LittleItaly Artgallery
Milano
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Gerovital, l'arte della giovinezza
dal 23/5/2007 al 17/7/2007

Segnalato da

Valentina Tosoni




 
calendario eventi  :: 




23/5/2007

Gerovital, l'arte della giovinezza

LittleItaly Artgallery, Milano

4 artisti rumeni. Anca Benera ha uno stile orientaleggiante, Irina Botea ritrae parenti o amici ingabbiandoli in una struttura classica ammorbidita da macchie di colore, Suzana Dan fa uso di modi espressivi tipici della cultura popolare, mentre i lavori di Dumitru Gorzo sono caratterizzati dall'uso di colore violenti.


comunicato stampa

Collettiva

A cura di: Valentina Tosoni

Dal 24 maggio LittleItaly Artgallery, nuovo show space milanese, presenta le opere di Anca Benera, Irina Botea, Suzana Dan e Dumitru Gorzo, quattro giovani artisti della Romania.

La scelta è avvenuta dopo un interessante incontro all'ultima edizione di Arte Fiera a Bologna con uno di questi artisti, Dumitru Gorzo, i cui lavori trasmettono un grande senso di libertà espressiva.

Come racconta Valentina Tosoni, curatrice della mostra, …"incuriosita, sull'onda dell'attualità ho pensato di allargare lo sguardo sul panorama artistico della generazione post comunista dell'ultimo paese entrato nella comunità europea e la sorpresa è stata molto piacevole. Forse la conoscenza diretta aiuta ad allontanare i pregiudizi. Vedremo."

Anca Benera è la più giovane del gruppo. Non nasconde fascinazioni nipponico-orientaleggianti, ma il suo stile è lontano dai manga. Ritrae visi di fanciulle con occhi a mandorla, ma gli occhi sono spesso raddoppiati alla Buzzati, fino ad arrivare a spiazzamenti surrealisti.

Irina Botea ha un curriculum di tutto rispetto, che l'ha portata da due anni ad insegnare al "The Art intitute of Chicago". Pur essendo molto giovane ha già attraversato dei periodi espressivi molto diversi tra loro. Affascinata da un tipo di pittura tradizionale, affronta ritratti di parenti o amici ingabbiandoli in una struttura classica che ammorbidisce con macchie di colore lasciando spesso del non finito. Viceversa ama anche un immaginario cartoon popolato di personaggi inventati realizzati con precise campiture a spruzzo.

Suzana Dan già molto apprezzata in Romania e non solo, è spesso invitata ad esporre in fiere internazionali. Nelle sue tele fa uso di immagini e modi espressivi tipici della cultura popolare, come i fumetti, la pubblicità e un certo immaginario cinematografico. Mozza teste a super eroi e insieme anche ai nani di Bianca Neve. Il suo è un mondo delicato in apparenza dove il rosa è la tinta che prevale, ma nei dettagli emergono sottili perversioni e una voglia sfrenata di giocare con le rotondità della carne e lo smarrimento animale.

Dumitru Gorzo è l'artista giovane contemporaneo più apprezzato e famoso ora in Romania e di recente ha tenuto una personale al Museo d'Arte Contemporanea di Bucarest. Decisamente figurativo, i suoi lavori caratterizzati da un segno espressionista e da un uso del colore al limite dell'invadenza, rappresentano spesso la rivisitazione di iconografie prese in prestito dal mondo rurale: possenti contadine abbigliate con costumi tradizionali campeggiano su sfondi fosforescenti, con in mano giganteschi maceti, ciclopici trattori attraversano città minuscole sospese in cieli rosa fuxia.

LittleItaly Artgallery è una nuova galleria di arte contemporanea. Nasce con l'intenzione di organizzare esibizioni che sappiano mostrare realtà artistiche innovative, senza limitazioni di genere, confine e linguaggio. L'importante è che abbiano la forza di parlare a tutti e che sappiamo creare un vincolo d'intimità. Sarà differente da una galleria standard con solo i quadri appesi alle pareti, cercherà d'essere un vero show space in cui arte, grafica, design e moda si incontrano, in cui la musica sarà sempre un'ospite gradita.

