Attraversare le contingenze allargando le prospettive

16/10/2009
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Re: Facciamo l'Appello


L'appello rivolto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e pubblicato su UnDo.Net ha raccolto moltissime firme.
Vi proponiamo l'elenco aggiornato di chi l'ha sottoscritto ed anche molti dei commenti che abbiamo ricevuto.
Intendiamo così tenere viva questa iniziativa indipendente che riunisce persone di diverse generazioni con obiettivi e ruoli differenti, ma nata dall'urgenza comune di tornare a parlare di cultura e non più e solo delle strategie della cultura.
Artisti, curatori, fondazioni, spazi non profit, ricercatori, operatori culturali e liberi cittadini hanno deciso di firmare il documento per prendere parola e sottolineare la necessità di aprire un dibattito in merito alle politiche culturali in un Paese che ha bisogno, più di altri, di pensare la cultura come strumento di democrazia, come patrimonio collettivo e diritto di tutti; in particolare per le nuove generazioni.



Il testo dell'appello e l'ambito in cui è nato …

… e da cosa ha preso il via, secondo Rita Correddu e Alice Militello dell'Associazione artepubblica di Bologna


Qui, in ordine alfabetico, tutte le firme ricevute fino a venerdi 16 ottobre:


L'appello è sempre aperto al vostro contributo e ogni 200 firme raccolte verrà rispedito al Presidente Napolitano.

Come firmare:
inviate una email a: appelloalPresidente@undo.net con il soggetto: "sottoscrivo"
indicando il vostro nome e cognome, ruolo o carica, ente di riferimento, città.


Commenti e repliche ricevute:

Silvia Redente, studentessa, iscritta al primo anno di dottorato in Estetica e teoria delle arti dell'università di Palermo, Cosenza
Vorrei sottolineare come l'arte in Italia, a prescindere dal luogo nel quale si sviluppa un progetto, sia considerata spesso come una sorta di hobby e sia vista come secondaria anche a livello curriculare. Le esperienze e le capacità nel campo delle arti figurative sono spesso considerate "altre" rispetto al percorso di lavoro e di esperienza, come per esempio si configura nel modello europeo del curriculum vitae nel quale la preminenza è data sempre agli studi accademici. Spesso l'arte nasce tra i meno abbienti, coloro che soprattuto al sud d'Italia ancora non possono permettersi di studiare all'università. Sono molti anche gli studenti scoraggiati a proseguire gli studi dallo stato stesso delle cose, a causa di chi annuisce di fronte alle ambiguità del mondo dello spettacolo e preferisce vedere una ragazza nuda sulla copertina di una rivista piuttosto che incoraggiare allo studio dell'arte, facendo sembrare che il bello si trovi nello sfruttamento dei corpi. La volontà di lavorare dietro le quinte per far emergere le qualità delle opere d'arte, degli oggetti che gli artisti creano come i dipinti, le sculture e le opere duttili o monumentali spesso non trova spazio nel modo del lavoro. Le potenzialità dell'arte come momento di confronto e di riunione sociale rimangono utopie per i più, mentre si concentra la forza decisionale nelle mani delle grandi aziende sempre meno genuine e meno attente alle vere esigenze dei cittadini fruitori d'arte e degli artisti che tentano di dare il proprio contributo alla crescita della coscienza culturale.

Vincenzo Pennacchi, artista, Velletri (Roma)
E' auspicabile una maggiore sensibilità ed investimenti da parte delle Istituzioni a favore dell'arte contemporanea. La profonda crisi della società è da ascrivere ad una crisi di identità culturale. L'arte contemporanea può contribuire a sensibilizzare le nuove generazioni ed indicare loro come il nostro fulgido passato potrebbe ancora essere non solo recuperato ma anche attualizzato.

Clementina Crocco, docente materie artistiche presso la Sms Merliano-Tansillo, Nola (NA)
Il nostro patrimonio artistico potrebbe diventare una fonte inesauribile di lavoro.
La scuola dovrebbe dare maggiore spazio all'educazione del gusto e del senso estetico e alla sensibilizzazione dei problemi legati alla protezione, tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico-culturale del nostro paese, partendo da quello del territorio di appartenenza. Oggi si fa ancora poco anche come nuove strategie didattiche ; considerando le potenzialità dei giovani a livello informatico, le scuole dovrebbero essere attrezzate di strumenti tecnologici in maniera da soddisfare il 100% degli studenti ( è ridicolo che in una scuola di 800 alunni ci siano solo 3 LIM e un'aula di informatica con 10 pc!)

