Coltivando l'utopia

Isola Utopia – un progetto di Isola Art Center – presenta:
Coltivando Utopia / Isola Pepe Verde – RiMaflow

Domenica 17 Maggio 2015 dalle ore 11.00 - 20.00
e Mercoledì 20 maggio dalle 17.00 - 20.30, con visite guidate aperte a tutti.
Giardino condiviso Isola Pepe Verde, Via Pepe 10, Milano

In occasione della festa di Isola Pepe Verde, Isola Art Center con la collaborazione di NABA, presenta un progetto a cura di Angelo Castucci, Sara Marchesi e Bert Theis.

con Alessandro Azzoni, Martina Brembati, Laura Burocco, Marina Viola Cavadini, Irene Coppola, Laura Corradi, Ruben De Sousa, Paola Di Bello, Edna Gee, Noy Jessica Laufer, Giulio Maiorano, Carlo Miele, Giulia Pellegrini, Francesco Pieraccini, Giovanna Repetto, Valentina Rigon, Seriocollective (Edith Poirier, Daniele Rossi), Marcella Toscani, Maria Cristina Zappa, Fabiola Zero.

Ospiti speciali: Dario Azzellini (Parigi), Matteo Renzi (c/o Piero Gilardi, Torino), Nikolay Oleynikov (Mosca), Oliver Ressler (Vienna) Nikola Uzunovski (Skopje-Bangkok).

Bisogna distinguere gli utopisti dagli utopiani,
ossia le utopie astratte dalle utopie concrete (...)
Il pensiero utopista esplora l’impossibile,
mentre il pensiero utopiano sprigiona il possibile.
Henri Lefebvre

Isola Utopia presenta due utopie concrete: Isola Pepe Verde, giardino autogestito, e Ri-MAFLOW, fabbrica autogestita! Quest'anno Isola Art Center dedica a loro il suo doppio contributo alla festa di compleanno del giardino condiviso Isola Pepe Verde, presentando lavori e progetti d'arte "fight-specific" (specifici alla lotta), creati da artisti italiani e internazionali per i due contesti. La fabbrica recuperata RiMaflow lotta con mille difficoltà per il rilancio della produzione in chiave ecologica, mentre Isola Pepe Verde è impegnata per rendere permanente lo spazio verde e sociale autogestito in via Pepe, dove il terreno rimane edificabile fino a una modifica al Piano di governo del territorio da parte del consiglio comunale.

Il punto d’incontro tra le due utopie concrete, che già si erano confrontate a La Fabbrica del Vapore lo scorso 3 dicembre, è la convinzione che l’utopia non sia soltanto il luogo dell’alterità, del diverso dall’ora, ma un processo di re-invenzione del presente a partire dalla messa in discussione delle condizioni preesistenti, allo scopo di costruire un’alternativa reale. Come scriveva Lewis Mumford, “Esistono due differenti utopie: l’utopia della fuga e l’utopia della ricostruzione. La prima lascia il mondo esterno così com’è; la seconda tenta di cambiarlo per mettersi in relazione con esso alle condizioni desiderate”.

Coltivare l’utopia non significa però soltanto affermare che essa non si trova in un futuro astratto, né semplicemente insistere sulla necessità di iniziare una ricerca e formulare una nuova teoria del possibile: vuol dire invece sottolineare come i semi dell’utopia siano già stati gettati e come nostro compito sia quello di prenderci cura dei frutti che già ne stanno crescendo, perché essi possano espandere e rafforzare le proprie radici. È questo ciò che unisce il progetto di Isola Art Center per una diversa idea di città, di spazio pubblico e di cultura e la lotta di RiMaflow per una produzione orizzontale e sostenibile.

