alessandra Tiddia
Catalogo SKIRA
Trento, MART, Palazzo delle Albere