LittleItaly Artgallery intende essere anche un luogo di sperimentazione e ideazione, attivo oltre lo spazio della propria sede e pronto ad accogliere gli stimoli che provengano anche da altri ambienti culturali. Il nome riecheggia il famoso quartiere newyorchese e rispecchia la natura dello spazio fisico, piccolo, ma ne rivendica la volontà di ambire a derive internazionali.

La giovinezza è quel periodo che comunemente va dall'adolescenza alla virilità, c'è chi la definisce la prima età dell'uomo. Quegli anni in cui tutto funziona al meglio dalla mente, al corpo, al cuore. Quel transito in cui l'energia è in abbondanza, a volte straborda tanto che l'eccesso e l'esuberanza sono i tratti più riconoscibili di quell'età. E' così da sempre, insito nella natura dell'uomo, come da sempre chi è con gli anni più in là desidera poter riavere la forza e la vitalità di quel tempo.

Non è proprio con l'intenzione di ridare giovinezza che la dott. Ana Asnal è arrivata alla formula del GEROVITAL, ma è ciò a cui è approdata. Tutto ha inizio dalla procaina che fu scoperta nel 1905, un ottimo anestetico comunemente usato negli studi dentistici, che non aveva destato nessun particolare interesse fino a quando nei tardi anni '40 la dott. Ana Aslan dell'istituto nazionale di geriatria a Bucarest decise di sperimentarla iniettandola, quale rimedio ai dolori artritici, nelle giunture dei pazienti più anziani.

L'esperimento si dimostrò un successo diminuendo i dolori e aumentando la mobilità e in più procurò degli effetti inaspettati migliorando oltre allo stato fisico dei pazienti, anche quello mentale. Ana Aslan era un ricercatore scientifico troppo esperto per ignorare tali fenomeni e immediatamente organizzò un programma di controllo per studiare questi "effetti collaterali" nella sua formula Gerovital (GH3), nella quale alla procraina, aggiunse metabisulfito di potassio e fosfato disodico. Ottenne i risultati sperati, gli "effetti collaterali" vennero conosciuti e la leggenda di Bucarest, fonte di giovinezza, ebbe inizio.

La prova vivente dell'efficacia fu la stessa scopritrice, morta nel 1988, alla bella età di novant'anni ancora lucida e attiva. Così la sua clinica di Otopeni ebbe l'onore di ospitare nomi illustri come Charles de Gaulle, Conrad Adenauer, Charlie Chaplin, Marlene Dietrich e Paul Getty. Altre ricerche successive della comunità scientifica, dimostrarono l'inefficacia del prodotto, ma come si diceva la leggenda continua.

Per l'artista l'energia creativa non ha a che fare con l'età. C'è chi ha saputo arrivare ad eccezionali intuizioni in età decisamente avanzate dando il meglio di sé anche negli ultimi lavori. Basti pensare a Michelangelo e alla storia della Pietà Rondadini, che fu iniziata nel 1552 quando aveva 77 anni e fu ripresa negli ultimi anni della sua vita, sino la vigilia della sua morte nel 1564.

L'opera porta con sé le tracce della lotta appassionata con la materia e del rivoluzionario non-finito, che esprimono la grinta di chi fino alla fine ha energia mentale e fisica da vendere. Ma nell'eccezionalità di uno dei più grandi artisti di sempre si rispecchia solo in parte il percorso dell'arte europea più recente. Se si allarga la lente di ingrandimento, perdendo di vista le singole personalità, ci appare il fragile percorso dell'arte attuale con le sue mille direzioni e sfaccettature, che attraversando situazioni storiche strazianti o viceversa periodi di opulenza e pseudo tranquillità ha dimostrato spesso quel senso di straniamento dal resto dei linguaggi creativi della contemporaneità, da sembrare di aver bisogno di un po' di Gerovital.

In queste innumerevoli diramazioni è giusto però enucleare chi di fatto, se non altro perché di giovane età, si distingue per un' impeto misto di ingenuo e sperimentazione che lo porta a produrre oggetti artistici con ancora quella patina di aspettativa e sincerità. Spesso sono coloro che sul mercato si sono appena affacciati, non che ciò sia per forza meritevole d'attenzione, ma nella ricerca di affermazione del loro talento, non ancora del tutto provato, hanno il coraggio di lavorare in estrema libertà senza ancorarsi a sistemi o vie sicure.