L’uomo ha sempre camminato con i piedi ben saldi sulla terra, ma la sua testa è sempre stata tra le nuvole: quello utopiano è un presente che trae forza dall’immaginario, un immaginario tanto reale da farci credere di poter anche spiccare il volo…

Isola Art Center con la collaborazione di Naba, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano www.naba.it

www.isolartcenter.org
tel: 339 6057 111
facebook Isola Art Center

Coltivando Utopia - Alessandro Azzoni, Sara Marchesi. Giornale per RiMaflow

Giulia Pellegrini Il Giardino Condiviso


DIDASCALIE:

Alessandro Azzoni
Cropcircle: La Battaglia del Grano

Il campo di grano circolare nasce come entità aliena all’interno del giardino (crop circle sono i misteriosi cerchi che compaiono nei campi di grano di tutto il mondo) in risposta all’altrettanto alieno campo recentemente creato a Porta Nuova. L'intervento si presenta come una critica netta ai meccanismi di consenso e crea un parallelo con un analogo intervento in Piazza del Duomo durante il ventennio fascista, immortalata nella foto d’epoca. Le date fondamentali commentano questa bizzarra ciclicità, l’iscrizione ricalca invece quella del monumento di piazzale Segrino, che ricorda come la Resistenza al Fascismo a Milano partì proprio dal vecchio quartiere Isola.


Martina Brembati
Aromatic travel set

Per la festa di Isola Pepe Verde l’artista presenta una performance pensata per il giardino e per l’atmosfera di festa della giornata del suo compleanno.
L’elemento da cui si articola il lavoro è una valigetta di legno, solitamente usata per riporre pennelli e colori. Attaccando una cintura alla valigia, essa può essere indossata e diventa un contenitore itinerante. In questo modo la valigia si trasforma in una sorta di scatola magica. All’interno sono raccolte 12 scatoline di cartone contenenti bustine di tè, infusi, piante aromatiche, provenienti da vari paesi del mondo, per la raccolta delle quali l’artista ha chiesto a diverse persone di origini diverse quale fosse l’aroma che ricordasse loro il paese di provenienza.
La scatola diventa quindi uno scrigno di sogni e di saperi, un archivio di memorie e di ricordi olfattivi, il cui odore diffuso nell’aria evoca atmosfere e situazioni varie.
La performance consiste nell’offrire ai visitatori il tè per dare loro la possibilità di condividere,
scambiare e assaggiare i vari aromi contenuti nella valigia, in un percorso di degustazioni itineranti. Un secondo performer si troverà nella zona della cucina per preparare le tazze di acqua calda.


Marina Cavadini
Urtica Pepe

La ricerca dell'artista si sviluppa intorno al concetto di fioritura inteso come apice di un processo, momento culminante di un ciclo, quindi strettamente connesso a un'idea di temporalità, al ritmo e all'intensità di un fenomeno vitale. Le piante con cui Marina sceglie di intervenire nell'area gatti di Isola Pepe Verde sono le stesse di un'opera realizzata precedentemente. Nel 2012 l'artista aveva riempito di ortiche il terrazzo della sua residenza privata in periferia di Milano, organizzando un opening in occasione della fioritura.


Gilles Clément
Jardin Mandala

Realizzato da Gilles Clément nel 2009 per il PAV, Parco dell’Arte Vivente di Torino, il Giardino di Mandala fa parte del suo più ampio progetto Paesaggio Planetario, missione che ha lo scopo di “migliorare l’adattamento dell’uomo all’ambiente, lavorando sul concetto di diversità”.
La composizione è stata realizzata sull’architettura di Gianluca Cosmacini e ispirata dalla forma del Mandala che, per Clément, non è che un “supporto alla meditazione”, un’occasione per riflettere sul mondo e sul suo corso, un modo per imparare dal mondo attraverso una “didattica della natura”. Si tratta di un giardino di graminacee, piante che sopravvivono senza particolari cure di giardinaggio e irrigazione. In questo modo l’architetto paesaggista solleva problematiche sull’attuale e globale questione delle risorse idriche. Concettualmente, dunque, il giardino di Clément mostra la capacità naturale di poter vivere senza ricorrere a soluzioni aggressive e pericolosamente impattanti, ma solo attraverso l’intervento del “giardiniere”, vale a dire colui che osserva e si prende cura dell’ambiente senza imporsi. Il tutto implica una maggiore coscienza nei confronti di tutti gli altri esseri viventi, prerogativa del giardino del futuro.
Gilles Clément ha donato alcune delle piante del suo giardino a Isola Pepe Verde che si è deciso di raccogliere in un’aiuola nell’area gatti, allo scopo dicontinuare la riflessioni portata avanti nel corso del suo progetto in relazione, per contenuti e idee, al progetto di Isola Pepe Verde.


