Attraversare le contingenze allargando le prospettive

17/11/2015
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Desiderare Ragionando, ragionare Desiderando

La formazione, l'educazione, l'arte e le categorie di pensiero in un contesto che potremmo definire di biocapitalismo finanziario. Annalisa Cattani ha avuto il compito di moderare uno dei tavoli del "Forum dell'Arte Contemporanea" promosso dal Pecci e tenutosi a Prato il 25, 26, 27 di settembre scorsi. Nel testo che segue riannoda i fili degli interventi dei partecipanti, i quali, in primo luogo, hanno proposto di allargare le implicazioni del titolo del tavolo stesso: "Storia dell'arte nelle scuole: la grande assente" facendone uno stimolo per evidenziare che la carenza di formazione artistica e conseguentemente di pubblico e' dovuta soprattutto dalla mancanza di un linguaggio consapevole e di un metodo condiviso che dia continuita' alla formazione.














































Storia dell'arte nelle scuole: la grande assente
Pensiero Critico - Scuola - Formazione - Postdiploma - Musei - Ricerca Permanente

Moderatrice del tavolo: Annalisa Cattani

Partecipanti al tavolo
Daniele Capra, Emilio Fantin, Dino Ferruzzi, Enrico Fornaroli, Pietro Gaglianò, Francesca Guerisoli, Alessia Marabini, Franco Menicagli, Alberto Merzari, Luisa Perlo (A.Titolo), Alessandra Pioselli, Anteo Radovan, Uliana Zanetti.

Premesse
Viviamo in un mondo in cui le persone si trovano l’una di fronte all’altra affacciate su baratri geografici, linguistici e di nazionalità. Scuole e università di tutto il mondo hanno un compito urgente e prioritario: devono sviluppare negli studenti la capacità di vedere sé stessi come membri di una nazione eterogenea e di un mondo ancora più eterogeneo.
L’innovazione e la ricerca richiedono intelligenze sempre più elastiche e creative. Tuttavia premuti dalla crisi economica anche all’interno della formazione e nella costruzione dei curriculi di studi si pensa, erroneamente, a promuovere valori a breve termine legati al puro profitto che mettono in secondo piano valori immateriali primo tra i quali la capacità di pensiero critico, unica modalità per trasformare l’insegnamento in conoscenza e la conoscenza in competenza e stile di vita.

Proposte del tavolo
Tutti i partecipanti propongono di allargare le implicazioni del titolo "Storia dell'arte nelle scuole: la grande assente", facendone uno stimolo per evidenziare che la carenza di formazione artistica e conseguentemente di pubblico è data non solo dai deplorevoli tagli quantitativi delle ore di Storia dell’Arte nei curricula della Scuola Pubblica, quanto piuttosto alla mancanza di un linguaggio consapevole e di un metodo condiviso che dia continuità alla formazione, facendo dell’arte una pratica attiva una vera e propria “disciplina trasformazionale”, che contribuisca alla formazione di un cittadino consapevole, una meta-disciplina onnicomprensiva”.

PREMESSE E CRITICITA’

L’erronea Logica del Profitto culturale La formazione, l’educazione, l’arte e le categorie di pensiero in un contesto che potremmo definire di biocapitalismo finanziario.

Mancanza di un linguaggio condiviso Mentre il sonno della ragione genera mostri è giunto il momento di ragionare sui termini insegnare, creare e mostrare, o ancora se ha ancora senso mostrare contenitori da contemplare, fruiti da un pubblico formato in contenitori dove hanno solo ascoltato, per lo più, passivamente. Manca l’esercizio del “Pensiero Critico” che abbia in mente un “cittadino” da formare

Modalità Storicistiche dello studio della Storia dell’arte: Ciò che si richiede ad una scuola che voglia seguire la via della Bildung e della paideia, e non quella della doctrina, è di presentare invece l’opera d’arte non tanto come un qualcosa che, prima di noi, ha già finito di parlare.

Analfabetismo da immagine Studenti di Arte e Comunicazione non sanno leggere minimamente le immagini.

La creazione del “Cognitariato” In Italia esistono corsi relativi all’arte beni culturali in almeno 45 facoltà universitarie sparse nel paese, ci sono 20 accademie di belle arti statali e altre 24 legalmente riconosciute, inoltre ci sono le scuole per curatori, e altri corsi professionalizzanti.
Questa implosione ha prodotto un forte, spesso illuso, precariato intellettuale - il cosiddetto “cognitariato” – contemporaneamente è proceduto il saccheggio della scuola pubblica, (con la conseguente progressiva svalutazione sociale della figura del docente e dell’educazione in genere) e il blocco delle assunzioni nelle istituzioni museali

La funzione produttiva dei Musei Oramai il concetto di "valorizzazione" del museo coincide come fonte di entrate finalizzate al raggiungimento di una chimerica autonomia finanziaria.
Questo ha definitivamente compromesso sia la credibilità scientifica delle mostre e la loro funzione divulgativa, sia il valore pedagogico di visite e laboratori didattici, diventati una voce importantissima del business museale.

