DE-ABC

DE-ABC is a group that operates with sound (occasionally with video and live performance) in art spaces and public spaces. Since 2001 they have produced works that move sounds from one context to another, usually with as little mediation as possible. The almost incomprehensible musical bass-percussion murmur of the speakers in a typical bar of central Europe is installed in a museum (Pastis Bar, 2001, work withdrawn from exhibition “Il Dono”, Palazzo delle Papesse, Siena, Italy). The sound of Luca Pancrazzi at work in his studio breaking glass is slowed down and installed in a gallery (Carborundum Dub, 2001, Galleria Emilio Mazzoli, Modena, Italy, including live performance). The steps of a Flamenco dancer practicing without music become a soundtrack for the view from the dancer’s window (Twoways, 2002, home of collector, Berlin, and performance at AssabOne, Milan, Italy, 2003). The din of printing presses remains in a print shop after the presses have stopped functioning due to obsolescence and globalization (Contemporary Dust, 2002, AssabOne, Milan, Italy). Urban sounds are conveyed by means of tubes into listening cabins positioned in the city (Listening Points, 2003, Esterni Urban Furnishings Fair, Porta Ticinese, Milan, and in the exhibition “Isola dell’Arte”, Isola Art Center, Milan, Italy). The sounds heard inside the cabins are then heard in the spaces of a museum (Listening Point Sounds, 2003, MAMCO, Geneva, Switzerland, during the exhibition “Fragments of an Italian Discourse”). Musicians play in a large factory space, positioned far away from each other, making it impossible for them to hear the overall results of their improvisation. To remain in synchrony they all listen (in earbuds) to the same radio station and play along with whatever is being broadcast. The audience has to move in the space to create an audio mix (Natural Mixer, 2003, Isola Art Center, Milan, Italy). The sounds in the street in front of a museum are shifted with 3D precision using hidden microphones and a speaker array into a large empty room in the museum (Temples, 2004, Palazzo delle Papesse, Siena, Italy). Musicians in different rooms of a large office building play a long sweep from the lowest note to the highest note of their instruments, finding the frequencies that make the building vibrate, as the audience experiments with listening from different positions in the structure (Natural Mixer II, 2004, headquarters of Abitare Segesta publishing company, Milan, Italy). Voices reading passages of text in different languages from books selected by artists are mixed together in a cloud of readings installed in a museum bookshop (Bibliosong, 2005, Palazzo delle Papesse, Siena, Italy). The soundscape recorded under a railroad bridge spanning a narrow canal is reproduced in a room of comparable size in an art gallery using a speaker array and bass transducers (Infrastructure Hotel, 2006, Kettle’s Yard Gallery, Cambridge, England).

2006
1:1. Translations of the Real, Kettle’s Yard, Cambridge (UK).*
2005
Sound Fetish (5 seconds and/or infinity), Broadcast by WPS1 MoMA at the Venice Biennale, Venezia (I).
Bibliosong, Palazzo delle Papesse, Siena (I)
2004
Polvere d’arte, Assabone, Milano (I).
2003
Palazzo delle libertà, Palazzo delle Papesse - Centro Arte Contemporanea, Siena (I).*
Le mille e una notte, Stecca degli artigiani, Milano (I) (a cura di/curated by Associazione Isola dell'Arte).
La città di esterni, piazza XXIV Maggio, Milano (I) (a cura di/curated by Associazione Esterni).
Fragments d’un discours italien. Isola (Art) Project, MAMCO Musée d'Art Moderne et Contemporaine, Genève (CH).

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Isola d’ascolto (e Punto d’ascolto)

Un progetto di
DE-ABC
Luca Pancrazzi
Steve Piccolo
Gak Sato

Una cabina, una scatola in cui si può ascoltare la città, il quartiere, la strada.

Come si può intervenire in un contesto urbano con il suono? L’idea di aggiungere altri suoni al normale baccano sembra quasi inutile. Certo, le fontane sono preziose perché coprono suoni meno graditi con un altro suono, quello dell’acqua, più gradevole. Ma in ogni caso si tratta soltanto di cosmesi.

Vogliamo focalizzare l’attenzione sul paesaggio sonoro senza alterarlo. Un atto di ascolto intenzionale può dare una nuova consapevolezza che neutralizza effetti negativi, offre spunti per divertimento estetico, e favorisce un rapporto di interazione con il contesto.