Irene Coppola
It Looks Like

In un'epoca in cui un'artista non ha alcun problema ad afffidarsi a materiali prefabbricati o costruiti su misura da artigiani esperti, Irene Coppola si caratterizza per l'estrema attenzione che pone nella realizzazione personale dei propri lavori. Realizzare personalmente le propie opere richiede una diversa considerazione dell'impiego del tempo: rifiuto del “tutto e subito” tipico della societa' di consumo. Con questo murales l'elemento temporale coinvolge anche lo spettatore: per essere colto e distinto dal resto dell'ambiente il lavoro ha bisogno di un osservazione piu' attenta, semplicemente quell'attimo in piu' che permette a chi guarda di distinguere la pittura dalle restanti ombre naturalmente delineate dalla luce e dalle piante del giardino. Un lavoro che, al contrario di esibirsi, sembra volersi nascondere. O meglio: entrare in sintonia con l'ambiente circostante fino ad immergervisi come suo elemento naturale.


Laura Corradi
Disfusore

La designer Laura Corradi propone per Isola Pepe Verde un'opera concepita sul concetto di limite.
Disfusore è una struttura parassitaria, un tavolo costruito originariamente per essere posizionato nel quartiere Corvetto, a ridosso di un cancello che chiude un'area verde privando di quello spazio i residenti. Corradi adatta il concept a Isola, poiché anch'essa nel tempo si è ricavata un determinato territorio e ha delineato una propria identità. L'opera è posizionata lungo il confine che affaccia sul parcheggio abusivo, sia per sottolineare la questione del limite sia per accompagnare Pepe Verde nell'inarrestabile conquista di nuovo territorio da restituire ai cittadini.
La funzione di Disfusore è duplice: una superficie dove i bambini possono disegnare tramite colori a cera d'api, ma anche nicchia, riparo, rifugio.


Ruben De Sousa
Percorso Curvilineo Perimetrale,
Cellule Residenziali Per Gatti

In vista dell'imminente concessione comunale dell'area gatti al giardino di Pepe Verde, l'artista/architetto Ruben ha messo a frutto le sue doti per dare il via alla nuova organizzazione di questo spazio. Impiegando i materiali di scarto risalenti alla demolizione del vecchio edificio che occupava l'area, sono stati così realizzati il sentiero che attraversa il prato e la nuova dimora per i felini: una vivace struttura con un prato sul tetto, adatta alle esigenze di alcuni tra i più importanti ospiti di Pepe Verde.


Edna Gee
Revolutionary Pigeons

I murales di Edna sono un'estensione di una sua precedente opera. Sono infatti i disegni tratti dal suo racconto illustrato The Vertical Jungle, un racconto tanto fiabesco quanto ironico in cui un'improvvisa rivolta degli animali trasforma i famosi boschi verticali da poco terminati nel quartiere in giungle. I capi della rivolta sono le creature piu' comuni della zona, e proprio per questo piu' legate al territorio: i piccioni. In questo lavoro a muro si leva spavaldo questo neo-rivoluzionario con lo sguardo calmo e fieramente rivolto verso il suo avversario: il grattacielo, che diventa simbolo di una speculazione edilizia che, mascherata rivalutazione del territorio, che ha portato alla snaturazione e alla scormparsa dei luoghi identitari del quartiere isola cosi' come dei loro abitatanti tra cui, appunto, i piccioni.


Noy Jessica Laufer
L'Ombra L'Hanno Inventata Gli Alberi

Due immaginari si uniscono in quest’opera: un uomo che si riposa sotto un albero e la spiaggia libera con gli ombrelloni. Attraverso l’istallazione esposta nell’area gatti, l’artista intende riflettere sul contrasto tra il naturale e l’artificiale, tra gli alberi e gli ombrelloni. Negli ombrelloni da spiaggia, che fanno ombra all’interno dell’area, è stata intagliata la scritta “L’ombra l’hanno inventata gli alberi”, per evidenziare maggiormente il contrasto.