Adina Pugliese, artista, operatrice culturale, Atessa (Chieti)
Mi occupo di arte sociale e riqualificazione territoriale con i linguaggi dell’arte contemporanea, cercando da sempre di far dialogare pubblico e privato. Lo sviluppo del mio lavoro negli anni si è concentrato nella zona Nucleo Industriale Val di Sangro Chieti.
Gli interventi specifici che vado a individuare si applicano generalmente su un territorio con degrado ambientale e o urbanistico dove spesso si riscontra anche un disagio nei rapporti sociali. Le azioni con il coinvolgimento di altri artisti agiscono così da stimolo
alla crescita e al confronto culturale e sociale dei territori interessati. Per fare questo sul territorio abruzzese, seguo attività collaterali legate all'artigianato artistico e alla didattica.
Se, tutto il mio fare in questi anni è stata una lotta sul campo, con piccole e interessanti soddisfazioni, negli ultimi tempi l'unica speranza di sopravvivere culturalmente ed anche economicamente è rappresentata dal fuggire da questi posti. La cronaca racconta. Ma viverci quì è ancora altro. Ancor di più quando per chi come me di questa terra conosce i dettagli e i soggetti.

Roberta Fantuzzi, insegnante e presidente dell'Associazione culturale Carambola, Macerata
Sostengo fortemente l'esigenza di uscire dal vortice delle strategie della cultura e della sua mercificazione in ogni suo settore, compreso e fortemente evidentemente, quello dell'arte.
La chiusura che i circuiti "abilitati" stanno operando è visibile e quasi tangibile a livello locale e nazionale, togliendo respiro e potenzialità all'espressione vera e diretta di cui ci stiamo privando e impoverendo in ogni forma artistica-culturale.

Eugenio Mombelli, pittore e scultore, San Zeno Naviglio (Brescia)
Penso che sia importante per un Paese che si ritenga Sviluppato, porre attenzione a tutto il mondo dell'Arte in tutte le sue sfaccettature, un Paese come il nostro in passato era un faro per tutte le civiltà.

Antonella Colaninno, Presidente dell'Associazione Culturale "Novart", critico d'arte e curatrice, Acquaviva delle Fonti (BA)
Mi associo con grande gioia a questa iniziativa di sensibilizzazione della cultura e del territorio quali valori identitari di appartenenza. Riqualificare il paesaggio anche come testimonianza storica e artistica significa riscoprire le nostre radici, il nostro passato, educare a valori di democrazia e di rispetto. L'arte rappresenta la più alta forma di democrazia e racconta la storia del mondo, il pensiero dell'uomo, la filosofia delle religioni, la politica e il costume delle società. Riqualificare il settore dei beni culturali anche nei suoi istituti, e adottare politiche culturali che aiutino lo sviluppo delle nostre risorse credo sia un atto di dovere delle istituzioni verso il nostro paese che rappresenta il più grande contenitore storico artistico al mondo.
Sono certa che lei, Signor Presidente e voi Ministri ascolterete le nostre voci che parlano in favore di un bene pubblico che appartiene alla storia, alla collettività e ai nostri figli.

Prof. Edoardo Malagigi is the responsible of all International Relations and the legal representative of the Erasmus Program to Accademia di Belle Arti di Firenze.
E' assolutamente mostruoso che stiano costruendo la nozione di cultura come gioco di piazza, gioco catodico e sportivo televisivo, consumo generico di prodotti, mostruoso, non ci sono parole altre.

Francesca Neerman, Ufficio Stampa, Roma
La cultura, abbinata al Turismo, nel nostro Paese sarebbe soprattutto fonte di ricchezza

Silvana Gatta, cittadina, Corsico (MI)
Sottoscrivo con forza e convinzione questo appello; la cultura ci salva dalle guerre! La parola, la conoscenza, la cultura rendono liberi e libere!

Maddalena Rocco, artista, Milano
Opero da 30anni nell'ambito della gioielleria, ho da poco una mia piccola linea di gioielli... perchè sento l'urgenza di creare all'interno di questo settore così mercificato uno spazio espressivo che percorra, all'inverso, una strada più legata all'arte. Sento che nel nostro paese mancano gli spazi culturali per chi, come me, intrapprende discorsi controcorrente legati anche ad una valenza artistica, senza parlare delle eccellenze artigiane.....
Sottoscrivo questo appello, ringraziando chi se ne fa promotore, perchè vorrei tanto che nel nostro meraviglioso paese, ci fosse il terreno fertile per una ricerca libera da condizionamenti del mercato, della stretta cerchia dei mecenati, collezionisti, e che lo Stato sia il giusto sostegno all'ingegno degli operatori artistici.
Confidando nel senso della dignità e giustizia del nostro Presidente, mi appello.

