L'INDIANO IN GIARDINO

L'INDIANO IN GIARDINO
progetto di Alek O. e Santo Tolone
in collaborazione con Isola Art Center

Inaugurazione giovedì 29 ottobre 2009, ore 19.00
29 ottobre – 1° novembre 2009
Inizio percorso Bar La Cantinetta, P.le Archinto, Milano

con Pedro Barateiro, Dafne Boggeri, Marco Colombaioni, Camilla Candida Donzella, Alessandro Di Giampietro, Lucie Fontaine, Francesco Fossati, Matteo Rubbi, Manuel Scano, Mauro Vignando e Zhou Tao

Un indiano pellerossa è in una limousine dagli interni neri. È nudo e la pelle dei sedili a contatto col suo corpo lo fa gelare: dalla sua bocca esce una nuvola di fiato che appanna i vetri. L'indiano sbuca dal tettuccio dell'auto e fugge via. Ricompare al centro di un cavedio adibito a magazzino per insegne luminose dismesse. L’indiano gira lentamente su se stesso, alza gli occhi e sopra la sua testa c’è uno squarcio geometrico di cielo. Allora risale le strette pareti che lo circondano, aggrappandosi con le mani e spingendo con i piedi, e se ne va. Scendendo distrattamente le scale di un laboratorio sotterraneo si ritrova l'indiano: questa volta blocca il passaggio alla stanza successiva. Con le braccia conserte sorride, obbliga i presenti alla convivenza in uno spazio minuscolo costituito da una breve rampa di scale. Alle prime luci dell'alba, in una piazza attorniata da palazzi silenziosi, un bar con tavolini rossi sul marciapiede diventa la ludoteca che avremmo rischiato di non avere. L'indiano aspetta seduto toccando piano le pedine di legno. Appoggia al muro la nuca coperta di piume e guarda il viso del suo compagno di giochi. Poi scrolla il capo e si sfrega le gambe con le mani. Si alza e inizia a correre, per fermarsi solo davanti a un autosalone con vetture di lusso dalle silhouette allungate: la cancellata aperta scopre un tappeto di auto strette una contro l'altra. Un indiano pellerossa è in una limousine dagli interni neri.

L’indiano è il soggetto di una fantasia innocente e spericolata che entra nel nostro quotidiano; gli spazi dove compare sono tutto fuorché casuali.

La disposizione dei luoghi, però, è imprevedibile: quasi fossero le stanze ricollocate di un museo saltato in aria. Si concentrano in poche vie, sparpagliate all’interno del quartiere Isola, un perimetro e una realtà con cui i due organizzatori - insieme ad altri artisti, alcuni dei quali coinvolti in questa collettiva - si sono già confrontati.

L’esplosione di un ipotetico museo sembra essere anche la metafora per raccontare il nuovo approccio scelto per L’indiano in giardino. Annullata la figura del curatore, rimane soltanto la forza organizzativa unita alle opere degli undici artisti coinvolti che, in alcuni casi, lavorano insieme per la prima volta.

Manuela Ravasio


Orari di apertura
17:00 – 20:00

Sedi espositive, quartiere Isola, Milano
P.le Archinto – bar La Cantinetta
Via dal Verme, 2 – cavedio condominiale
Via Pollaiuolo, 8 – autorimessa Mariani
Via Lambertenghi, 25 – studio
P.za Minniti – edicola Ambrosini

Ringraziamo la partecipazione di Autoservizi Mariani, Bar La Cantinetta, Edicola Ambrosini, Falegnameria Clerici ed Insegne Longoni.



OPERE

Pedro Barateiro
Scavo archeologico (Piazzale Archinto, Isola, Milan), 2009
Dal 2 novembre uno scavo archeologico avrà corso nella zona designata.

Dafne Boggeri
LA NUOVA IDEA, 2009
ROCK, 2009
E’ un lavoro sulle tracce di alcuni luoghi del quartiere Isola che hanno caratterizzato la sotto-storia di questa città e che ora non esistono più. Spazi ai margini del reale, con identità profondamente diverse, che hanno dato vita a mini mitologie di riferimento, segnando percorsi paralleli allo sviluppo di tutto il resto. Il nome del primo spazio diventa manifesto astratto per una dichiarazione che forzatamente manda a capo la parola centrale. Mentre l’immagine dell’insegna al neon collocata fuori dal secondo luogo è inserita nel catalogo come appare serigrafata su una maglietta che ne ha celebrato la fine.

