Millepiani Urban

Presentazione del secondo numero di Millepiani Urban, rivista dell'associazione culturale Millepiani.

URBANMORFOSI
Dalle periferie all'ecosistema globale.

con saggi di Mike Davis, Ubaldo Fadini, Corrado Marcetti, Annalisa Marinelli, Claudia Mattogno, Leonie Sandercock, Enzo Scandurra, Alberta Solarino, Tiziana Villani, Gedeminas e Nomeda Urbonas (Pro-test Lab)
Ed. Eterotopia

Introducono Tiziana Villani, Sabine Reiff, Nomeda e Gediminas Urbonas di Pro-test Lab di Vilnius.

Urban

L’urbano è la condizione esistenziale che riguarda la maggior parte dell’umanità.

Nel 2030 la rivoluzione urbana su scala planetaria sarà compiuta.Crescita demografica, prolungamento della speranza di vita, rivoluzione urbana devono far ricorso alle tecnologie, non solo per quanto riguarda la disponibilità di risorse, beni, informazione, ecc., ma soprattutto per favorire la considerazione di una sfera biotecnologia che ripensi lo statuto di cittadinanza, ossia i diritti costitutivi di una nuova polis su scala ecumenica che dovrà confrontarsi con le sue molte articolazioni, e che dovrà definire diritti di base inalienabili.

I saperi chiamati in causa sono quelli dell’urbanesimo, dell’architettura, della geografia, della filosofia, della sociologia e dell’economia. Ognuno di questi ambiti disciplinari, pur non rinunciando al proprio apparato concettuale e critico, è attraversato dall’imponente mutamento, che lungi da riguardare unicamente le città, le metropoli o le megalopoli, investe l’ecumene e tutti i suoi insediamenti nelle forme dell’economia, delle gerarchie territoriali, e in definitiva dell’esistere nella sua complessità.

Vivere l’urbano significa imparare a realizzare un’ecologia sociale che investa saperi e configurazioni del nostro presente.

Il grande processo di trasformazione degli ultimi decenni ha incontrato nella crisi finanziaria un punto di svolta incontrovertibile. I territori, soprattutto i territori urbani, costituiscono la cartina tornasole, che ci permette di cogliere la natura di questi processi, spesso accelerati e violenti.

In questo volume i contributi proposti partono da questa considerazione, non limitandosi a fotografare lo stato delle cose, ma muovendosi in modo progettuale.

“Urban” intende infatti promuovere un atteggiamento propositivo e non puramente
analitico, per questo motivo due temi sono al centro di questa riflessione:

la decrescita e la trasformazione delle periferie, vero volto dell’esplosione urbana in tutte le sue declinazioni, economiche, sociali, culturali.

La decrescita non è qui intesa come modello pauperista di sottrazione, ma come orizzonte di un nuovo modello, che incontra nell’ecologia politica e nelle tecnologie la forza di poter esprimere stili di vita più “leggeri”, meno vincolati alla logica del consumo e dello sfruttamento, tesi a valorizzare competenze e creatività
in modo concreto, ripensando i legami di solidarietà, ma soprattutto riconsiderando gli antichi motivi dell’alienazione, giunta oggi a pervadere interamente le esistenze.

Il territorio urbano nella sua materialità ed anche nella sua virtualizzazione è divenuto lo spazio assediato di una contesa in cui si cerca di dominare povertà, migrazioni, linguaggi. Ci sembra che l’unica fuoriuscita possibile consista proprio nell’abbandono di ogni umanesimo e falso antropocentrismo, ponendo la necessità di riconsiderare il vivere, l’abitare, l’essere in un territorio in chiave eco sistemica, ossia in quella dimensione ambientale, che se attuata, permette il “benessere” dei viventi.

È la città che torniamo ad interrogare e a pensare, senza alcuna nostalgia localista, ma con la consapevolezza che questa è la chiave di volta per attuare altre pratiche, altri progetti sottraendoli alle sole logiche dell’accaparramento e delle privatizzazioni che hanno impoverito, inquinato e devastato l’ambiente che siamo e viviamo.

Tiziana Villani


L’abitare del Terzo Millenio è polimorfo. I volti delle periferie del mondo sono molti, ma la tendenza è univoca, abiteremo sempre più spazi urbanizzati.
Le figure, i luoghi, le relazioni non saranno stabili, piuttosto apriranno a situazioni in transito. La dimensione dell’essere nello spazio richiede un ripensamento dei saperi e dei progetti chiamati a immaginare la nuova onnipolis, in cui le esistenze possano incontrare la propria realizzazione e il proprio bisogno di vita.
Così nelle intenzioni di Leonie Sandercock: “Dobbiamo rispettare la città della memoria (il passato), allorché questa evoca la città del desiderio (il presente e il futuro). Dobbiamo riscoprire la città dell’anima, e inventare nuove forme di stupore rispetto all’ambiente costruito”.
(Retrocopertina della rivista)

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