Federica Santoro, artista nell'ambito dello spettacolo dal vivo, regista e attrice nella compagnia teatrale Fattore K., Roma
Ahimè non ho più parole, vedo quello che succede e non ci sono che brecce per gli affaristi. La legge del si salvi chi può insomma

Cristina Nisticò, artista, Roma
Cosa dire. Una grande tristezza e un senso profondo di desolazione e mediocrità. Chi viaggia per il mondo, chi è nato purtroppo e per fortuna con un acuto, indisponente, irriverente senso critico, chi ha acquisito una cultura pratica e storico-artistica internazionale in decenni di studio "matto e disperatissimo", non può restare passivo davanti allo sfacelo dell'arte e della cultura di cui questo paese è causa ed effetto allo stesso tempo. Vediamo ovunque mediocrità, superficialità sterile, nepotismo feudale, ignoranza e bassezza, provincialismo e, per vivere l'arte, per prendere una boccata d'aria bisogna andare lontano, via da tutto questo, via dai raccomandati in carriera che non hanno competenze, che non hanno amore per l'arte. Le perle dell'Italia cercano ancora di brillare nel fango con grande fatica. Perchè l'arte è dolore e estasi, è paura e solitudine, è rabbia e condivisione, sofferenza, azione e meditazione, sacrificio e gioia, a volte, gioia infinita, soddisfazione e ricerca, ricerca di sè e degli altri. Confronto. Non è di certo quello che viene proposto in manifestazioni che dovrebbero essere lo specchio del meglio che il nostro paese può offrire. Non è un gioco per adulti benestanti, non è un pezzo di arredamento per i ricchi ignoranti e presuntuosi. E' tutta la mia vita, a volte è una maledizione ma è tutto quello che ho e che cerco, che voglio a tutti i costi. Arte. (Scritto e non letto)

Giorgio Crisafi, artista, regista e attore, Roma
Sottoscrivo questo appello con piacere e vera partecipazione. Spero che a qualcosa serva anche se inviato alle istituzioni che oggi con questo governo rappresentano in Italia l'ignoranza e il disprezzo per la cultura. Spero che serva a farli vergognare almeno un poco.

Enza Clapis, artista e insegnante di scuola superiore ad indirizzo artistico, Seregno (MB)
È scandaloso come in Italia non si riesca ad avere un confronto reale e aperto fra la cultura e le varie istituzioni pubbliche, queste, invece di promuovere le nuove iniziative, si arroccano su posizioni obsolete e aculturali, con mostre patrocinate dai comuni, che di artistico non hanno nulla. Assessori alla cultura che non distinguono Monet da Michelangelo, che non hanno mai visitato una mostra, che non si interessano minimamente della situazione contemporanea ma ricoprono quella cariche per clientelismi e amicizie. Questo degrada la storia artistica italiana e non aiuta di certo le nuove generazioni che non hanno nemmeno la possibilità di accedere alla cultura, men che meno nell’ambito scolastico dove la priorità non è certo della cultura e del pensiero critico, ma piuttosto di creare macchine non pensanti. Si auspica un dibattito su questo argomento perché la situazione, se dovesse ulteriormente degenerare, farebbe dell’Italia lo zimbello di paesi che inizialmente reputavano il nostro paese come la culla dell’arte.

Salvatore Romano, artista, Campi Bisenzio (FI)
"sottoscrivo" il bisogno di un grande recupero di Cultura in ogni ambito, dai Media a tutte le forme artistiche e letterarie, nonchè l'istruzione e la ricerca scientifica.

Marco Colombaioni, artista, Milano
Il ministero dell’istruzione e quello delle attività culturali non sono ministeri secondari alla crescita di un paese: noi oggi stiamo pericolosamente naufragando.