Si parte dall’immagine allegato (il laboratorio dell’intonarumori di Luigi Russolo a Milano, 1915 circa). Invece di una scatola che emette i rumori, vogliamo costruire una scatola che li convoglia, come un imbuto.

L’acchiapparumori.

La scatola rappresenta, inoltre, un’evoluzione del nostro lavoro sulle scatole di cartone dei senzatetto (e il libro di Kobo Abe, L’uomo-scatola).** Parlare, respirare, pensare, scrivere, ascoltare dentro una scatola genera una sensazione di grande raccoglimento o anche di conforto, un’esperienza infantile di intimità. I suoni assumono nuove valenze, e la mancanza di rapporto visivo col mondo esterno rende più acuto il godimento.

Una grande scatola ‘abitabile’, con due orecchie-coni-imbuti, come il corno di un grammofono, o il megafono-cono utilizzato una volta dai semisordi per sentire meglio. Un aspetto vagamente zoomorfo ma anche tecnologico.

Dentro la scatola i suoni della città sono amplificati leggermente, focalizzati dai coni posti ai lati della testa della persona seduta all’interno della cabina.

Ci vuole una segnaletica molto curata. La scatola può apparire come un gioco per bambini, o anche un punto tecnologico di monitoraggio sonoro. ISOLA D’ASCOLTO.
La parola ASCOLTO parla anche di un atteggiamento che potrebbe migliorare i rapporti tra città e cittadini, ecc. ecc.

La scatola ha una finestra per far entrare la luce, coperta da materiale plastica semitrasparente, come descritto nel libro di Abe. Ha anche un lucernario in materiale trasparente sul “tetto”. La sensazione di stare dentro non deve essere claustrofobica o spaventosa. La cabina contiene una panca.

Le persone che entrano possono scrivere dentro la scatola. Raccogliamo i messaggi e registriamo i suoni per fare un documento con fotografie e video. Un progetto simile probabilmente sarà installato anche nel centro storico di Milano, per il Salone di Arredo Urbano del gruppo Esterni. Dunque la documentazione potrà esaminare anche le differenze tra il comportamento delle persone tra il centro della città in un contesto come la settimana del salone del mobile, e un quartiere ‘dall’altra parte dei binari’.

Chi entra riceve una cartolina.

Sulla cartolina un messaggio simile alla bozza seguente.

L’ISOLA D’ASCOLTO è:
1. per neofuturisti, un acchiapparumori
2. per senzatetto, un riparo dagli elementi
3. per i religiosi, una specie di confessionale dove la città si confessa
4. per investigatori, uno stakeout (come il furgone in ispettore derrick)
5. per ecologisti, una stazione per misurare inquinamento acustico
6. per malati della tivu, una cura disintossicante
7. per vittime della moda, un posto dove nessuno ti vede
8. per i giornalisti, un posto per scrivere
9. per artisti, un posto per disegnare o scrivere sui muri (fuori e dentro)
10. per iconoclasti, un posto per cancellare quello che hanno disegnato o
scritto gli artisti
11. per vigili urbani, una cosa al quale dare una multa
12. per turisti, una cosa da fotografare (dentro e fuori)
13. per cacciatori, un posto per aspettare le anatre
14. per amanti, un luogo per fare le serenate (chi canta sta fuori)
15. per razionalisti, una cellula abitativa minima
16. per urbanisti, politici, amministratori: un posto per sedersi per ascoltare un luogo e la gente che vi ci abita
17. per bambini…
ecc ecc.

Le due scatole sono costruite con l’aiuto degli studenti del nostro corso sonoro a Accademia Carrara. Gli studenti hanno deciso, per esempio, che per rendere più attraente la scatola, per invitare le persone a entrare, bisogna usare il colore sulle facciate esterne. I disegni rappresentano forme d’onda di suoni ‘rumorosi’. Se il materiale è anche ondulato di metallo o fibre di vetro (con materiale isolante dentro), le onde saranno onde su onde.

**per info sul nostro lavoro “The Box Man” vid. il sito www.stevepiccolo.undo.net (voce “concerts/booking”), e seguite il link per una parte del slide show.

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