Noy Jessica Laufer (in collaborazione con Valentina Rigon)
Wall Painting

Nei gard-rail, Jessica Noy Laufer e Valentina Rigon hanno realizzato un wall painting con forme geometriche che rimandano alle moderne visioni estetiche dell'artista brasiliano Burle Marx: "Il verde si contorce nel blu, poi attraversa un nero ombroso. Corre fuggendo verso un giallo seppia. Cavalca, verde su verde, su linee oblique, perpendicolari, parallele. La prospettiva colloca ogni sfumatura di verde e ogni specie vegetale al suo posto: blocchi nitidi, compatti, decisamente unici". In occasione della festa le artiste realizzeranno sul posto un wall painting con gli stessi motivi.


Carlo Miele
644 cm2, 00:21:02:54, 00:07:59:83,

Il lavoro dell’artista Carlo Miele consiste in due monocromi, ognuno dei quali è affiancato da due contenitori contenenti i prodotti dell’azione che l’artista ha compiuto. Da sotto i monocromi escono due cuffiette dalle quali si sentono i suoni del processo di realizzazione.
I monocromi sono stati realizzati su due supporti diversi: il primo su normale carta da fotocopiatrice e il secondo su un foglio di carta abrasiva. Carlo riflette su due elementi: quello del tempo e quello dello spazio, e confronta come essi all’interno della realtà di Isola Pepe Verde siano vissuti in modo diverso rispetto al tempo e allo spazio che si vivono fuori da tale realtà, in un contesto caratterizzato da una speculazione edilizia selvaggia e continua. L’artista interviene sui due diversi supporti con due matite uguali. Nel primo caso la matita non si consuma, nel secondo essa si consuma immediatamente tanto che risulta necessario temperarla più e più volte fino a quando di lei non rimane quasi nulla. È il contesto dell’urbanizzazione che mangia tutto il tempo dell’uomo lavoratore e non lascia di lui quasi più niente.


Camilla Topuntoli
Occupare Orizzonti

Il video racconta della nascita di Pepe Verde, la sua inaugurazione a seguito della prima concessione dello spazio da parte del Comune di Milano nel 2013 Si tratta del primo vero riconoscimento ottenuto dopo anni di lavoro continuativo e volontario. Nelle immagini che si susseguono si ripercorre il momenti della festa, l'atmosfera di gioia ma anche di consapevolezza dell'importanza di ciò che è stato costruito fino a quel momento e ciò che attenderà nel futuro.


Fabiola Zero
Girotondo

La settimana è composta di sette giorni, ognuno con un significato e un’origine diversa e consiste in un periodo ciclico che si ripete in continuazione. Partendo dall’analisi dei diversi giorni, il lavoro dell’artista si sviluppa attraverso la realizzazione di sette targhe che suggeriscono diverse attività da svolgere in uno spazio all’aperto, affiliate quindi a una dimensione di scambio con la natura e di convivenza con gli altri. Sono azioni che riflettono su un modo diverso di fruire gli spazi, in contrapposizione ai gesti quotidiani più convenzionali e ordinari che caratterizzano il nostro modo di vivere la città, con il suo ritmo più frenetico. Si tratta di prendere coscienza della diversità tra un ambiente urbano e uno naturale per considerare il secondo come una possibilità di vivere gli spazi di cui disponiamo.


Fabiola Zero
Green Area

Il tappeto è un oggetto che ha funzioni diverse che, a loro volta, determinano diversi tipi di spazio. Partendo da queste diverse possibilità, il lavoro di Fabiola Zero intende creare una relazione tra spazio chiuso e spazio aperto, tra luogo privato e luogo pubblico. Da un lato il tappeto, manufatto creato dall’uomo, e dall’altro il prato, un tappeto erboso generato dalla natura, dalla terra, due tipologie che hanno caratteristiche diverse ma funzioni univoche. L’artista interviene inserendo nel giardino un tappeto di erba sintetica cercando di fondere insieme questi due elementi creando un dialogo silenzioso tra l’interno e l’esterno, il pubblico e il privato. Partendo dalla volontà di restaurare un rapporto tra l’individuo e gli spazi verdi, il tappeto erboso può essere vissuto da ognuno nello stesso modo in cui si vive il tappeto all’interno di un ambiente domestico ma in una dimensione meno privata e più collettiva.


 
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