Marinella Galletti, artista e docente di Disegno e Storia dell'arte, Cento (FE)
...non vorrei che la Gelmini intervenisse anche qui ritenendo di dover "tagliare ancora"...
Lo sapete che ha previsto di dimezzare l'insegnamento di Storia dell'arte e di Disegno e storia dell'arte nei Licei non artistici.. cancellato l'insegnamento della materia in alcuni Istituti tecnici e professionali ...ridotto l'insegnamento anche nei Licei Artistici e che spariranno gli Istituti d'Arte?
Sono ben d'accordo sul fatto che in questo paese sia indispensabile percorrere nuove strade per sanarlo dalla corruzione dei tanti e dalla non lungimiranza di chi ci governa!

Angelina Sepe, artista, Chieri (TO)
Ritengo opportuno questo appello, in nome della trasparenza e della correttezza, che devono necessariamente essere il tessuto connettivo, per la comprensione e la diffusione a tutti i livelli dell'Arte, senza nascondimenti e/o clientelismi, che nulla hanno a spartire, con il diritto alla condivisione culturale del patrimonio della Conoscenza, vero e unico Progresso dell'Umanità.

Luisa Bergamini, artista, Bologna
Sottoscrivo il testo della lettera inviata al Presidente della Repubblica Napolitano e auspico un maggiore interessamento, da parte degli Organi preposti, all'Arte Italiana e allo sforzo impegnato da noi Artisti nella ricerca e attuazione di sempre nuove strade, percorse nel tentativo di adeguare i frutti del nostro pensiero al momento storico in cui siamo calati.

Massimiliano Liverani, musicista, presidente Associazione culturale Officine C.R.O.M.A.(Centro Ricerche Olistiche Musica Arte), Firenze
Sono assolutamente d'accordo per prendere finalmente in mano le sorti culturali di questo paese che in altri momenti della storia ha fornito Genio e Genialità all'umanità intera ma che in questo periodo sta cedendo il passo alla barbarie e all'indifferenza.
Ma c'è ancora tanto cervello e tanta umanità nascosta facciamola emergere ed esprimere fornendole i mezzi per poterlo fare prima che sia veramente troppo tardi e non si riesca a tenere il passo con le altre realtà del mondo.

Arnaldo Resse, artista, docente Istituto d'Arte, Roma
L'indipendenza dell'arte da chi ? ? ?... Soprattutto dagli intrighi e dai repellenti interessi dei soliti " mercenari" della
politica e della cultura. Io, per mio conto, ho pagato duramente non essermi messo nelle (anni ' 50 - ' 60...) file dei "questuanti" che intasavano le sedi del PCI o alle "corti" di ambigui (per non dire altro ) critici e galleristi. Chi ha operato artisticamente, da quei periodi in poi, ha avuto due opzioni per operare nei vari "campi" dell'arte: 1 - sottomettersi a "quello stato di cose" 2 - operare liberamente con le ristrettezze, le limitazioni e l'isolamento che questa difficile sceltacomportava.
Io sono fiero di aver optato per la soluzione 2. Ho fiducia in una riscossa libertaria dello "scenario artistico" italiano ...e l'intervento autorevole del Presidente Napolitano sicuramente darà un decisivo impulso a questo rinnovamento.

Silvio Franzini artista e docente presso il Conservatorio di Piacenza
Per l'esigenza comune di tornare a parlare di cultura (e non solo di strategie della cultura o di tecnicismi), nei Conservatori, nelle Accademie e in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Cinzia Muscolino, artista e attrice, Compagnia Teatrale Pubblico Incanto, Pagliara (ME)
Il territorio a cui appartengo e che ho scelto, mai come adesso è pronto, come la sua gente, a costruire un percorso, Sociale, Culturale e Politico nuovo e libero. Un percorso che sia l'unico vero Ponte fra noi e il resto dell'Italia.

Valeria Mariotti, artista e poeta, Roma
Noi che ci dedichiamo all'arte e alla cultura, invece di essere sostenuti, siamo diventati finanziatori di esose Gallerie, Case Editrici e pseudo Associazioni Culturali

Ambra Biscuso, operatore culturale, Lecce
L'esser poeti non è un vanto.
È solo un vizio di natura.
Un peso che s'ingroppa con paura
(Eugenio Montale)

Luisa Bazzanella Dal Piaz, storica dell'arte e curatrice, Padova
Sottoscrivo l'appello per le difficoltà che incontrano specie i giovani artisti, nessun assegno di base come per tutti i giovani, rarissime borse di studio, rarissimi premi, rarissimi contributi locali per iniziative o proposte o progetti artistici, anzi direi nessuna disponibilità a condividere con loro dei modelli credibili e vie da percorrere.