La Formazione Non Convenzionale Non è soltanto l’arte ad avere bisogno di educazione, ma l’educazione di arte.
Il proliferare di progetti di scuole e di anti-scuole indipendenti, di progetti e di piattaforme collaborative basate sulla peer education, spesso per iniziativa di artisti, non è il mero effetto del mainstreaming. Significativamente anche in Italia il dibattito su questi temi si è articolato a livello internazionale, dal summit Non-aligned initiatives in education culture di Berlino nel 2007, o i convegni Talkin’ to me? Why art is turning to education all’ICA di Londra nel 2008 e Transpedagogy, etc, ma tutto questo non ha avuto grande eco e continuità in Italia.

Criticità verso le modalità dialogiche del Forum Viene poi messa in discussione la griglia concettuale che sottendeva al modello di lavoro comune, perché potrebbe limita lo sviluppo di un dialogo più libero e socratico, che tuttavia si può rimandare agli sviluppi futuri.

PROPOSTE

Necessità del potenziamento del Pensiero Critico condiviso (Pragmadialettica, Phyilosophy for Children, etc) e del dialogo socratico, in una parola la Com-passione intesa come empatico “patire con”, implica condividere esperienze, modalità in cui l’individuo non si sente più un tassello di un sistema produttivo, ma parte integrante di una comunità.

Coltivare l’immaginazione, la letteratura e le arti

I cittadini non possono relazionarsi soltanto grazie alla logica e al sapere fattuale. La terza competenza del cittadino strettamente correlata alle prime due, è ciò che chiamiamo immaginazione creativa, vale a dire la capacità di pensarsi nei panni di un'altra persona.

Le arti sviluppano una sensibilità simpatetica che è un nemico fondamentale dell’ottusità necessaria per realizzare programmi di sviluppo economico che ignorano le diseguaglianze.

Potremmo indicare 4 punti essenziali:

1 - capacità di ragionare su problemi critici senza delegare ad una tradizione che da troppo tempo non si inserisce in contesti internazionali soprattutto dal punto di vista metodologico e filosofico.

2 - la capacità di compiere delle scelte e non solo delle selezioni

3 - la capacità di lavorare in modo continuativo all’interno di gruppi di ricerca sul modello dei CNR il più possibile interdisciplinari legittimati da pubblicazioni scientifiche (ISBN).

4 - la capacità di vedere la propria nazione all’interno di un sistema di ricerca in continuo confronto continuativo.

Va ripensato anche il tema della storia dell'arte contemporanea nei corsi di laurea che non formano operatori dell'arte (ad es. Scienze del turismo, Sociologia, Comunicazione). In tali corsi la storia dell'arte è spesso assente. Come riconnettere i cittadini ai linguaggi dell'arte contemporanea se nemmeno i futuri operatori del turismo o della comunicazione si sono mai avvicinati ad essa?

Concluderei con una citazione dell’intervento di Alberto Merzari, neomaturato al Liceo Classico Minghetti di Bologna (anni 19)

Cosa deve fare una scuola che vuole insegnare l’arte e il vivere artisticamente, non la storia e la morte dell’arte?

1. Rivalutare il pregiudizio (nella triplice accezione di Vor-handenheit; Vorgreiflichkeit, Vorurteil), dire cioè che ciò che si pensa ingenuamente è esattamente ciò che nell’incontro con l’opera d’arte bisogna mettere alla prova. Senza il pregiudizio l’opera è un gioco senza giocatori. Come ben sa chi traduce, non c’è senso senza aspettativa di senso.

2. Autorizzare l’anacronismo, nella consapevolezza che il dialogo ermeneutico è un evento attuale, e come tale non è normabile da nessuna parete storica.  Kierkegaard diceva: vivere religiosamente significa vivere oggi la morte di Cristo. Vivere artisticamente, diremo parafrasando, significa vivere oggi il gioco artistico che l’opera ci propone, consapevoli che nessun’epoca o nessuna autorità è interprete privilegiato sul terreno dell’ermeneutica.

3. È arte ciò che è bello, non è bello ciò che è arte: compito della scuola, trasmettere la rizomatica precarietà del nostro canone. Opera d’arte è un concetto mobile, che merita di essere discusso ma che non può approdare ad alcuna definitiva determinazione. Opera d’arte è ciò che adesso e qui ci chiama ad un dialogo, e in quel dialogo ci regala un arricchimento.


Argomento correlato:
Flettere l'unidirezionale di Emilio Fantin, pubblicato su UnDo.Net il 4 ottobre

Forum dell'arte contemporanea italiana
Prato 25, 26 e 27 settembre 2015. Oltre 40 tavoli di discussione coordinati da altrettanti operatori del settore per analizzare il "sistema arte in Italia" e capire le ragioni che non lo rendono competitivo su scala internazionale, arrivando a immaginare soluzioni, proposte costruttive e formulare strategie condivise.

Il sito del Forum

Annalisa Cattani è artista-curatrice, Ricercatrice di Pubblicità e Arte vs Retorica, insegna all'Accademia di Belle Arti di Bologna, al LABA di Rimini e all'Università di Ferrara.