Mala Tragedia (piccola tragedia). Mostra fotografica. Quello di Lorenzo Castore non e' un reportage, ma un esercizio di vicinanza dove l'immagine c'e' solo  come egli racconta - 'quando riesco a entrare nelle situazioni, quando ne faccio emotivamente parte'. Un esercizio di prossimita' da cui emergono immagini inquiete, espressioniste, aperte alle interpretazioni, ma soprattutto impregnate di poesia e di segreti, capaci di restituire le atmosfere e le emozioni un luogo.
Mala Tragedia (piccola tragedia)
di
Lorenzo Castore
mostra fotografica
a cura di Gigliola Foschi
Nessuna concessione alle seduzioni turistiche. Lorenzo Castore, giovane
autore rappresentato dall'Agenzia Grazia Neri che ha già al suo attivo
numerose mostre sia in Italia che all'estero, con le sue immagini ci
trascina nel ventre della Polonia, in un mondo attraversato da un'intensa
religiosità , fatto di immense periferie affogate in un cielo plumbeo, di
miniere di carbone sempre più obsolete e foreste corrose dai veleni
dell'industrializzazione comunista. Scure e materiche come lo sono le nebbie
che soffocano i paesi e i volti sporchi di carbone dei minatori della
Slesia, le immagini di questo autore non vogliono spiegare niente, non
guardano la realtà dal di fuori con la presunzione di poterla raccontare.
Quello di Lorenzo Castore non è un reportage, ma un esercizio di vicinanza
dove l'immagine c'è solo  come egli racconta - 'quando riesco a entrare
nelle situazioni, quando ne faccio emotivamente parte'. Un esercizio di
prossimità da cui emergono immagini inquiete, espressioniste, aperte alle
interpretazioni, ma soprattutto impregnate di poesia e di segreti, capaci di
restituire le atmosfere e le emozioni un luogo. Immagini che seguono una
narrazione libera ed evocativa, che avanzano per frammenti tra assonanze e
dissonanze, tra oscurità e luci improvvise. Fotografie dove ogni scatto è
una sorta di carezza a un'umanità dignitosa, autentica, ma anche fragile e
segnata dalla paura, dall'inadeguatezza. L'inadeguatezza di chi sa -come i
minatori del bacino carbonifero della Slesia - che il loro mondo sta per
finire e la disoccupazione è alle porte. Tra i condomini tutti uguali del
comunismo, e tutti ugualmente ingrigiti e sbrecciati, ora avanzano i nuovi
simboli del progresso e della libertà : le insegne della Coca Cola e quelle
del McDonald's. I lavori sicuri per quanto non molto pagati, le case
garantite a prezzo 'politico', anche se in condomini prefabbricati, tristi e
per nulla rispettosi della storia del luogo, ora a molti appaiono un ricordo
da difendere di fronte al dilagare dell¹incertezza del futuro. Un'incertezza
che improvvisamente divide le storie di ognuno, impedisce o riduce la
solidarietà , obbliga chi riesce a farsi avanti 'sgomitando', ributtando
indietro chi ostacola il proprio cammino verso un posto al sole. Ora chi è
intraprendente può finalmente vincere la sua partita con la vita, avere
soldi, successo. Nei volti dei minatori della Slesia, Lorenzo Castore
legge quindi giustamente e con sensibilità la progressiva fine di un mondo
che non è solo economico o politico, ma anche esistenziale. La fabbrica, la
miniera erano infatti fatica, abbrutimento fisico, ma erano anche luoghi che
cementavano i rapporti e i legami tra le persone. Persone che si guardavano
direttamente negli occhi senza difese, senza dover recitare nessuna parte.
Che fumavano assieme durante le pause, unite, nel bene e nel male, da una
vita comune.
Gigliola Foschi
inaugurazione 27 gennaio, ore 18.00
orario: 16 - 19.00 (mattino su richiesta) chiuso lunedì e festivi
ingresso libero
San Fedele Arte
via Hoepli 3a-b
20121 Milano
tel 02 86352233
fax 02 86352236