Giovanni Battista Argenziano, Presidente Associazione Culturale Polvere di Luna, Rivoli (TO)
La "Cultura" è l'unico strumento in grado di promuovere il "Confronto" come metodo per stimolare le "Opinioni" che devono essere, quando diverse, interpretate come spunto per la reciproca crescita e non come cause di sterile conflitto. La "Cultura del Confronto" è la strada per una Vera Democrazia

Pasquale Ferro, scrittore e Presidente del Circolo ARCI Gay Blu Angels, Napoli
Dateci la possibilità di collaborare con il Paese esprimendoci per i diritti civili delle donne, degli uomini e degli omosessuali

Ugo Cordasco, architetto, designer e artista, Sarno (SA)
Affinchè l'arte possa diventare un nutrimento indispensabile per i corpi e le menti di tutti e non solo per gli addetti ai lavori.

Eleonora Chiesa, artista, Genova
E' assolutamente necessario fare qualcosa seriamente: ripensare le risorse e l'assetto generale per la situazione culturale nella nostra nazione, come intellettuale e come cittadina sono molto preoccupata dall'attuale generale recesso della cultura media popolare.

Mirta De Simoni Lasta, artista, Volano (TN)
L' Italia è in declino per crisi di valori, politicamente, socialmente ed intellettualmente. La cultura e l'arte sono strumenti forti che aprono relazioni, conoscenze e dialogo fra tutti i popoli.

Antonella Colaninno, Presidente dell'Associazione Culturale Novart, critico d'Arte e Curatrice, Acquaviva delle Fonti (BA)
Mi associo con grande gioia a questa iniziativa di sensibilizzazione della cultura e del territorio quali valori identitari di appartenenza. Riqualificare il paesaggio anche come testimonianza storica e artistica significa riscoprire le nostre radici, il nostro passato, educare a valori di democrazia e di rispetto. L'arte rappresenta la più alta forma di democrazia e racconta la storia del mondo, il pensiero dell'uomo, la filosofia delle religioni, la politica e il costume delle società. Riqualificare il settore dei beni culturali anche nei suoi istituti, e adottare politiche culturali che aiutino lo sviluppo delle nostre risorse credo sia un atto di dovere delle istituzioni verso il nostro Paese che rappresenta il più grande contenitore storico artistico al mondo.
Sono certa che lei, Signor Presidente e voi Ministri ascolterete le nostre voci che parlano in favore di un bene pubblico che appartiene alla storia, alla collettività e ai nostri figli.

Susan Dutton, artista, Drizzona (CR)
Sono un artista di orgine USA che vive in Italia. Noi sottoscriviamo un apello a voi del governo per aggiornarvi in merito alla nostra precaria esistenza. Non siamo appogiate ne incoraggiate salve nel caso raro che diventiamo famosi, ma allora che senso ha? Se famosi, non abbiamo più bisogno! Vedete nei altri paesi come vieni condotto una politica che supporta l'arte in tutte le sue forme. Volete che Italia diventa un deserto culturale solo con personaggi create dalla tv che hanno perso ogni fiato di creatività e critica ?

Primo Pantoli, artista, ex docente Liceo Artistico di Cagliari
E' importante costruire un vero sistema democratico di organizzazione della cultura artistica in Italia. Perchè gli artisti sardi sono sempre ignorati e tagliati fuori da tutte le iniziative che partono immancabilmente dai centri di potere e ignorano ciò che si produce in Sardegna?

Giulio Crisanti, artista, direttore Museo d'Arte moderna Attilio Granata Fondazione Culturale Attilio Granata - Franco Braghieri, Imbersago (LC)
Nel condividere totalmente le motivazioni che hanno generato un tale appello, auspico che si possa veramente attivare un percorso di chiarezza per l'applicazione di normative già esistenti che vengono costantemente disattese, ma spero anche in un rinnovamento e di vedere incrementato l'impegno economico per aiutare l'Italia a risorgere almeno con il turismo culturale che riguarda l'unico patrimonio vero che abbiamo a disposizione.

Roberto Rizzo, artista, Milano
Credo che questo appello possa avere maggior efficacia se anche lo stesso mondo dell'arte contemporanea italiana sarà in grado davvero di mettersi in discussione.