Marco Colombaioni
Masks, 2009
Maschere prodotte con materiali di scarto e di riciclo, di ispirazione africana (Rep. Dem. Congo). I modelli originali di queste nove maschere sono conservati presso il suggestivo Royal Museum for Central Africa in Tervuren (Belgio). Tutte le maschere sono indossabili.

Camilla Candida Donzella
x4, 2007 - 2009
Camilla Candida Donzella apre il suo spazio x4 dedicato alla presentazione e alla raccolta di pubblicazioni indipendenti.

Alessandro Di Giampietro
TAMAGOTCHI, 2009

Lucie Fontaine
Giornale Dov’era la notizia, n.3 Ottobre 2009; Senza titolo (insegna luminosa), 2009
Lucie Fontaine trova nel ripostiglio della ‘Insegne Longoni’ lettere avanzate, scartate, e difettate di vecchie insegne che, per caso, compongono il suo nome. Così decide di recuperarle e montarle sul tetto di una vecchia edicola, dove sarà anche disponibile il nuovo numero del suo giornale, Dov’era la notizia. Una fanzine realizzata da un gruppo di bambini e sulla quale Lucie Fontaine ogni mese tiene una rubrica. In questo numero interverranno gli artisti in mostra, come una sorta di catalogo temporaneo.

Francesco Fossati
Strumento imperfetto per tracciare arcobaleni, 2008
Il lavoro è il tentativo di dare una fisicità e una razionalità ad un elemento atmosferico che si genera solo in particolari situazioni, ed è percepibile solo da determinate posizioni. Uno strumento tecnico difficilmente utilizzabile in ambiti pratici, piuttosto un elemento ludico sotto raffinate spoglie, contraddette però dalla corda che lega le matite colorate e lo avvicina ad una dimensione di amatorialità, trattandosi quindi di un prototipo.

Matteo Rubbi
Giochi da tavolo, 2009
Giochi da tavolo, sono una serie di giochi mai pubblicati o scomparsi completamente dal commercio.
Di questi giochi, come del loro autore, non rimane alcuna traccia se non il progetto e le regole, contenuti nel brevetto originale, e sono solitamente sprovvisti di titolo. Ho costruito alcuni di questi giochi seguendo le istruzioni dell’inventore. Questi giochi, risalenti a più di cent’anni fa, portano ora il nome del loro rispettivo autore e sono a disposizione di chi volesse giocarvi, completi di regole e pedine.

Manuel Scano
Disegno ottenuto con movimento di ventilatore con testa oscillante collegata a vela di plastica #3, 2007; Senza titolo, 2007; Senza titolo, 2007; Senza titolo, 2009
Usare la tecnologia in modo strumentale, quasi primitivo, dove un ventilatore diventa un espediente per moltiplicare segni, come mille gatti che si fanno le unghie in meno di 2 metri quadri.

Manuel Scano e Mauro Vignando
LW261, 2009
Il videodocumentario LW261 dimostra come sia possibile attraverso un’autoradio riscontrare un forte rumore elettromagnetico presente nei cavi dell’alta e della media tensione. L’indagine è stata effettuata a bordo di un auto, con radio a frequenza LW261, lungo un breve tratto della tangenziale est di Milano.

Mauro Vignando
Senza titolo, 2008
Dal 2000, per quattro anni, l’artista ha abitato all’interno di un edificio costruito su quattro piani con un appartamento per piano. Il vano scale è stato riprodotto con il proposito di creare un monolite, dallo stile
minimalista, per un’opera da esterno.L’acqua piovana avrebbe provocato alghe e muschio sul fondo e sui gradini.

Zhou Tao
Chicken speak to duck, pig speak to dog, video, 2005
Questo video è stato in parte realizzato in campagna, con la collaborazione di diversi contadini suburbani, i quali hanno in comune l’aver allevato pollame e la capacità di imitare i suoi versi.

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