Adrian Paci

Nella poetica di Adrian Paci e attraverso le diverse tecniche utilizzate - pittura scultura, fotografia, video e istallazione -, la forza poetica del ricordo e della distanza agiscono nel ridefinire l’identità dell’individuo e di un popolo messo a rischio dai processi migratori in atto in questo nuovo millennio. Difatti, le sue opere sono, molto spesso, una riflessione sui temi della casa, dei vincoli affettivi, intesi sia come valori della vita privata che della sfera pubblica. Nel far questo egli non esita a mettere in scena ciò che sta fra immaginazione e realtà come le scene dipinte del suo matrimonio, o le immagini di un video molto noto in cui una delle sue due figlie canta una filastrocca albanese a cui rispondono da uno schermo diverso, opposto e più in basso, i parenti rimasti in Albania.

Il tema dell’errare è al centro delle fotografie di grande formato in cui l’artista si ritrae come un moderno cristo che al posto della croce è costretto a portare il tetto rovesciato di una casa.

Attraverso le sue opere, Paci, costringe a ragionare su cosa voglia dire per ciascuno di noi appartenere ad un contesto, su come interagisca la nostra dimensione privata in relazione a tutto quel che ne è esterno, sul rapporto con le radici, non necessariamente sulla condizione di migrante in senso stretto, ma in senso più aperto sul disorientamento e sulla fatica ad individuare una propria "casa".

 
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