Maria Spinelli, artista, Torino
Pregiatissimo Presidente, noi artisti ci siamo e voi? Fiduciosa che questi messaggi vengano accolti, per il bene dell'arte e affinché la cultura sia artistica e non solo televisiva e che la creatività italiana sia conservata e valorizzata come merita, ringrazio per l'attenzione

Vittorio Del Piano, artista, docente AA.BB.AA./MIUR-AFAM di Bari e dell'Atelier MediterraneArtePura, Taranto
Nota sulla polemica tra Jean Baudrillard e Alain Minc apparsa su Le Monde, sul "terrorismo dello spirito". Quale spirito dei tempi, moralismo e quali ideologie? Ma noi non facciamo "filosofia" ma arte & arte.
Il francese Jean Baudrillard, filosofo postmoderno, a molti studenti e ai miei allievi e a me più noto per i suoi saggi scritti sull'arte come, tra gli altri, "La Sparizione dell'Arte" e "L'altro visto da se" (dove sui mass-media fa un'originale critica) e perciò "simpatico" (oggi di meno) ora che Alain Minc, sensibile e attentissimo ai tempi che cambiano (ha delle "antenne" lunghe... ed è un'eccellentissimo consulente finanziario, noto in Francia) e con particolare sensibilità è molto più attento ai mass-media, ha voluto infilzare con una critica forte e sottile il suo connazionale filosofo, accusandolo di "terrorismo dello spirito" e nella tagliente replica su "Le Monde" dove lo segna per stigmatizzarne i ruoli i cui si pone da grande intellettuale profetico e prima di tutto perché preconizza da tempo la fine della specie umana e poi per le pose "postmodernistiche"e metaforiche antiamericane assunte, dopo i superattentati terroristici dell'11 settembre alla città di New York e allo stato della superpotenza USA.
La quale superpotenza, sostiene Baudrillard, è addirittura diventata complice della propria autodistruzione per aver raggiunto la perfezione e provocatoriamente sostiene ancora che, l'immaginazione terroristica, alberga in noi tutti (senza saperlo). Ancora ci sarebbe da notare dell'altro, ma per ragioni ovvie, non vado oltre, anche perchè Minc con i suoi "però" fa notare che Baudrillard mette le mani avanti quando sostiene che il terrorismo è immorale, però risponde alla globalizzazione che a sua volta è immorale e che, perché egli, lo fa risalire alle idee di Rousseau e di Condorcet (progresso morale e progresso civile, progresso economico e materiale).
Minc non lo infilza solo per questo, ma intelligentemente gli muove anche dure critiche perché Baudrillard ha dato nel suo intervento la "nota" di un'immagine apocalittica e irrazionale dell'autodissoluzione dell'Occidente e poi perché usa toni profetici e che abilmente ha messo su, il suo articolo, buono "per radical chic", proponendo pensieri di altri facendoli passare per "sue idee e pensieri originali", in conclusione per sostenere che, la guerra, la violenza, il terrorismo è il prodotto del capitalismo.
Definisce quel suo articolo un "concentrato di banalità" per altri concetti e per altri pensieri (forse) coi quali Braudillard sostiene che la vera vittoria del terrorismo, sembra che stia, nella reversibilità del nostro sistema di valori.
In tutti i modi Minc, da parte sua, da libero pensatore alla francese (non studioso di filosofia) e sensibilissimo ai mass-media non si è fatto passar la mosca sotto il naso senza sottrarsi ad affrontarlo su un tale terreno difficile (Minc è un illuminato consulente finanziario) e per niente intimidito dal noto studioso marxista e filosofo Baudrillard e che ha fama di provocatore intellettuale ma l'ha fatto a pezzi (o come si dice dalle nostre parti a "pezza"), su tutto il fronte.
Io da parte mia, non intendo entrare nel merito della questione, me ne guarderei bene, ma mi sono sentito preso e interessato dalla vis polemica elegante di Alain Minc e dal suo coraggio intellettuale e per l'acuminata e seria critica (anche di stile) mossa allo stimato intellettuale, suo connazionale e mi chiedo come mai sulla stampa italiana non si assiste a delle belle polemiche come questa dei due francesi?
Forse ché i nostri intellettuali, sono quasi tutti, sotto l'ombra della protezione di uomini della politica, di questa o quell'ideologia? Ma lo spirito dei tempi non ci fa sapere che stiano nell'epoca della decadenza delle ideologie? E qualè l'ideologia (debole o forte) che muove questi modi di "pensiero", quali sono le forze pure delle idee, gli interessi delle caste intellettuali nostrane?
La mia attenzione, è da tempo che la rivolgo più attentamente alla stampa e alla radio (alla carta stampata, ai programmi radiofonici condotti da bravi giornalisti, non sono intellettuali?, come per esempio, i validissimi giornalisti come Bea, Forbice, Gabriella Falcetti (nella primissima mattina dopo le sei) e dopo le nove, Vianello e qualche altro come: Broccoli e come quei due "bontemponi" intelligenti del primissimo pomeriggio, non più giovani ma ben affiatati, di fine e divertente ironia e poi ancora quelli della radio notturna e anche qualche altro dell'attuale programma de "La notte dei misteri", di "Due di notte", della Rai e pochi altri d'alcune radio private), in quanto in televisione è solo "scocciante" e irrilevante, specialmente quando deve far capire qualcosa, mentre l'attualità e l'informazione - a mio parere - corre su altri fili, uno potente è quello d'internet e un'altra inimitabile è quello del giornale "locale" non meno d'alcune testate "nazionali" noti e citati sempre, anche per le importanze dei temi e delle belle e leggendarie polemiche, d'alto livello culturale, autentici pezzi di notevole qualità giornalistica e letteraria.
Come ho già detto, da tempo vado constatando che, su questo piano, c'è una sorta d'impoverimento, pensare che ciò si deve anche a certi interventi che limitano certe nostre libertà di espressione come per esempio con la satira... E non mi riferisco solo al caso del bravissimo vignettista-giornalista Forattini.
Quali sono le contraddizioni, quali le ragioni? Non sto a spiegare i vari meccanismi dell'informazione e della comunicazione, dei suoi mezzi, strumenti, canali, o i motivi che le fanno far un certo "uso e abuso" in certi "momenti televisivi".
Ogni strumento comunicativo, anche come la "polemica" che, per essere interessante, fresca, veramente viva, intelligente, ironica richiede proprio come media la stampa, il giornale quotidiano, perchè nel mezzo sono insite quelle arti e quelle tecniche estetiche e linguistiche specifiche della comunicazione che, se fatta ad arte, richiede anche una certa "regia" di qualità del "giornale" e anche quella certa vis polemica dell'autore. Il tutto non è certamente filosofia.
Noi "mediterranei" siamo polemici per natura, noi europei abbiamo una gran tradizione culturale alle nostre spalle e i nostri cugini francesi lo sanno bene, e tutti noi dell'antica Europa possiamo utilizzare più "attrezzi" nel campo culturale per l'enorme storia e tradizione che abbiamo addosso, non solo dentro il nostro "dna". La superpotenza americana nel mondo, non ha questa forza, e credo che quando si potrà fondere l'arte orientale e il pensiero filosofico orientale con l'arte occidentale e il pensiero filosofico occidentale potrà nascere una nuova civiltà. E l'Europa solo sul piano culturale può competere con l'America domani, questa è la nostra forza e di questa dobbiamo servircene tutti ed esserne custodi, depositari e protagonisti e avere il coraggio così, di voler cambiare il mondo.
Le civiltà sono complesse, e tutto va visto con spirito moderno e sperimentale nelle culture dal Mediterraneo all'Asia, dall'Europa alle Americhe, nel mondo intero.
Ma noi di "MediterraneArte-Pura", non facciamo "filosofia", ma facciamo arte & arte e io che intimamente sono legato al mare (pur avendo volato in aereo e in elicottero), preferisco sempre navigare per il nostro "Mediterraneo" e per il mio "Mar Piccolo", libero.
Senza fare crociere (nell'Atlantico), né crociate né guerre ("sante" o "diaboliche"), ma poter fare arte-pura e semmai, anche qualche comunic/azione-polemica dopo una bella passeggiata lungo un fiume, sulle sponde di un lago, in riva al mare o nei presi di casa mia, in Via "Lago di Como".

