Attraversare le contingenze allargando le prospettive

20/12/2013
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Fuoco: uno di 4


4 è una traccia (multipla) di parole e di immagini realizzate da TerraProject e Wu Ming 2.
4 è una trasformazione del paesaggio italiano in territorio.
4 riscrive i luoghi secondo una sintassi visivo/narrativa.
4 è una mostra-viaggio che ha avuto la sua prima apertura a Firenze (Novembre 2013).
4 è un libro, autofinanziato da una campagna di crowfunding.



Fuoco











































Ascolta il racconto del Fuoco:


L'esperienza esplorativa di TerraProject e Wu Ming2 è racchiusa nella metafora dei quattro elementi – aria, acqua, terra, fuoco – linee guida nella costruzione di immagini di vulcani, impianti industriali, coste, città fratturate e personaggi immaginari. Qui riassunta da Daria Filardo

Le immagini presentate appartengono a quattro progetti di fotografia documentaria che nascono in momenti diversi e che sono in questa occasione riuniti per fare il punto sia sulla pratica fotografica collettiva dei TerraProject sia su una visione dell'Italia.
Questa nuova ricomposizione di immagini e parole sottolinea la natura mai neutra dell'immagine fotografica, una natura che ogni volta viene risignificata dal contesto. L'oggettualità fattuale della fotografia trova il suo senso nell'uso che ne viene fatto.
In 4, le immagini sono costruzioni di segni, impronte della realtà, che si confondono con la finzione narrativa restituendoci nuove possibili traiettorie.

I quattro capitoli del progetto – aria, acqua, terra, fuoco - sono il frutto di un processo di selezione collettiva, un nuovo punto di partenza, quattro nuclei dentro i quali Wu Ming 2 si è orientato nella costruzione di quattro racconti che non fanno da didascalia alle immagini ma sono piuttosto quattro monologhi degli elementi che con acutezza fantasia e ironia raccontano la loro storia usando le immagini fotografiche come territorio esperienziale pieno di dettagli.
Questo nuovo organismo fatto di parole e fotografie diventa un dispositivo che sposta la mera natura documentaria portandoci in un territorio altro, letterario e non solo geografico, fatto di una narrazione punteggiata da precisi riferimenti visivi che diventano i protagonisti di nuove storie.
La natura della rappresentazione fotografica si apre a nuove possibilità espressive, 4 diventa un lavoro a più mani che ha un nuovo ritmo fatto di scrittura e immagine integrate.

Nella realizzazione delle immagini i fotografi di TerraProject hanno percorso il territorio italiano, hanno viaggiato in luoghi diversi. Pratica usuale nei loro lavori collettivi è quella di usare un codice strutturale unico: il formato quadrato e una certa distanza nella costruzione dell'immagine. Il risultato è un linguaggio comune all'interno del quale lo spettatore non riconosce le singole mani, gli autori diversi.
Questa modalità è caratteristica ormai affinata da anni dai TerraProject che conducono un lavoro di lettura della realtà attraverso la fotografia che segue due direttrici principali documentate sul loro sito terraproject.net: i lavori individuali realizzati in Italia e nel mondo singolarmente dai quattro componenti del gruppo e i lavori collettivi dove la diversità del singolo sguardo trova nel formato quadrato, nella scelta della pellicola, nella distanza critica dello sguardo, una sintesi.

Questo viaggio in Italia è stato progettato attraverso la scelta di quattro aree tematiche che caratterizzano la natura delle immagini.

Aria: l'elemento che ci aiuta a sopravvivere ha una natura complessa. L'aria invisibile e impalpabile si può documentare fotograficamente attraverso la scelta del soggetto e della luce. Un cielo terso o un “campanile a strisce bianche e rosse'”(Wu Ming 2) cioè una ciminiera industriale raccontano due storie diverse.
I quattro fotografi di TerraProject si sono concentrati su quattro città, Cremona, Trieste, Taranto e Gela, situate in prossimità di importanti stabilimenti industriali. I centri abitati sono stati scelti sulla base dei dati raccolti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ha mostrato come queste città abbiano i maggiori livelli di inquinanti atmosferici tipici delle emissioni industriali. Le fotografie perlustrano gli impianti quanto le aree limitrofe, sobborghi urbani apparentemente come altri, ma dove la qualità dell'aria e della vita è più problematica che in altre città.

Acqua: l'elemento acqua è osservato attraverso una particolare distorsione italiana, ossia la pervasiva cementificazione delle coste. Il perimetro costiero – circa 7400 km di lunghezza - fondamentale margine terra/acqua della nostra penisola, è svilito nella sua percezione di luogo naturale e trasformato in paesaggio artificiale dove, in alcuni periodi dell'anno, si addensa turismo locale e estero. Secondo un rapporto di Legambiente, più della metà delle coste italiane è stata antropizzata.
I fotografi hanno documentato la costa italiana da nord a sud, tracciando la presenza e allo stesso tempo l'abbandono delle strutture costruite in questi ultimi decenni. In questo capitolo si coglie la policentrica natura dell'Italia, la dimensione diffusa dei piccoli centri dove regnano le stesse logiche di cementificazione delle grandi città.