Ne incontri pochi girando per fiere d'arte, mercati, mostre, gallerie e mosce Biennali, ma li riconosci a prima vista perché ti catturano con un calore visivo intriso di freschezza e allegra vivacità. E' successo percorrendo gli stand dell'Europa dell'Est, all' Artefiera di Bologna, targata 2007. Uno strano effetto generale che aumentava avvicinandomi ad alcuni quadri in particolare. Erano di artisti di Bucarest, tutti giovani. Un vero e proprio laboratorio del futuro europeo, il GH3 per la contemporaneità, in cui è chiaro che i conflitti tra tempi storici diversi e risorse differenti coesistono all'interno della fase di passaggio da una condizione di ''welfare'' al sistema neo-liberista, un periodo iniziato diciotto anni fa con la caduta del blocco dell'Est europeo e in cui l'importanza degli eventi dell'89 appare fortemente ridotta e lontana, ora che sono entrati nella Comunità Europea.

Il fascino della pittura di Anca, Dumitro, Irina e Suzana, carica di tensione esplorativa, sta nel superamento della ricerca di quel riscatto, più marcato forse nelle generazioni a loro precedenti, dovuto a chi ha vissuto quel lungo periodo di anestesia imposta dalla paura e dalla povertà. Loro si muovono con estrema sicurezza non dimenticando, ma con la consapevolezza che a loro è toccato il momento giusto, quella ritrovata giovinezza epocale, che permette di assaporare il cambiamento in tutte le sue pieghe di incertezze e potenzialità. Questo emerge nei coloratissimi quadri di Suzana, dove un'iconografia classica legata alla tradizione folcloristica rumena, si intreccia con estrema morbidezza a mondi fantastici, quasi fiabeschi che invitano ad entrare in una dimensione astratta della realtà.

I contadini di Dumitru ti guardano dritto negli occhi, come se volessero loro capire tu chi sei, mentre i suoi angeli-diavoli o le sue mastodontiche donne col cazzo, mandano evidenti segnali di ammiccante maliziosità. La stessa intesità di sguardi la propongono le ragazze orientali dei lavori di Anca, l'artista che più di tutti indaga l'identità dell'essere al di là dell'appartenenza geografica come a voler provare che la gente è uguale da per tutto e sono le condizioni esterne a dettare le differenze. Irina del passato esplora la dimensione intima e personale, mostrando quelle coordinate comuni alla storia di ogni nucleo famigliare.

La loro città, Bucarest, è il paradigma della crisi e del riscatto, dove a fianco di splendidi palazzi ottocenteschi in cui si mischiano influssi europei, suggestioni orientali e balcaniche, si snodano lunghe file di edifici razionalisti grigi, squadrati e malridotti, che raccontano la dimensione antropologica di una città all'intersezione tra identità europea, diaspora ebraica, folclore gypsy ed estetica stalinista. In Romania si sta iniziando a lavorare adesso sulla memoria. Infrangendo qualche tabù. Lo scorso anno, una mostra non storica ma artistica, dedicata a Ceausescu ha rotto il primo: parlare della dittatura.

Circa 500 oggetti di cui 160 dipinti, divisi per motivo ispiratore, il presidente operaio, le visite al popolo, tele con contesto quasi religioso, con immagini di Nicolae, della moglie Helena e dei loro i pargoli. Caduto nell'89, sommariamente giudicato e rapidamente giustiziato con la consorte, Ceausescu è ancora vivo nella memoria collettiva, anche se per molti versi resta ancora un argomento tutto da sviscerare e che crea ancora imbarazzi. La mostra è stata allestita al museo di Arte Contemporanea di Bucarest, che si trova in un'ala della grandiosa ed esagerata costruzione denominata "Casa del Popolo", ora sede del Parlamento e di tutti i ministeri, che Ceausescu aveva voluto per celebrare se stesso.

Emblematico che proprio lì in quel palazzone, secondo solo al Pentagono come dimensioni, ci sia la sede di una delle più pulsanti e vitali realtà museali rumena il Mac, dove l'arte proposta sembra non avere ancora un sapore stantio ed elitario. E strano che proprio un anestetico sia alla base del Gerovital, l'elisir di giovinezza della dott. Asnal.

LittleItaly Artgallery
Via Voghera 25 - Milano
Ingresso gratuito

IN ARCHIVIO [8]
Roberta Savelli
dal 25/11/2008 al 22/12/2008

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