Gianni Pozzi, docente Accademia di Belle Arti, Firenze; Claudio Cravero, curatore PAV - Parco Arte Vivente, Torino; Donatella Galasso, operatrice culturale PAV - Parco Arte Vivente, Torino; Gianluca Cosmacini, architetto paesaggista PAV - Parco Arte Vivente, Torino
Carissimi,
il Parco Arte Vivente intende condividere con voi la risposta alle uscite sui quotidiani torinesi del 24 settembre scorso, replica che per altro non è stata pubblicata e della quale nessuna redazione sino ad ora ha tenuto conto.
Il PAV – Parco Arte Vivente è un centro sperimentale attivo per l'arte contemporanea della Città di Torino, sito su un'area precedentemente occupata da una fabbrica e per molti anni in stato di abbandono.
Inaugurato nel novembre dello scorso anno a seguito di un'attenta opera di riqualificazione urbana e ambientale, avviata dalla donazione dell'opera d'arte "Tréfle" e realizzata grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, il PAV è un centro di divulgazione sul territorio di principi e tematiche attuali quali l'ecologia e la tutela del paesaggio. Le attività del Museo, oltre all'organizzazione di mostre d'arte specialistiche e di ricerca sul "vivente", si indirizzano anche a laboratori didattici ed educativi che, con il coinvolgimento degli artisti, riscontrano una sempre maggiore partecipazione di pubblico adulto e con diverse abilità.
La costante crescita di visitatori, basata più che altro sul "passa parola", e il favorevole riscontro del pubblico gratificano chi questo Museo l'ha fortemente voluto e chi ci lavora con passione.
Anche la Commissione Cultura della Città di Torino, dopo la visita al Parco Arte Vivente (20/03/09), espresse un giudizio complessivamente molto positivo sulla struttura e sull'organizzazione. Questo è il PAV. Ma le polemiche di questi giorni, basate su supposizioni che nulla hanno a che vedere con i rendiconti documentali già a disposizione delle Commissioni competenti, sono prive di fondamento. Chiedere approfondimenti sulla gestione è legittimo; accanirsi su un progetto di ampi orizzonti e a totale servizio della collettività (oltre 11.000 visitatori e partecipanti in dieci mesi), senza soffermarsi neppure per un attimo sui valori intrinseci e sulle valenze culturali e sociali, è sintomo di pregiudizi.
Aspettiamo dunque tutti i giornalisti e il pubblico per una visita approfondita al PAV.

