Attraversare le contingenze allargando le prospettive

22/07/2011
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Cronistoria di un movimento





Il testo dell'azione collettiva 'Statement', 2011




Incontro a Genova, gennaio 2010




Incontro a Berlino, febbraio 2010




L’altra parte del giorno, incontro a Milano, marzo 2010




Il Paese è reale (DRR), furiBondi, 2010




L’arte è un lavoro, tavola rotonda, 2011. Galleria Artra, Milano




Documento dei Lavoratori dell'Arte

Appunti su Milano_Per una nuova politica culturale cittadina

Comunicato del 25-09-2011




2009

A partire dal giugno del 2009 oltre cinquemila firme vengono raccolte a sostegno di un appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che richiama l’attenzione sulle emergenze del sistema culturale italiano, sottolineando l’importanza del ruolo strumentale di questo all’interno di una democrazia davvero matura e consapevole.
Sviluppatosi all’interno de “Il Falso Oreste” (appuntamento bolognese nato “dal desiderio di trovarsi per dialogare insieme, su alcune emergenze inerenti al nostro Paese: un’Italia in declino, paralizzata da crisi congiunturale, politica, sociale ed intellettuale”), l’appello chiede modalità di selezione democratiche e trasparenti in grado di rompere con il clientelismo imperante in Italia.
La richiesta di dialogo su uno scenario costantemente minato da particolarismi, obsolescenza operativa e mancanza di meritocrazia, viene accolta positivamente dal Presidente, che attraverso la risposta del collaboratore Louis Godart, dimostra di appoggiare pienamente i motivi della lettera e dichiara una rinnovata attenzione alle cause elencate.

Nei mesi a seguire in molte città italiane, tra cui Bologna, Venezia, Roma e Torino, si organizzano piccoli organismi di discussione attorno alle specificità locali dei problemi nazionali evidenziati dalla lettera.
UnDo.Net, presente fin dai primi passi dell’appello, risulta essere il luogo in cui queste diverse tavole propongono i documenti prodotti e scorgono una prima possibilità di fare rete tra di loro.

Dopo il “pasticcio all’italiana” avvenuto attorno alle nomine del Castello di Rivoli, viene lanciata sul web una lettera di denuncia sulle modalità poco professionali con cui era avvenuta l’assegnazione della nuova direzione di uno dei musei d’arte contemporanea più importanti in Italia. All’interno della lettera si afferma che l’episodio è l’ennesimo evento che dimostra la cronica ingerenza della politica nell’amministrazione e nella promozione della cultura italiana contemporanea, determinando, sempre più, un sistema poco trasparente.
È immediatamente aperta una pagina facebook dedicata alla lettera stessa e allo sdegno percepito da molti addetti ai lavori come risultato delle nomine. Ad oggi, "Sdegno per le nomine del castello di Rivoli" è seguita da più di 200 persone, che continuano a pubblicare commenti e notizie riguardanti il mal governo delle arti visive e della cultura contemporanea italiana e anche internazionale.

2010

Continuano nei primi mesi del 2010 le attività volte alla condivisione delle analisi territoriali scaturite dalle due lettere, che vedono aggiungersi Genova, Milano con l’evento “L’altra parte del giorno”, ed infine Berlino, dove si riuniscono i molti operatori italiani con residenza berlinese.

Intanto, con ritardo rispetto alle nomine avvenute in altri Paesi europei già l’anno precedente, il Ministro ai Beni culturali Sandro Bondi nomina Vittorio Sgarbi come curatore del Padiglione Italia della 54ª Biennale Arti Visive di Venezia. Non mancano polemiche attorno ad una nomina che sembra perseguire quelle metodologie denunciate a gran voce dall’appello e da tutte quelle altre iniziative ad esso connesse.

L’importanza di allargare la questione ad altri ambiti disciplinari e di iniziare a pensare ad una protesta collettiva porta alla formazione di un gruppo di riflessione chiamato "Il Paese è reale (DRR)" (DRR sta per Distruggi, Riavvolgi e Ricostruisci). Il gruppo è composto da artisti, critici e curatori gravitanti attorno all’area milanese, accomunati dalla voglia di portare all’esterno un pensiero critico sulla condizione dell’arte contemporanea in Italia. Attraverso una serie di azioni pubbliche, l’intento del collettivo è quello di creare consapevolezza attorno alle dinamiche effettivamente in corso sulla promozione culturale e sulla gestione del patrimonio artistico.

Dopo l’annuncio della possibile mozione di sfiducia da parte del Governo nei confronti dell’ex Ministro Bondi – a seguito dell’ennesimo episodio di mal governo del patrimonio che ha portato ad una serie di crolli nell’area archeologica di Pompei – "Il Paese è reale (DRR)" sente la necessità di intervenire e realizza "furiBondi", ovvero una riscrittura, à la Tristan Tzara, della lettera originale scritta dall’ex Ministro per difendere la sua posizione di non colpevolezza sui fatti accaduti.

2011

Le riflessioni e le discussioni portate avanti da "Il Paese è reale (DRR)" attorno a una progettualità nell’affrontare un discorso comune di denuncia e di elaborazione di proposte alternative vedono l’estensione della partecipazione al gruppo di artisti legati all’area torinese e a quella romana.
"Il Paese è reale (DRR)" è l’autore dell’azione collettiva "Statement", nella quale un testo scritto a più mani viene letto, con un altoparlante, negli spazi pubblici e all’interno di musei e luoghi per la cultura delle città di Milano e di Torino, durante i festeggiamenti del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Parte del testo è ora integrato nel Documento dei Lavoratori dell'Arte qui pubblicato.

Con il progetto “Lo spettacolo che tutti vogliono”, ad opera di due artisti operanti a Milano, si indaga sulla situazione dei lavoratori dell’arte negli spazi della Biennale di Venezia, stimolando discussioni e riflessioni sul ruolo dell’artista nell’attuale assetto dell’industria culturale.
A luglio vengono mostrati i risultati di questa ricerca nella galleria Artra di Milano, dove, nel giorno di inaugurazione, i due artisti organizzano una tavola rotonda dal titolo “L’arte è un lavoro” . Da questa discussione, a cui partecipano artisti, curatori e attivisti della scena milanese e nazionale, nasce la necessità di scrivere un documento di denuncia della distanza istituzionale dalle problematiche attuali all’interno del sistema dell’arte e dell’assenza dei diritti degli operatori del settore.

In questo senso, un gruppo di persone che ha partecipato alle varie fasi di questo potenziale movimento, che dal 2009 agisce in senso critico e discorsivo sugli accadimenti del sistema artistico italiano, decide di formulare un documento di carattere nazionale che sia il frutto del lavoro fatto in questi ultimi due anni e mezzo, e che riarticoli le analisi, le istanze e le proposte non più procrastinabili nella gestione dell’arte e del suo sistema in Italia.







Sintesi video della tavola rotonda “L'arte è un lavoro”