Terra: l'elemento terra è stato affrontato da un punto di vista molto parziale e molto italiano: l'attività sismica. L'Italia è più o meno intensamente zona sismica ed è stata teatro di importanti terremoti che hanno lasciato fratture architettoniche e sociali percepibili anche dopo molti decenni. I quattro fotografi hanno documentato cinque aree dove i terremoti hanno impresso il loro marchio negli ultimi quarant'anni anni: il Belice (1968), l'Irpinia (1980), l' Umbria (1997), San Giuliano di Puglia (2002) e l'Aquila (2009).
Le scosse sono nel territorio cesure naturali e sociali che individuano una nuova relazione fra il prima e il dopo. Il lavoro dei TerraProject documenta la forza della natura sulle costruzioni dell'uomo, il silenzio dell'abbandono e il tentativo di ricostruzione in situ o in altri luoghi di specifiche comunità urbane e umane.

Fuoco: l'elemento fuoco sottolinea una natura peculiare e straordinaria del nostro paese, ossia la presenza di quattro vulcani attivi: Stromboli, Vulcano, Etna e Vesuvio. Questi siti naturali sono contraddistinti dalla forte presenza umana che da secoli convive in un equilibrio fragile e potente, come ad esempio i 700.000 abitanti che vivono nell'area vesuviana.
I TerraProject hanno scalato caldere e sono ridiscesi in basso offrendoci visioni di questa identità italiana non troppo valorizzata, scandagliando il territorio, i paesi, i segni naturali e artificiali di questa lunga presenza e convivenza.

In mostra le immagini fanno da contrappunto ai racconti che si possono ascoltare in forma audio. La fotografia, come ogni immagine percepibile in un unico e veloce sguardo, può essere dilatata dal suono delle parole, in un suono/sguardo che a partire dal dato fotografico diventa finzione letteraria.
Questa commistione di immaginazione verbale e costruzione visiva è un'esperienza a prima vista spiazzante, perché non appartiene alla categoria dei diari di viaggio illustrati da fotografie che generalmente hanno una similarità descrittiva testo/immagine di più immediata comprensione.
In 4 il dato di realtà viene scardinato nella sua unità e trattato come frammento che scatena una reazione fantasiosa, che cerca appigli in un'altra immagine, che mescola e ricompone un iniziale ordine e ne fa un oggetto diverso. 4 ci mette nella condizione di essere spettatori attivi, che operano su più livelli di lettura, documentaria, immaginaria, personale; ci offre in fondo la possibilità di un altro viaggio (in Italia).

4: un'esperienza di spostamento e slittamento.

Un dibattito multidisciplinare negli ultimi decenni ha visto la categoria antica di paesaggio ridefinirsi attraverso processualità differenziate.
Il paesaggio come 'sguardo' ha avuto nella storia della cultura visuale una presenza preponderante, ha strutturato una categoria estetica che è spesso ancora base di politiche culturali volte solo alla tutela. Ma la rappresentazione del 'paesaggio' ha dovuto necessariamente misurarsi con i processi di trasformazione dello spazio, e in molti casi abbandonare una raffigurazione ideale (in Italia sempre fortissima).
Discipline quali la geografia, l'antropologia, l'urbanistica, la filosofia, la sociologia, si sono mischiate alla riflessione puramente visiva nell'indagine di realtà sempre più complesse e non delimitabili precisamente.
Conseguenza di ciò, non restringibile al solo ambito fotografico ma in genere artistico, è stata la ridefinizione dell'idea di paesaggio che si è riformulata in un concetto più denso quale appunto quello di territorio.

Per i geografi (già dai tardi anni trenta) il paesaggio non è una categoria di fruizione estetica, non presuppone solo un atto di contemplazione ma è un concetto complesso. Il paesaggio è da decifrare nelle sue componenti naturali e culturali come insieme di segni.
E' da comprendere come l'insieme delle funzioni del territorio - come la presenza dell'uomo dalla semplice abitazione alla mobilità, allo sfruttamento economico - abbiano trasformato il suo assetto iniziale.
Il territorio quindi non esiste in natura è piuttosto un complesso sistema di relazioni fra comunità e ambiente in continuo cambiamento.
La letteratura sul concetto di territorio spazia in campi eterogenei, campi con i quali i produttori culturali hanno fatto i conti negli ultimi decenni, uscendo dall'autoreferenzialità della categoria estetica di paesaggio che ha nei secoli determinato un certo tipo di visione molto consolidata.
La straordinaria forza dell'estetica in Italia ha definito il paesaggio (sancito anche da due leggi una di epoca fascista, l'altra del 1985) come bel panorama, come spettacolo da contemplare in alcuni luoghi e in alcuni momenti.
Il paesaggio, di conseguenza, è risultato come oggetto estetico disgiunto dalle pratiche complessive che ne strutturano la sua reale costruzione. La percezione dello spazio nella cultura visiva italiana ha insistito sullo spazio geometrico, sulla prospettiva, sulla luce, tutti elementi che hanno contribuito a creare una importante iconologia ancora per molti versi attiva e identitaria nella produzione degli artisti contemporanei.
Ma in questi decenni questo senso dello spazio tutto italiano si è misurato con discipline altre che ne hanno complicato la natura visiva.
Alcuni autori hanno contribuito a creare una consapevolezza diversa, un'analisi e un approccio al territorio che esonda l'immagine della pura natura idealizzata, aprendo la strada ad un'altra cifra estetica che include nuovi elementi.
Tutte le discipline artistiche, dalla pittura all'installazione, dalla fotografia all'immagine in movimento all'architettura, hanno fatto tesoro di un clima culturale più denso orientando (a volte inconsapevolmente) la loro ricerca verso risultati visivi che mostrano una comprensione del territorio come sfera pubblica.