Il direttivo acPav: Enrico Bonanate, Valentina Bonomonte, Orietta Brombin, Liliana Comina, Gianluca Cosmacini, Claudio Cravero, Piero Gilardi

Torino, settembre 2009
LETTERA APERTA A QUANTI PRATICANO, FREQUENTANO E AMANO L'ARTE CONTEMPORANEA

Il PAV, Parco Arte Vivente, nuovo Centro per l'arte contemporanea aperto dalla Città di Torino lo scorso anno, è stato oggetto di una campagna giornalistica di denigrazione orchestrata dal Capogruppo dell'UDC in Consiglio Comunale Alberto Goffi. Le sue accuse, in pletorico stile scandalistico, partono dal considerare "spazzatura" le installazioni ecologiche che cinque artisti internazionali hanno realizzato nelle aree verdi del PAV, quindi arrivano alla affermazione che si tratta di uno sperpero di denaro pubblico, paragonandolo agli illeciti del caso Soria.
L'aspetto a mio avviso più grave di questa vicenda non è tanto la strumentalità alla lotta di potere all'interno del governo della Città, quanto l'intenzionale incomprensione e denigrazione di una esperienza matura e complessa di arte contemporanea qual è l'arte ecologica. Nelle invettive del Consigliere Goffi – ad esempio: "sembra una discarica a cielo aperto" – si mescolano citazioni caricaturali e allusività demagogiche componendo una minacciosa miscela ideologica. Tale minacciosità penso investa potenzialmente tutta la pratica dell'arte contemporanea, la sua creatività soggettiva, i suoi approcci relazionali ed il suo peculiare pensiero critico e innovativo. La virulenza dell'attacco agli artisti del PAV può essere il sintomo preoccupante di una tendenza della politica culturale nei suoi aspetti ideologici ed operativi, che si può contestualizzare all'odierno più generale attacco alle libertà soggettive di espressione nei campi dello spettacolo, dell'informazione e dei diritti sociali.
La polemica aperta da un partito associato alla maggioranza che governa la Città di Torino, nel contesto di una situazione istituzionale in cui ai valori contenutistici si sostituiscono sempre più i parametri dell'audience e dell'indotto commerciale, sollecita una ferma presa di posizione in chi – artista, critico, curatore, gallerista, collezionista e amatore d'arte – auspica che Torino rimanga uno spazio libero e aperto per lo sviluppo della ricerca artistica contemporanea.
Invito chi vuol dare un segno concreto in tale senso a sottoscrivere l'appello a sostegno delle attività artistiche del PAV inviando il proprio Nome e Cognome via mail all'indirizzo info@parcoartevivente.it

Piero Gilardi