Alcuni teorici odierni hanno rinnovato la domanda aristotelica “che cosa è un luogo?” sottolineando la differenza fra “space” (spazio indefinito) e “place” (luogo specifico). Sono molti gli artisti ed i fotografi che hanno indagato proprio questo difficile confine.

Naturalmente ogni lavoro fotografico sull'Italia ha come padre nobile Luigi Ghirri e soprattutto il lavoro collettivo di scrittura e immagine che è stato “Viaggio in Italia”, del 1984. Il titolo della mostra è un ready made culturale del classico viaggio di formazione che viene riscritto da Ghirri e i suoi compagni in chiave esperienziale e antiretorica come riscoperta del margine, del luogo vissuto fuori dalla visione monumentale.
I fotografi del collettivo TerraProject hanno dedicato all'Italia una buona parte della loro produzione sin dalla loro nascita nel 2006, e 4 è una riscrittura di questa lunga pratica. TerraProject, con il suo lavoro a medio e lungo termine, con la sua attività editoriale diffusa, con il suo sito che contiene tutti i lavori individuali e collettivi prodotti, con una grande attenzione alla creazione di prodotti multimediali - non solo fotografici - apre una breccia nello specifico fotografico operando in un campo allargato che attraversa diverse pratiche comunicative (pubblicazioni su magazine, editoria, spazi espositivi, festival, spazi off).
In questa prospettiva il paesaggio/territorio viene percepito come risorsa. I segni che sono documentati costituiscono una grammatica che viene interpretata, produce conoscenza, indaga un sistema di relazioni.
Le fotografie – dove si coglie lo scarto minimo o massimo della trasformazione del territorio - sono una riflessione intenzionale sulla costruzione e fruizione di uno spazio pubblico, inteso come luogo dove interferiscono relazioni complesse di diversa natura: sociale, politica, urbana, naturale, industriale.
Il lavoro collettivo dei TerraProject e di Wu Ming 2 in 4 da voce alla necessità di un attivismo linguistico/poetico che ci pone davanti a un insieme sfaccettato di punti di vista di cui non riconosciamo le mani singole ma che percepiamo come sguardo in movimento, non solo come spazio ma come tempo (della documentazione/ della narrazione romanzesca), come sguardo interno alla trasformazione, che mantiene una distanza critica, cioè un linguaggio attraverso il quale possiamo misurare la nostra esperienza.

Daria Filardo


Maggiori informazioni sul progetto "4"


Daria Filardo (Palermo 1971) storica dell'arte e curatrice indipendente, vive a Firenze. Insegna 'Arts management and event planning' e coordina il final project del Master in Arts Management allo IED - Firenze, insegna 'Modern and Contemporary art' al MFA e undegraduate program, Saci Firenze, e 'Storia dell'arte contemporanea', Fondazione Studio Marangoni (2001/20011). Dal 1998 al 2000 ha lavorato come curatore al Palazzo delle Papesse di Siena. Dal 2001 è curatore indipendente.

TerraProject Photographers è un collettivo di fotografia documentaria fondato in Italia nel 2006 e composto dai fotografi Michele Borzoni, Simone Donati, Pietro Paolini, Rocco Rorandelli e da Anna Iuzzolini, project coordinator. Tra i primi collettivi fotografici nati nel nostro paese, TerraProject sperimenta un'originale metodologia di scrittura collettiva, attraverso reportage di gruppo aventi come filo conduttore una ricercata uniformità stilistica. Da sempre attenti sia alla realtà italiana che a questioni globali, i lavori di TerraProject sono stati pubblicati sulle principali riviste internazionali ed esposti in Italia e all'estero.

Wu Ming è un collettivo di narratori nato nel 2000 per iniziativa dei quattro autori di Q, un romanzo storico firmato con il nome multiplo Luther Blissett. Insieme hanno scritto cinque romanzi, tre raccolte di saggi e un'antologia di racconti. In Rete gestiscono il blog Giap, uno tra i più frequentati spazi di confronto politico e culturale. I singoli membri di Wu Ming (identificati con un numero progressivo da 1 a 5) hanno pubblicato diverse opere da "solisti" e seguono numerosi progetti individuali.
Wu Ming ha anche una sua sezione "musicale" - la rock band Wu Ming Contingent - e una di formazione e didattica - il Wu Ming Lab, con sede a Bologna.